La Nuova Sardegna

Berlinguer: «Opportunità ma solo se c’è un progetto»

di Antonello Palmas
Berlinguer: «Opportunità ma solo se c’è un progetto»

Il docente: «L’isola affronta una battaglia globale, i porti devono fare sistema» L’assessora Piras: «Le Zes possono favorire lo sviluppo delle imprese sarde»

01 giugno 2018
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SASSARI. «Senza una progettualità adeguata, una visione, non si va da nessuna parte» avverte Aldo Berlinguer, docente ordinario di diritto comparato dell’università di Cagliari, ospite ieri nella sede di Confindustria centro nord Sardegna a Villa Mimosa del convegno “Zone economiche speciali: opportunità di sviluppo per il territorio”. La serata era organizzata dall’Ordine dei commercialisti di Sassari guidato da Nico Pinna Parpaglia. Che spiega: «È da tempo che si parla di Zes come grande opportunità per la Sardegna e volevamo fare il punto della situazione in un momento nevralgico, 3 mesi dopo il decreto istitutivo emanato dal presidente del consiglio dei ministri». In sala è stato presentato il libro di Berlinguer sull’argomento, “Porti, retroporti e zone economiche speciali” (Giappichelli 2018).

Pinna Parpaglia spiega che l’obiettivo ora è «favorire un approccio attivo del territorio, ad esempio nel nostro Ordine è importante che gli iscritti si informino per assistere le aziende e prepararle magari ad attrarre nuovi investimenti. Tutti gli attori devono però far fronte comune per agevolare il cambiamento; e occorre fare un ragionamento sulle agevolazioni fiscali, ma non si può solo parlare di credito d’imposta, pure importante: dobbiamo dare servizi alle imprese, sinergie, semplificazione burocratica per far entrare nel territorio imprese italiane e non». E ricorda che in Polonia le 14 Zes «hanno favorito la crescita del Pil, dell’occupazione e degli investimenti».

Aldo Berlinguer avverte che occorre «capacità di mettere insieme infrastrutture, logistica, imprese, produzioni e fisco in questa battaglia globale che volenti o nolenti dobbiamo affrontare. Se analizziamo lo scenario con cui dobbiamo fare i conti, vediamo ad esempio una Cina che per ripristinare la “doppia via della seta”, via mare e via terra, si è lanciata nell’acquisto sistematico di infrastrutture chiave per il traffico mondiale delle merci. E che Italia e Sardegna sono strette in una morsa: a sud i porti del nord Africa, agguerritissimi, con costi del lavoro bassissimi e soprattutto zone franche a tassazione zero, convenienti specie per chi fa export; sull’altro fronte i potentissimi scali del nord Europa. In mezzo noi, stretti tra regole complicate e costi alti, con infrastrutture che vanno ottimizzate. Non possiamo restare fuori da questa grande partita. Siamo in ritardo, ma il governo uscente ha avuto il merito di produrre una legge sulle Zes. Ora ci sono una cornice normativa, un tiepidissimo aiuto fiscale (non sarà questo l’attrattore), con nuove chance per le aree svantaggiate». Possibili ostacoli? «Dobbiamo imparare a fare squadra, specie nell’isola – risponde Berlinguer – abbiamo varie aree portuali ma polverizzate, che non fanno sistema. Speriamo nella port authority: per come è stata concepita, contiamo che la riforma Delrio porti a un’ottimizzazione. Ma occorre anche uno sforzo di tutte le anime dell’economia, quella pubblica ma anche imprese, consorzi, l’autorità portuale».

L’assessore all’industria Maria Grazia Piras: «La Regione ha agito attraverso un gruppo di lavoro coordinato dall’assessore alla programmazione Paci per mettere a punto il piano strategico sulle Zes da presentare al governo. Abbiamo individuato porti, retroporti e consorzi industriali di Cagliari, Porto Torres, Olbia, Oristano, Portovesme, Tortolì e Arbatax, come future Zes e stiamo delimitando le aree da ricomprendere nel progetto, stiamo preparandoo un percorso mirato per definire un unico punto di accesso agevolato per tutti i procedimenti autorizzativi. Nelle prossime settimane dovremmo predisporre la bozza avanzata del documento, che verrà prima presentata ai soggetti interessati. La Zes può davvero creare le condizioni di miglior favore per lo sviluppo delle imprese nell’isola e per favorirla da tempo ci siamo mossi sul piano della programmazione, in particolare concentrandoci sui ferrovie ed energia, con una serie di interventi i cui effetti si vedranno in seguito dovrebbero rendere più facile la vita alle imprese».

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