La Nuova Sardegna

Legge regionale sull'urbanistica: al rush finale maratona in commissione

di Umberto Aime
Legge regionale sull'urbanistica: al rush finale maratona in commissione

In otto ore incontrati ambientalisti, costruttori, sindacati, albergatori e sindaci  L’obiettivo è portare il testo in Consiglio entro la prima settimana di luglio

21 giugno 2018
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CAGLIARI. Otto ore di seguito, divise a metà solo da una frettolosa pausa pranzo. È stata una maratona, quella della commissione urbanistica del Consiglio regionale sulla nuova legge che, dopo anni e anni di vuoto, dovrebbe nuovamente «governare il territorio», dalle coste alle campagne. Lo dovrà fare insieme a quello che dal 2006 è un testo sacro e quindi inviolabile: il Piano paesaggistico regionale. Potrà riuscirci sempre che entro la prima settima di luglio il testo omnibus sull’urbanistica sia inserito all’ordine del giorno dell’Aula. Se invece dovesse saltare quella data, sarà invece che possa essere discusso in questa legislatura omai agli sgoccioli.

Rush finale. Proprio per far in fretta, ma senza per questo essere frettolosi, la commissione presieduta da Antonio Solinas, Pd, ha convocato, dalla mattina alla sera, l’ultima folla di quelli che in Consiglio chiamano i «portatori d’interesse». Eccoli: ambientalisti, costruttori, albergatori, sindaci e sindacalisti. Sono stati sentiti uno dopo l’altro in questa no stop che per la verità poco ha cambiato rispetto a quanto si sapeva sulle rispettive posizioni. Chi era contrario a qualunque possibile bonus nei 300 metri dal mare, gli ambientalisti, non s’è spostato di un centimetro. Chi invece da sempre è favorevole alla ristrutturazione degli hotel sul mare, albergatori e costruttori, semmai ha chiesto qualcosa in più ma non ha fatto certo passi indietro o di lato.

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Fuori dal coro. A uscire dai rispettivi schieramenti sono stati solo la Cna, fronte costruttori, e il segretario Marco Foddai degli edili iscritti alla Uil. A sorpresa la Cna, con Francesco Porcu e Antonello Mascia, si è schierata di fatto con gli ambientalisti: «Invece di far crescere gli alberghi nei 300 metri, sfruttiamo meglio le grandi potenzialità del turismo e in gran parte ancora inespresse». La Uil invece è andata da tutt’altra parte: «Non sono i metri dal mare a fare la differenza, ma quello che invece costruiamo dovunque. È su questo che la vigilanza dovrebbe essere massima mentre oggi non c’è». Per il resto nessun altro ha cambiato la parte originale con cui sin dall’inizio s’è presentato in pubblico.

Gli ambientalisti. Da Legambiente, con Vincenzo Tiana, Paolo Scarpellini e Nicolò Sollai, al Gruppo di intervento giuridico, Stefano Deliperi e Claudia Bascia, dal Fai, Francesca Balia, al Wwf, Antonello Secci, è arrivato l’ennesimo no secco ai bonus del 25 per cento di metri cubi a favore degli alberghi affacciati sulla spiaggia. Citando un’infinità di sentenze, hanno ribadito che «quella fascia deve rimanere intoccabile». Per aggiungere. «Tra l’altro i bonus sono previsti per ristrutturazioni fin troppo generiche e non è detto che le volumetrie in più non finiscano in nuove camere invece che per realizzare aree congressi e centri benessere. Per evitare qualunque rischio, meglio che non sia toccato nulla, I vari Piani casa hanno fatto già tanti disastri, non facciamo altri regali». Al massimo gli unici bonus permessi possono esser quelli già previsti dal Ppr, sono massimo del 10 per cento, ma solo se sono destinati a migliorare la sicurezza e a ridurre il costo dell’energia». Poi, sempre secondo gli ambientalisti, la bozza originale della legge è comunque zeppa di molte altre trappole. Queste: grandi progetti favoriti da pericolose scorciatoie, oppure condomini di seconde case trasformati in alberghi per ottenere altre volumetrie. O ancora: Comuni che, grazie a qualche colpo di mano semmai autorizzato dalla legge, potrebbero «consumare altro territorio dopo aver permesso qualunque cosa in passato». Per questo hanno annunciato: «C’è stato detto che la legge sarà cambiata prima di entrare in aula. Vedremo, ma noi siamo pronti a ricorrere per fermarla».

Sindaci e sindacalisti. Detto della Uil, per Gavino Manca della Cisl «la tutela dell’ambiente è fondamentale, però in questa legge c’è finalmente il giusto equilibrio con il necessario sviluppo. Quindi, va approvata». Mentre secondo la Cgil, con Michele Carrus: «È un testo troppo controverso, dove il rischio delle possibili interpretazioni non è stato cancellato. C’è poi soprattutto una gran confusione fra edilizia e turismo. È una legge ancora grezza, va limitata e molto». Per Emiliano Deiana, presidente dell’associazione di Comuni, l’Anci, manca anche un altro equilibrio: «È sbilanciata sulle coste e non c’è nulla per le zone interne. Per questo lunedì 25 ci riuniremo ad Abbasanta e da quella riunione usciremo con un documento ufficiale in cui chiederemo diverse correzioni».

Costruttori e albergatori. Per la Federalberghi, con Paolo Manca, «Una legge non può spaccare il mondo a metà fra gli hotel dentro e quelli fuori dai 300 metri. Deve permettere invece a tutti di ristrutturare senza troppi vincoli su quello che potrà essere fatto. Lo ricordo: i centri benessere allungano la stagione, ma a fare il reddito sono le camere». Anche per Stefano Mameli di Confartigianato «i bonus dovrebbero essere per tutti e poi va permesso ad alcuni territori di sfruttare il volano del turismo, mentre finora sono state tagliati fuori da ogni possibilità di sviluppo». Infine Pierpaolo Tilocca dell’Associazione costruttori Ance: «Perché salvare per forza una bruttura costruita nei 300 metri dal mare? Se è un pugno nell’occhio, va abbattuta e ricostruita meglio ma comunque sempre dove si trova».
 

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