La Nuova Sardegna

Argiolas: sto col ministro serve una legge sugli hotel

di Alessandro Pirina
Argiolas: sto col ministro serve una legge sugli hotel

L’assessora: la giunta lavora da tempo a nuovi criteri per assegnare le stelle

13 giugno 2018
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SASSARI. La rivoluzione delle stelle annunciata dal ministro Centinaio raccoglie solo pareri favorevoli. Anche sul versante politico che ha poco da condividere con l’esperienza di governo grillino-padana. L’assessora al Turismo, la dem Barbara Argiolas, non solo si dice d’accordo con il ministro leghista, ma afferma che la nuova classificazione degli hotel è un obiettivo a cui la giunta Pigliaru sta già lavorando da tempo. «Personalmente condivido il disegno di Centinaio – spiega Argiolas –. Ritengo sia necessario uniformarci alle indicazioni nazionali, c’è una esigenza di comunicazione del sistema Paese di garantire gli stessi criteri in ogni regione. Non ha senso che un 4 stelle di Rimini sia diverso da un 4 stelle in Sardegna». In effetti, attualmente la disciplina sulla classificazione degli hotel varia da regione a regione, più alcuni parametri fissati per legge a cui tutti gli alberghi devono attenersi. «Indicatori che nel 2018 non hanno più ragione di esistere: penso al telex, al fax – afferma l’assessora –. Abbiamo a che fare con una legislazione datata. Pertanto, è necessaria una nuova classificazione alberghiera. Anche se non si può non tenere conto del mondo digitale e del tema della reputazione. Al giorno d’oggi il turista guarda sì le stelle ma subito dopo le recensioni dei visitatori sul web». La rivoluzione del turismo, dunque, deve essere portata avanti su due piani: da un lato, la necessità di rivedere la classificazione delle stelle, che non sempre corrispondono allo standard effettivo della struttura, dall’altro, il miglioramento dei servizi. «Il primo compito spetta al legislatore, e noi ci siamo già portati avanti con il lavoro, dialogando con le associazioni, con l’obiettivo di uniformare le direttive regionali a quelle nazionali. Un lavoro che avevamo già iniziato con il ministro Franceschini. Ma le stelle oggi garantiscono solo standard minimi di qualità. È fondamentale la reputazione, e questo compito compete alle strutture, sta a loro lavorare per migliorare i servizi e di conseguenza il ranking. Noi su tutto questo lavoro non solo siamo pronti, ma stiamo già lavorando nella stessa direzione».

Centinaio promosso anche dall’ex governatore Ugo Cappellacci, deputato di Forza Italia. «Mi sembra una proposta molto saggia e condivisibile – dice –. Oggi la classificazione degli hotel non è aggiornata, non ci sono controlli adeguati, gli standard sono attribuiti anni prima, al momento della apertura. È fondamentale che un Paese come l’Italia che ha un potenziale straordinario punti su standard di qualità più alta. Da noi purtroppo c’è una giungla di strutture riconosciute e non ufficiale. Pertanto, un riordino del settore è più che necessario. A cominciare proprio dalla classificazione delle strutture». Cappellacci, che con Forza Italia, è all’opposizione del governo Conte, si dice ponto a votare a favore della rivoluzione sulle stelle annunciata da Centinaio. «Fin dall’inizio abbiamo detto che avremmo avuto un atteggiamento propositivo e che avremmo detto sì a quei provvedimenti che già facevano parte del programma di centrodestra e a quelli di buon senso. Mi è piaciuto l’atteggiamento di Salvini sul tema degli arrivi dei migranti, così come ho apprezzato la proposta di Centinaio».

Insomma, il neo ministro del Turismo (e dell’Agricoltura) è riuscito a mettere d’accordo centrodestra e centrosinistra. Ma anche, e soprattutto, gli operatori del settore. Paolo Manca, presidente regionale di Federalberghi, ha dichiarato di condividere totalmente la proposta di Centinaio. «Servono una maggiore chiarezza normativa, una classificazione con criteri diversi e maggiori controlli». Sì, perché il problema che si riscontra maggiormente è la presenza di hotel a 5 stelle meno lussuosi di strutture che di stelle ne hanno solo 4. Tutto perché i primi hanno ottenuto il punteggio anni fa mentre i secondi in periodi più recenti. Di qui la necessità di un intensificazione dei controlli per verificare se la qualità dichiarata corrisponde a quella realmente offerta.

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