La Nuova Sardegna

Aziende più competitive con le nuove tecnologie

di Gian Mario Sias
Aziende più competitive con le nuove tecnologie

Pigliaru: «Più reddito e sostenibilità risparmiando acqua, farmaci e carburante» Caria: «Bando da 5 milioni, ma è importante il confronto con chi ha già innovato»

09 giugno 2018
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. «Abbiamo ereditato un Piano di sviluppo rurale non sufficientemente coraggioso». Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, lo dice a chiare lettere. Intervenendo nel centro sperimentale e di ricerca di Bonassai alla tavola rotonda promossa dall’assessorato regionale dell’Agricoltura insieme a Laore e Agris per fare il punto sull’applicazione nell’isola dei principi e dei modelli dell’agricoltura di precisione, Pigliaru è netto. «Si tratta di un’opportunità straordinaria, che fin qui non è stata colta pienamente», afferma.

«Noi siamo qui per confrontarci con le aziende e con gli operatori perché crediamo che investire in tecnologia e innovazione possa migliorare la qualità delle produzioni – dice il presidente della Regione – la competitività delle imprese agricole e il benessere delle nostre campagne dipende dalla loro volontà di accettare la scommessa e di predisporsi al cambiamento». Da qui in poi – è il suo impegno – la Regione sarà al fianco di chi investe per adeguare le proprie aziende ai parametri della reddittività produttiva e della sostenibilità ambientale. «Finora la Regione non ha investito abbastanza su questo fronte», insiste Pigliaru. Il discorso riguarda ad esempio il risparmio di acqua, agro-farmaci, fertilizzanti e carburante.

«Dal confronto con le aziende ci aspettiamo di capire come intensificare il nostro impegno – prosegue – ma è fondamentale soprattutto che gli imprenditori più innovativi sappiano convincere gli altri attraverso la testimonianza delle loro esperienze». È proprio a loro che il capo del governo isolano si rivolge a partire dall’esempio della semina del grano su sodo. «Se chi lo ha già provato ha rilevato che sia migliore dal punto di vista dei costi, della sostenibilità e della resa nel lungo periodo – riflette – bisogna capire perché in molti oppongono ancora resistenze». In realtà una risposta lui ce l’ha, ed è esattamente quella alla quale il suo esecutivo sta lavorando. «Serve un ricambio generazionale, i giovani sono più propensi a fare cose innovative – conclude – non basta comprare un macchinario, serve l’entusiasmo e la volontà di cambiare decisamente strategia aziendale».

Gli addetti ai lavori e gli esperti radunati a Bonassai hanno ragionato per tutto il giorno sulle potenzialità dell’innovazione derivante dal ricorso a nuovi macchinari e nuove pratiche colturali. Si tratta di una trasformazione che riguarda tutti, dall’ortofrutticolo al vitivinicolo, fino alla zootecnia. E se Pigliaru cerca di premere sull’acceleratore per convincere tanto gli operatori quanto la classe politica sulla necessità di investire di più, l’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, non è meno determinato, anche se usa parole più prudenti. «Abbiamo messo a correre tutte le risorse di cui il Psr disponeva al momento per questo tipo di inversione di rotta», dice Caria. «Abbiamo investito con un bando da 5milioni di euro, a breve le risorse andranno alle oltre 50 aziende ritenute idonee, ma è evidente che non basta – continua – attraverso incontri come questo mettiamo direttamente a confronto le aziende che già hanno investito sul cambiamento e quelle non ancora del tutto convinte».

L’obiettivo di Regione, agenzie agricole, centri di studio e Università è di «contribuire a colmare un gap che non è solo sardo, ma italiano – rileva – perché siamo molto indietro rispetto al resto d’Europa». Anche se il periodo storico non è dei migliori, secondo Caria è comunque «il momento migliore per spingere – sostiene – dato che i prezzi dei prodotti li impone il mercato, alle imprese non resta che lavorare sui costi di produzione per aumentare la loro redditività e la loro competitività».

Bisogna però agire anzitutto sull’aspetto culturale. «Serve una certa predisposizione alla tecnologia, serve un’agricoltura istruita, un ricambio generazionale, investimenti aziendali – conclude – sono convinto che questo mix porterà un risultato buono». Ad avvantaggiarsene non sarà solo il sistema della produzione. «Dalla rivoluzione che auspichiamo e incentiviamo trarrà vantaggio anche l’ambiente, ma sarà un bene anche per i prodotti – conclude – e quindi i consumatori, che godranno di produzioni con un impatto ambientale inferiore e una qualità dei prodotti maggiore».

In Primo Piano

VIDEO

Il sindaco di Sassari Nanni Campus: «23 anni fa ho sbagliato clamorosamente. Il 25 aprile è la festa di tutti, della pace e della libertà»

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative