La Nuova Sardegna

Palma nana sotto attacco aumentano i casi nell’isola

di Antonello Palmas
Palma nana sotto attacco aumentano i casi nell’isola

Copagri nord Sardegna: «Sinora l’insetto danneggiava solo specie ornamentali» Floris, Università di Sassari: «Guardia altissima, monitoriamo con attenzione»

15 giugno 2018
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SASSARI. Caccia al punteruolo rosso. Non è il remake in chiave botanica di un famoso film, anche se la tensione è alta. Dopo aver decimato le palme ornamentali presenti in Sardegna, ora prova a dare l’assalto alla palma nana sarda. Il punteruolo rosso, elegante ma nefasto coleottero, tenta un salto di qualità andando ad attaccare un pezzo della flora autoctona sarda. È Copagri nord Sardegna a lanciare il nuovo allarme denunciando i primi casi di infestazione, segnalati «ad Alghero su esemplari di Chamaerops humilis dell’età di oltre 40 anni – dicono il presidente Paolo Ninniri e il vice Tore Piana – posti all’ingresso del Parco pubblico “Borgogna” , lato ingresso Via Giovanni XXIII, all’interno della città catalana. E ci sono diverse altre segnalazioni di attacchi a piante di palma nana sarda nel territorio algherese. Un caso fu segnalato già nel 2013 nel Parco di Porto Conte».

Secondo Copagri «vi è il serio rischio di un danno ambientale inimmaginabile per la flora ma anche per la fauna spontanea e selvatica sarda. Pensiamo che essendo il fenomeno agli inizi, ci sia tutto il tempo per combattere l’insetto e predisporre un piano ben dettagliato regionale di lotta e soprattutto di prevenzione. Non vogliamo assistere a quello che è avvenuto da parte della Regione e delle amministrazioni pubbliche, comuni in primis, per la lotta e la prevenzione dell’insetto sulle palme ornamentali delle Phoenix Canariensis: è stato quasi un disastro totale, eccetto alcuni casi di amministrazioni comunali efficienti». Copagri valuta in circa 20 milioni di euro il danno stimabile per il verde ornamentale pubblico a causa del punteruolo. «La Regione si attivi immediatamente e se lo ritiene attivi tutti gli strumenti a disposizione, anche dichiarando lo stato di emergenza sanitaria vegetale».

«Il punteruolo rosso attacca soprattutto la palma delle Canarie, specie aliena introdotta da qualche secolo – spiega l’entomologo del dipartimento di agraria dell’Università di Sassari, Ignazio Floris – . Abbiamo avuto segnalazioni riguardanti attacchi alla palma nana, che essendo specie autoctona possono destare preoccupazioni maggiori: l’impatto non sarebbe più solo sull’arredo urbano ma riguarderebbe gli ecosistemi (ma la palma nana è anche coltivata nei vivai e ha una sua economia, ndc). Per la verità i casi segnalati sono pochissimi, qualcuno anche nell’Oristanese, qualcuno risultato infondato. Riguardano piante presenti in alcuni giardini, stiamo verificando se si tratta di ibridi, quindi più esposti rispetto alla Chamaerops humilis, che difficilmente viene attaccata. Il monitoraggio si svolge nel quadro di un progetto sulle specie aliene che coinvolge anche Francia, Toscana e Liguria».

Floris ipotizza che, dopo la strage di palme ornamentali, si sia creato un vuoto biologico che l’insetto, dalle notevoli capacità di adattamento, starebbe provando a colmare attaccando altre specie. «È sfavorito dalla biologia della palma nana, che ha una capacità di resistenza superiore rispetto ad altre palme vittime del punteruolo. È però opportuno vigilare per capire se l’attacco si sta espandendo».

Che fare? Si possono fare dei trattamenti in esoterapia sull’apice dove l’insetto depone di solito le uova – spiega Floris –, ma una volta che larva penetra all’interno è tutto molto più problematico. In quel caso di può agire in endoterapia iniettando insetticidi. La prassi è trattare le piante preventivamente, ma è una lotta molto costosa e i risultati sono alterni. Per la palma nana sarebbe più difficile intervenire, anche perché diffusa in aree Sic nelle quali l’uso di certe sostanze non è consentito. E la lotta con sistemi biologici è in fase sperimentale». Insomma, occorre incrociare le dita.

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