La Nuova Sardegna

I dipendenti ex Esaf fanno pressing in Regione

Prima la manifestazione poi l’incontro con l’assessore Spanu: la loro richiesta è di essere riassunti

29 maggio 2018
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CAGLIARI. La nascita di Abbanoa ha portato alla morte dei precedenti enti di gestione del servizio idrico distribuiti su base territoriale. Uno di questi era l’Esaf, l’ente sardo acquedotti e fognature, che nel 2005 con la creazione dell’ente unico di gestione è stato cancellato.

I suoi dipendenti sono stati assegnati ad Abbanoa, così come stabilito nella legge 10 del 12 luglio 2005. In totale circa 300 lavoratori, un’ottantina dei quali già nel 2009 ha avviato una lunga vertenza per ottenere di rientrare nei ranghi dell’amministrazione regionale. Ieri c’è stata una tappa importante e forse risolutiva della vertenza. I lavoratori infatti hanno ribadito la loro richiesta con un sit in davanti alla sede dell’assessorato regionale in viale Trieste. I responsabili del coordinamento degli ex dipendenti Esaf hanno chiesto all’assessore Filippo Spanu «l’apertura di un tavolo di confronto fra tutte le forze in campo per conciliare l'operato dell'organo amministrativo con le esigenze di garanzia di un diritto, finora negato a questi lavoratori, in modo da superare, finalmente, le ragioni ostative alla soluzione dell'annoso problema».

Alla manifestazione c'erano almeno una cinquantina di lavoratori provenienti da tutta la Sardegna: Olbia, Sassari, Oristano, Macomer, Nuoro, Lanusei, Sanluri, dal Sulcis e da Cagliari. Su circa trecento dipendenti, quelli interessati al rientro nei ruoli all’interno della Regione sono un'ottantina.

L'assessore Filippo Spanu ha ricevuto una delegazione sindacale costituita da Francesco Cabras (Ugl), Luciano Melis (Sadirs) e Francesco Garau di Filctem (Cgil). «L'assessore è stato molto disponibile – hanno riferito i tre durante l'assemblea straordinaria in viale Trieste - ha preso l'impegno di rivederci tra dieci giorni e ci ha chiesto un elenco del personale suddiviso per categorie e mansioni in cui si trovavano quando erano dipendenti regionali, per poi avviare i processi di mobilità in base alle esigenze dell'amministrazione».

«Un atto positivo – hanno sottolineato i tre rappresentanti – e da parte nostra ci impegneremo a raccogliere tutte le informazioni necessarie».

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