La Nuova Sardegna

Norbello, paese del mondo grazie al ping pong

Manolo Cattari
Norbello, paese del mondo grazie al ping pong

Il centro dell'Oristanese ha due squadre in serie A. Ha accolto atleti e atlete russi, ucraini, cechi, slovacchi, greci, bulgari, indiani, tailandesi, cinesi e nigeriani

05 giugno 2018
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Il macellaio di Norbello si era trovato in difficoltà a soddisfare tutta quella improvvisa richiesta di carne di pecora, tagliata in quel modo strano a bocconcini. Perché se è vero che in Sardegna le pecore non mancano... è altrettanto vero che non si mangiano con quel taglio e tutti i giorni. Il cliente era indiano e là evidentemente si usa così. Tuttavia macellaio, panetterie e fruttivendolo norbellesi sono abituati ad avere richieste strane e insolite perché è da vent'anni che nel paese (1200 anime) arrivano persone da tutto il mondo per giocare a ping pong.

I "colpevoli" sono l'A.S.D. Tennistavolo Norbello con il suo presidente Simone Carrucciu e il suo staff. Il paese quest'anno può vantare di avere una squadra in A1 maschile, una in A1 femminile, una in A2 femminile, una in A paralimpica maschile, una in C1 maschile, una in C2 maschile e una D2 maschile. I giocatori vivono tutti nel paese dell'Oristanese fondendosi con la popolazione locale. In particolare gli extracomunitari vi risiedono permanentemente, mentre gli europei si muovono in base al calendario federale, sia nazionale che internazionale. Così in questi venti anni nella foresteria dell'associazione in via Vittorio Emanuele, al centro di Norbello, hanno vissuto russi, ucraini, cechi, slovacchi, greci, bulgari, indiani, tailandesi, cinesi e nigeriani. E la foresteria che ospita 10 letti e due cucine, è diventata negli anni un melting pot transculturale.

"Le cucine sono divise in base al tipo di alimentazione, in una ci stanno gli africani e gli asiatici, nell'altra gli europei. I primi hanno una cucina totalmente differente. Ricordo che quando ci hanno vissuto i nigeriani l'odore di cipolla si sentiva per tutto il paese" racconta Simone "ma spesso, soprattutto dopo le partite, si mangia e si festeggia tutti insieme". Questo crogiuolo di culture avviene in particolare nel "terzo tempo" che, oltre al rugby, contraddistingue anche il ping pong. Secondo Simone questo deriva dall'approccio alla base del gioco: "Il tennistavolo è uno sport tecnico per eccellenza. Sulla partita non c'è contatto fisico, ma c'è un'intensità di competizione molto alta, che si sviluppa in pochi minuti. Tutto quello che succede in 15-20 minuti di partita ad alta intensità non succede dopo che il match è concluso. Il duello è più psicologico che fisico, ma finita la partita siamo tutti amici. L'avversario è un amico, un'opportunità di crescita e confronto, uno strumento per crescere".

Per la cittadinanza questo va e vieni di stranieri ha portato una grande apertura verso l'altro. In un'epoca in cui i paesi si spopolano, Norbello è un'importante realtà sportiva nazionale e internazionale. Non solo ospitando giocatori di tutto il mondo, ma anche organizzando nella palestra comunale tornei internazionali e allo stesso tempo portando in giro per il mondo, con i suoi atleti, i colori comunali e le bellezze del territorio.

"Abbiamo ospitato una ragazzina di 18 anni appena compiuti, di Bangkok. Le piaceva moltissimo camminare e fotografava sempre i cavalli e le pecore, che non era abituata a vedere e le postava su internet. Le persone del posto la vedevano camminare per la campagne con la sua macchina fotografica" ricorda divertito il presidente Carrucciu

Il tennistavolo anche a Norbello diventa occasione di incontro con l'altro, in cui la diversità diventa valore. Su questo il ping pong è una disciplina che fa la storia: negli anni '70 la nazionale Usa fu invitata a Pechino e il tennistavolo fu il pretesto per aprire un canale diplomatico e superare le contrapposizioni fra le due nazioni. E recentemente, ai mondali di Halmstad in Svezia, le nazionali femminili di Corea del Nord e di Corea del Sud che avrebbero dovuto affrontarsi ai quarti di finale, hanno chiesto di giocare unite in unico team la semifinale. Guido Mina di Sospiro nel "La metafisica del ping-pong" esprime in modo chiaro il potere della diplomazia del ping pong: "Se gli uomini dedicassero più tempo al gioco, nel mondo ci sarebbero meno ostilità e probabilmente anche meno guerre. Il tennistavolo, sport di enorme popolarità e assolutamente cosmopolita, punta proprio in questa direzione". Anche noi nel centro Sardegna dedichiamo a questo sport il giusto tempio.

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