La Nuova Sardegna

Un sassarese nel cuore economico dell’Europa

Un sassarese nel cuore economico dell’Europa

Il 35enne Pinna lavora da 3 anni come esperto di mercati finanziari a Francoforte alla Banca centrale

27 maggio 2018
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SASSARI. Da Sassari a Francoforte, dalla laurea in Economia a un posto alla Banca centrale europea, passando per un percorso accademico ricco di soddisfazioni. È la storia di Andrea Pinna, 35 anni: radici ben salde in Sardegna e un lavoro imperniato sulla sicurezza e l’efficienza del complicato sistema dei mercati finanziari europei. Pinna è tornato a Sassari venerdì per un seminario con gli studenti dell’Università. Si è parlato anche dei temi caldi del momento: «Sicuramente la fanno da padrone la blockchain e quella serie di tecnologie che vanno sotto il nome di intelligenza artificiale».

Una parte importante del lavoro che Andrea Pinna svolge da più di tre anni come esperto di mercati finanziari alla Bce è proprio quella di capire quale impatto l’innovazione tecnologica può avere sulle infrastrutture di mercato europee. «La missione della Banca centrale è mantenere la stabilità dei prezzi – spiega –, che permette a famiglie e imprese di pianificare meglio i loro acquisti e gli investimenti a lungo termine. Questo aiuta a creare ricchezza. È importante capire l’evoluzione dei sistemi di pagamento e del mercato dei titoli, così da assicurare che questi scambi siano immuni da rischi e funzionino in maniera efficiente in tutta l’eurozona».

Pinna ha avuto preziose esperienze di studio e di specializzazione all’estero, anche grazie al programma Master and Back della Regione Sardegna, ma ritiene fondamentale il bagaglio di conoscenze e la forma mentis acquisiti a Sassari: «Ho avuto la fortuna di essere il primo laureato del programma in economia e nuove tecnologie alla facoltà di Economia, acquisendo già 14 anni fa le competenze generali alla frontiera tra l’analisi economica e la ideazione di sistemi informatici che costituiscono il cuore dei mercati attuali. Dopo la laurea i miei docenti mi spinsero a specializzarmi in economia internazionale a Roma e la mia famiglia accettò di buon grado di supportarmi. Grazie al Master and Back ho studiato economia industriale nell’istituto del premio Nobel Jean Tirole a Tolosa, in Francia. Quindi il dottorato di ricerca a Cagliari e la specializzazione a Londra dove ho insegnato e ho ottenuto un PhD in finanza. Sono rientrato in Italia vincendo il concorso per ricercatore a Bolzano, dove ero responsabile per la cattedra di finanza internazionale»

A soli 32 anni, l’occasione di lavorare alla Bce. Una scelta convinta: «Trovo importante adattarsi ai cambiamenti e coglierli come nuove opportunità. Come nel 2009 mi ero interessato alla crisi bancaria e avevo deciso di fare ricerca nell’ambito della stabilità finanziaria, il 2015 è stato il momento in cui il tema dell’innovazione tecnologica nei mercati finanziari è salito alla ribalta. In Bce ho avuto l’opportunità di rivedere le mie conoscenze tecniche attraverso le lenti di un ricercatore in economia. È un’esperienza totalmente positiva. L’aspetto più evidente è l’impegno di tutti i colleghi a migliorare la vita dei cittadini europei. Mi rendo conto che l’essenza del nostro lavoro non traspare nel dibattito pubblico del momento ed è un peccato».

Visione internazionale, un lavoro di grande responsabilità nel cuore delle istituzioni europee, ma anche un legame inscindibile con la Sardegna: «Io e mia moglie rientriamo appena possibile, proprio per evitare il mal di Sardegna, ma Francoforte è una splendida città! L’importante quando si vive all’estero è capire e accettare le differenze culturali. La pace che oggi diamo tutti per scontata a casa nostra deve molto al progetto d’integrazione europeo. Come disse Jean Monnet, uno dei padri fondatori dell’Unione Europea: “Meglio combattere attorno a un tavolo che sul campo di battaglia». (p.l.r.)

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