La Nuova Sardegna

Pierpaolo ha perso la sua battaglia raccontata sul web

Nadia Cossu
Pierpaolo ha perso la sua battaglia raccontata sul web

Fadda ha lottato strenuamente contro la “diavolessa”. Nato a Barumini 56 anni fa, era il direttore di “Antas” 

04 giugno 2018
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SASSARI. Chi ha conosciuto Pierpaolo Fadda, o chi semplicemente si è ritrovato negli ultimi due anni a “passare” per caso nella sua bacheca Facebook, ha impressa l’immagine di un uomo su un letto di ospedale, tra flebo e aghi, sommerso da fogli di carta, appunti sparsi, pc perennemente acceso. Lui aveva scelto di trasformare quella stanza del reparto di Ematologia delle cliniche universitarie di Sassari nella sua piccola redazione. Aveva capito che lavorare e trasmettere messaggi di speranza era un’ottima terapia.

L’ha sfidata, l’ha schernita, non ha mai lasciato che il suo veleno spegnesse sogni, progetti e soprattutto la grande voglia di vivere. «Vincerò io», scriveva Pierpaolo Fadda rivolgendosi alla “diavolessa”. Ma ieri mattina l’ultima battaglia, la più importante, purtroppo se l’è aggiudicata lei: la “diavolessa”. Così Pierpaolo, 56 anni compiuti ad aprile, giornalista originario di Barumini (da tempo viveva a Sassari), aveva chiamato la sua malattia. Aveva dato un nome a una gravissima forma di leucemia che negli ultimi tempi lo aveva devastato fisicamente. Non nell’anima, però. Perché Pierpaolo, direttore della rivista di ambiente, storia e personaggi della cultura sarda “Antas”, era diventato il simbolo della lotta alla malattia. Gli era venuto quasi naturale, con quell’entusiasmo per la vita e la grande positività che hanno contraddistinto le sue giornate fin da primo momento (era giugno del 2016) in cui ha scoperto di essere malato. I social – Facebook in particolare – sono diventati il palcoscenico ideale per comunicare a tutti che uniti si può combattere qualsiasi guerra. Nel suo caso, l’obiettivo era la ricerca. Una platea immensa ha accolto i suoi appelli, migliaia di followers lo hanno seguito nelle sue iniziative e aiutato a realizzare i progetti per sostenere concretamente l’Ail, l’associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma. E così Pierpaolo si è fatto portavoce dell’importanza di donare, ha cominciato a scrivere versi, che sono diventati prima poesie e poi pagine di un libro: “Una carezza per l’Ail”. Quelle parole sono finite anche in teatro e altre ancora sono state musicate e trasformate in una dolce ninna nanna.

Ma Pierpaolo era anche uno sportivo. Affaticato, debilitato dai pesanti cicli di chemioterapia, finché gli è stato possibile ha seguito nel parquet di casa la sua amata Dinamo Sassari. A ottobre dello scorso anno aveva dedicato una lettera ai giganti del Palaserradimigni al termine di una partita importante: «Carissima Dinamo, la tremenda, ignobile, vigliacca leucemia mi tiene lontano da te, ma il mio cuore è con te. Tifare per voi sta fortificando il mio corpo e la mia anima. È terapeutico vedere una bomba infilarsi nel canestro. Grazie ragazzi, la leucemia si può combattere anche con lo sport. Stanotte la malattia mi fa meno paura».

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