La Nuova Sardegna

Nuoro, coro di donne al Redentore: il gruppo maschile dice no

di Paolo Merlini
Nuoro, coro di donne al Redentore: il gruppo maschile dice no

Sos Canarjos scrive al Comune: «Prima studino, il folklore è una cosa seria»

09 giugno 2018
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NUORO. Un coro femminile entra nel programma della festa del Redentore, per la prima volta nella storia della sagra per eccellenza dei nuoresi, ma c’è chi, richiamandosi a una tradizione tutta da verificare e comunque di segno decisamente contrario ai tempi in cui viviamo, decide di non starci e abbandona il gioco. Accade in questi giorni di preparazione della sagra che animerà come ogni anno la fine di agosto e che richiama migliaia di turisti. Protagonisti del caso, il coro Bendas, 25 donne che da due anni hanno deciso di mettersi insieme sotto la guida del maestro Giampaolo Caldino e dare vita, anche a Nuoro, a un ensemble tutto al femminile come accade ormai in diversi paesi della Sardegna. Il coro che ha detto un secco no alla partecipazione del Bendas alle manifestazioni religiose è invece uno dei più noti e storici della città, Sos Canarjos, che ha inviato una lettera al Comune a firma del presidente Graziano Secchi, facendola protocollare, in cui fa sapere che il gruppo ha deciso all’unanimità di non partecipare all’evento.

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È infatti accaduto che come ogni anno la giunta comunale, nello specifico l’assessora al Turismo Valeria Romagna, ha convocato i cori e i gruppi della città per predisporre il programma della manifestazione. E ha comunicato che era arrivata anche la richiesta di adesione da parte del coro Bendas. Ci sono volute ben due riunioni perché si arrivasse a una decisione condivisa, ma alla fine la richiesta delle coriste è passata praticamente all’unanimità (un solo voto contrario). Come da regolamento della festa, si è dunque proceduto all’estrazione a sorte dei due cori che, ogni 29 agosto, partecipano alla messa nella chiesetta del Monte Ortobene, culmine delle manifestazioni religiose successive a quelle profane, cioè la sfilata dei costumi da tutta la Sardegna. Sono stati estratti proprio i nomi di Sos Canarjos e Bendas. Che fra l’altro hanno in comune il direttore, appunto Giampaolo Caldino, che del coro femminile è anche fondatore e presidente.

Pochi giorni dopo sul tavolo della giunta è arrivata la lettera dei Canarjos. «La divergenza nei percorsi associativi e folkloristici dei due cori non consente al coro Canarjos la condivisione di un aspetto così intimo come la celebrazione della messa della festa dei nuoresi», scrive il presidente Secchi, il quale scomoda persino Gramsci e i suoi scritti sulle tradizioni popolari per portare acqua al proprio mulino: «Diceva che il folklore non è un aspetto marginale o occasionale ma una cosa che è molto seria e da prendere sul serio». Ma per quale motivo, secondo i Canarjos, la presenza di un coro femminile violerebbe le tradizioni della festa? «Le donne – dice Secchi – hanno sì partecipato alle celebrazioni liturgiche», ma mai alla sagra del Redentore, culla della «tanto rinomata scuola nuorese». Poi un affondo che sa un po’ di misoginia: «I cori femminili avranno sicuramente occasione negli anni a venire di potersi affermare, dopo, si spera, un percorsi di studi e ricerca folkloristica».

Parole inaccettabili per Caldino, che difende le sue coriste e il lavoro svolto, e sottolinea l’eccezionalità dell’ingresso di un coro femminile alla festa. «Abbiamo raccolto numerose testimonianze di persone anziane dalle quali si è attinto per la valorizzazione del canto tradizionale al femminile. Le donne cantavano messa prima che lo facessero gli uomini, cosa che accade del resto da una cinquantina d’anni non da sempre. Capisco che per alcuni sia difficile da accettare, ma anche la festa deve essere al passo con i tempi. La tradizione la costruiamo noi, passo dopo passo. Trent’anni fa nessuno si sarebbe permesso di ammettere un coro femminile, l’ambiente era molto maschilista. Lo sono stato un po’ anch’io, ma i tempi cambiano e la tradizione si evolve».

L’assessore Valeria Romagna non vuole entrare nel merito della disputa e ha già invitato i cori “di riserva” (i secondi estratti) chiamati a sostituire i Canarjos, ma non fa mistero di aver salutato più che positivamente l’ingresso di un ensemble femminile nella festa. «È stato accolto sostanzialmente all’unanimità dall’assemblea dei cori», ricorda. A parte Sos Canarjos, ovviamente.
 

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