La Nuova Sardegna

Bimbo conteso, il giudice: deve ritornare dal padre

di Nadia Cossu
Bimbo conteso, il giudice: deve ritornare dal padre

Il piccolo, di nazionalità francese, da febbraio si trova con la madre in Sardegna La donna era scappata con lui accusando l’ex compagno di maltrattamenti

05 giugno 2018
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SASSARI. La sentenza del tribunale per i minorenni di Sassari fa piangere una madre a Ossi e fa tirare un sospiro di sollievo a un padre a Calvisson (Francia). Di mezzo c’è un bambino di appena due anni e mezzo “conteso” da due genitori che non si amano più. A tal punto che la donna – sostenendo di esser maltrattata dal compagno e di aver paura anche per il figlio – a febbraio fa le valigie e scappa via dalla Francia violando l’ordinanza del giudice familiare di Nimes che aveva disposto l’affidamento condiviso del bambino vietando però alla madre di lasciare il Paese. Lei invece torna a Ossi, trasferisce qui la residenza sua e del figlio e «ricomincia a vivere» – così riferisce – circondata dal calore della sua famiglia.

Ma ieri il tribunale per i minori di Sassari cui si era rivolto il padre del bambino con un ricorso d’urgenza ha deciso che il piccolo deve tornare subito in Francia «luogo di sua residenza abituale». Il decreto, si legge, «è immediatamente esecutivo». Tanto che, se la mamma ora dovesse essere impossibilitata o non volesse rientrare, «il minore dovrà essere consegnato al padre che si è dichiarato disponibile a venire a prenderlo a Ossi».

Per capire la storia che ha come protagonisti un’infermiera di 29 anni, un fisioterapista di 33 e il loro piccolo figlio, bisogna fare un passo indietro e ricostruire le tappe di una vicenda giudiziaria decisamente ingarbugliata, considerato che coinvolge due stati differenti. Lei aveva raccontato di un incubo cominciato quando la relazione con il suo compagno francese si era chiusa: «Lo lasciai perché era violento. Avevo presentato alla Gendarmeria diverse denunce per maltrattamenti e stalking. Ma venivano puntualmente derubricate a “informazioni giudiziarie”. E allora ho scelto di scappare, di mettere in protezione me e mio figlio e di trasferire le nostre residenze in Italia». Accuse sempre respinte dal padre del bambino (assistito dall’avvocato Giuseppe Onorato mentre la donna è tutelata dal legale Antonio Secci) che aveva sì confermato che la storia tra lui e la trentenne di Ossi era finita ma che mai lui era stato violento con la sua ex. Il tribunale della famiglia francese aveva deciso per l’affidamento condiviso del bimbo con la possibilità per il piccolo di vivere a casa della mamma. Con una clausola imprescindibile: restare in Francia.

E da questa disposizione parte tutto. Perché l’infermiera, tornando in Italia, ha violato la convenzione dell’Aja del 25 ottobre 1980 (il trasferimento illecito o mancato rientro del minore) e il tribunale per i minori di Sassari si è pronunciato sugli aspetti civili relativi a questa violazione. E non ritenendo che sussista un «fondato rischio per il minore di essere esposto, per il fatto del suo ritorno, a pericoli fisici o psichici o comunque di trovarsi in una situazione intollerabile (articolo 13 lettera b della Convenzione), ha deciso che debba tornare in Francia dal padre. Insieme alla madre naturalmente. Per i giudici di Sassari «dalla documentazione prodotta (dalla madre ndc) a sostegno della sua eccezione si desume solo l’esistenza di un grave conflitto tra i due genitori ma non emerge la prova della sussistenza di un “fondato rischio di pericolo psicofisico” per il minore derivante dal suo eventuale rientro in Francia». Il 5 luglio, intanto, sempre al tribunale per i minorenni di Sassari si terrà l’udienza relativa all’istanza presentata dal pm che ha chiesto, per il fisioterapista francese, la sospensione della potestà genitoriale.

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