La Nuova Sardegna

Riordino della rete ospedaliera: protesta in quattro centri isolani

Riordino della rete ospedaliera: protesta in quattro centri isolani

Migliaia di manifestanti a Isili, Sorgono, Muravera e Iglesias. L'assessore Arru: "Non vogliamo chiudere i piccoli ospedali"

07 giugno 2018
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CAGLIARI. Hanno sfidato la pioggia le migliaia di persone che contemporaneamente, a Iglesias, Isili, Muravera e Sorgono, sono scese in piazza per una giornata di mobilitazione, organizzata dalla Rete dei comitati, in difesa della sanità pubblica e contro il riordino della rete ospedaliera. In corteo non solo cittadini ma anche i sindaci dei centri più colpiti dalla riforma targata Arru-Moirano, consiglieri regionali e deputati.

A far sentire alta la propria voce i 500 manifestanti di Isili che al termine dela marcia in città, hanno pacificamente occupato il quarto piano dell'ospedale San Giuseppe, dove ha sede la direzione sanitaria. Da qui arrivano le rivendicazioni di un'intero territorio nella più ampia protesta contro una riorganizzazione che, spiega la Rete, "di fatto punta a smantellare i presidi sanitari nei piccoli comuni, svuotandoli di servizi, competenze e personale".

In particolare a Isili, spiega all'ANSA Gigi Pisci, portavoce del Comitato localei e componente della Rete sarda, "rivendichiamo la riapertura della Chirurgia, la stabilizzazione delle urgenze attraverso un pronto soccorso H24 e le necessarie deroghe, previste dal Dm 70 nazionale, per le zone disagiate".

A Muravera la manifestazione ha portato in piazza ulteriori 500 persone che hanno chiuso il corteo al campo sportivo con un comizio. Centinaia di manifestanti anche a Iglesias e Sorgono. In tutti i centri dove la riforma sanitaria va ad incidere con tagli e riorganizzazioni sono stati anche affissi mille manifesti giganti con la scritta "Difendi i nostri ospedali".

 L'assessore regionale alla sanità Arru è intervenuto sul tema. "Non vogliamo chiudere i piccoli ospedali _ ha detto _, al contrario abbiamo confermato con l’approvazione della rete ospedaliera che i presidi sul territorio rimangono.

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