La Nuova Sardegna

Gli scudi termici per razzi saranno made in Sarrabus

di Antonello Palmas
Gli scudi termici per razzi saranno made in Sarrabus

Investimento di 26 milioni: parteciperà anche la Regione con 790mila euro Previste 35 assunzioni nel territorio tra informatici, chimici e ingegneri

07 giugno 2018
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CAGLIARI. Non si ferma il volo della Sardegna nello spazio. Dopo aver conquistato un ruolo fondamentale nella gestione delle missioni interplanetarie con l’inaugurazione del radiotelescopio di San Basilio, l’isola diventa base per la ricerca e i test di prodotti per voli spaziali e per la produzione di scudi termici innovativi per il razzo europeo Vega, il vettore che porta in orbita satelliti a uso civile, indispensabili per esempio nel controllo della terra e delle variazioni climatiche. La base sarà nel Comune di Villaputzu, nel Sarrabus. Nel vicino Salto di Quirra già sono avvenuti test sui propulsori.

Qui sorgerà lo Space propulsion test facility (Sptf), infrastruttura tecnologica unica in Italia e in Europa, che la giunta regionale ha deciso di cofinanziare. Il risultato saranno 35 assunzioni interamente sul territorio fra informatici, chimici, ingegneri oltre a tutto l'indotto, un’operazione che permetterà alla Sardegna di diventare strategica nella filiera dello spazio a livello mondiale e che potrebbe portare a ulteriori sviluppi nel settore: anche i sistemi di propulsione del lanciatore Vega potrebbero essere sviluppati a Villaputzu per diversi decenni. Un vero e proprio nuovo polo industriale in Sardegna, che potrà attirare talenti e competenze su una tecnologia di punta come quella spaziale che in Sardegna è già una solida realtà.

Il Vega, che prende il nome dall'omonima stella della costellazione Lyra, è un vettore da 30 metri a corpo unico, senza booster laterali, con tre stadi a propellente solido e uno a propellente liquido. La fase del lancio che avviene nella Guyana Francese sottopone a temperature altissime la struttura del razzo, che deve essere necessariamente protetto da scudi termici interni ed esterni. E quelli di nuova generazione saranno prodotti in carbon carbon (lo stesso tipo di materiale utilizzato per i freni delle auto di Formula 1).

Il costo totale del progetto è di 26 milioni. Come stabilito dal Ministero dello sviluppo economico, il finanziamento pubblico è pari a poco più di 8,7 milioni di euro: la Regione, su proposta dell’assessore della programmazione Raffaele Paci, parteciperà con 790mila euro, ovvero il 3% dell’investimento complessivo, il Mise con quasi 8milioni. Con il via libera dell’esecutivo regionale, il progetto può dunque entrare nella fase operativa: per dare attuazione a tutti gli interventi sarà ora sottoscritto uno specifico accordo di attuazione fra Regione, Mise e Avio, azienda leader nel settore che realizzerà lo scudo, in partnership con Agenzia spaziale italiana, Distretto aerospaziale della Sardegna, Regione e Comune di Villaputzu.

«A meno di un anno di distanza dalla prima presentazione ufficiale siamo pronti a partire – dice l’assessore Paci – Crediamo molto in questo progetto e più in generale nelle possibilità che ha la Sardegna con le sue competenze di guadagnare un ruolo fortemente strategico a livello internazionale, con le inevitabili positive conseguenze in termini di economia e occupazione. Gli obiettivi sono attrazione di nuove imprese; investimenti nelle zone interne, per farle rivivere attraverso nuove occasioni di lavoro e sviluppo; e aerospazio, un settore in cui abbiamo sempre creduto».

Con l’innovazione e l’alta tecnologia l’isola prova a superare il gap geografico trasformandolo in una risorsa: «Le caratteristiche della nostra isola – conclude Paci – , le competenze digitali che possiamo garantire e il supporto della nostra giunta sono ideali per ospitare importanti progetti internazionali».



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