La Nuova Sardegna

Antonio Gramsci: «Voto Putin e simpatizzo per i 5 Stelle»

di Luca Rojch
Antonio Gramsci: «Voto Putin e simpatizzo per i 5 Stelle»

Il nipote del fondatore del Pci vive in Russia, ma spesso è nell’isola. In questi giorni è a Ghilarza come docente di un corso di musica per bambini

01 giugno 2018
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SASSARI. La bandiera rossa è sempre più scolorita. Il Comunismo è morto, e neanche Gramsci ci crede più. Falce e martello non hanno più appeal per il nipote del fondatore del Pci, che porta il suo stesso nome e vive in Russia. In realtà Antonio Gramsci junior vota Putin e ha simpatia per i 5 Stelle. A spiegarlo è lui stesso. In questi giorni Gramsci si trova a Ghilarza, il paese natale del nonno. Ma questo suo ritorno alle origini è legato alla attività attuali di Gramsci che nulla hanno a che fare con la militanza. Il nipote del leader comunista non è più fedele alla linea. Lui insegna musica. «Sono qua per fare corsi di ritmica. Insegno ai ragazzi di Ghilarza la ritmica sul di tamburo mediorientale, la Tarbuca». Gramsci vive a Mosca, ma spesso è in Italia, per attività culturali o professionali. Con la Sardegna ha un legame speciale. «Quando arrivo nell’isola mi sento a casa, è la mia seconda patria. E in particolare a Ghilarza mi sento a casa, anche se sono nato e cresciuto in Russia». Parla del nonno con ammirazione e fascino. Ma chi si aspetta di trovarsi davanti un nostalgico del comunismo e un fanatico della teoria marxista rimane deluso. «Sono del tutto apolitico da tempo. Ho avuto troppe delusioni. Il mio spirito è anarchico. Per questo ho simpatia in Italia per i 5 Stelle. In realtà non seguo la politica italiana e non ho un quadro tale per dare un giudizio compiuto. Posso dire da quello che mi hanno riferito che il mio modo di pensare è vicino ai 5 stelle proprio per questo loro spirito non legato alle ideologie».

Quindi lei voterebbe 5 Stelle?
«Non ho una visione piena della politica italiana. A Mosca non ce ne occupiamo tanto. So chi ha vinto le elezioni, ma per dare un giudizio pieno si deve essere più preparati. È vero che ho simpatia per i 5 Stelle, per quello che mi hanno detto. Io ho una visione anarchica».

Ma secondo lei il comunismo è morto?
«Non so, sono apolitico e non conosco la situazione italiana nei dettagli».

E in Russia?
«Esiste, ha una presenza in parlamento, ma è un partito borghese, allineato in un certo senso con il governo. È fortemente stalinista. E ancora oggi nel governo la figura di Stalin viene vista come un punto di riferimento. Come chi ha costruito la gloria del paese. Lenin viene emarginato».

Ma lei chi ha votato alle elezioni?
«Io ho votato per Putin, anche se non mi convince del tutto. Ma non vedo nessuna figura alternativa a lui. È l’unico che può tenere le redini di un paese immenso e complicato come la Russia».

Cosa pensa di Trump?
«Sembra una marionetta. Vuole apparire autosufficiente e forte. In realtà è nelle mani dell’establishment americano. Putin è più autonomo. Tra le altre cose Trump aveva promesso di migliorare le relazioni con la Russia, non mi sembra sia accaduto».

Ma qual è il politico che stima di più a livello internazionale?
«Putin. Non ho dubbi. È Putin, è autonomo e indipendente».

Ha mai pensato di trasferirsi in Italia?
«Sono nato e cresciuto in Russia, anche se vado fiero delle mie radici italiane e appena posso vengo qua. In Sardegna in particolare. Ma sono legato a Mosca anche da mia madre, che ha 92 anni, è una reduce di guerra. Ho pensato più volte di trasferirmi, in realtà sono felice di fare la spola tra la Russia e l’Italia e di portare avanti la mia attività culturale tra i due paesi».

Ma suo padre le parlava di suo nonno?
«Certo. Tantissimo. Lui non era un grande conoscitore del pensiero filosofico di Antonio. Mi ha raccontato dei rapporti di famiglia. Da quel momento ho iniziato le mie ricerche. E alla fine ho scritto tre libri sulla famiglia Gramsci e il suo rapporto con la Russia».

Ma per lei oggi il Comunismo ha un senso?
«L’idea del comunismo si è trasformata. Parlare del comunismo classico, come la presa del potere da parte del proletariato è una idea obsoleta. Il proletariato nei paesi industrializzati non esiste più. Non ha senso di parlarne».

Oggi si assiste al ritorno dei nazionalismi, la spaventa?
«Io non sento questo ritorno, non lo percepisco. Per me il nazionalismo è una cosa assolutamente negativa, non l’accetto. Il mio spirito è cosmopolita, anche perché ho dieci tipi di sangue diverso. Io sono educato e nato nello spirito dell’internazionalismo. Per me il nazionalismo è una cosa abominevole».

Qual è il suo rapporto con la Sardegna?
«Unico. È la mia seconda casa. In particolare Ghilarza. È una cosa difficile spiegare. È l’insieme del clima, del mare, delle persone. Tutto. In particolare mi piace la musica sarda corale».

Conosce Berlusconi?
«Non di persona. So che è amico di Putin. Ma non seguo le sue vicende. Non seguo la politica italiana non perché sia disinteressato. Non ho tempo. Sono impegnato nel lavoro, in tanti teatri a Mosca. Insegno in due scuole: scienze e ricerca. Nutro scarso interesse per la politica. Conosco quella russa perché ci vivo».

Ma quanto le pesa chiamarsi Antonio Gramsci?
«In Russia nulla. In pochi sanno chi era mio nonno. In Italia molto. In Russia mi apprezzano per quello che so fare e se ne fregano delle parentele. In Italia quando arrivaìo mi chiedono sopratutto di mio nonno. Io voglio essere apprezzato per quello che sono. Cerco di essere degno di questo nome e faccio di tutto per promuovere la figura di mio nonno. In questi anni ho aiutato gli storici e gli studiosi che mi hanno chiesto una mano. In particolare l’Istituto Gramsci. Come ha fatto tutta la mia famiglia. Mio padre era molto più apolitico di me, odiava la politica, ma ha sempre collaborato con tutti gli studiosi. Noi siamo fieri del nome che portiamo».

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