Le tante vite della bottiglia Ichnusa
La birra sarda lancia l’iniziativa “Vuoto a buon rendere”: il vetro torna in azienda
23 giugno 2018
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ASSEMINI. La bottiglia di birra avrà più vite grazie all’iniziativa “Vuoto a buon rendere», il progetto con cui Ichnusa, storico marchio sardo di proprietà della Heineken. Grazie a una nuova veste grafica, a una campagna di comunicazione e nuovi investimenti a potenziamento della capacità di confezionamento del birrificio di Assemini, il marchio lancia un messaggio chiaro: il vuoto a rendere è il formato su cui investire.
Ichnusa punta sul settore Ho-re-ca (alberghi, bar e ristoranti) dove tramite accordi con i gestori è possibile organizzare il rientro alla casa madre delle confezioni di vetro, che potranno essere utilizzate più e più volte, con un risparmio non indifferente sul piano della sostenibilità ambientale: minore spreco di energia e meno emissioni di Co2. È stata così creata una versione con il tappo verde con la scritta «Vuoto a buon rendere. Ichnusa per la Sardegna», che servirà a dare forza al progetto. E per il consumatore che acquista nella grande distribuzione o nel negozio di alimentari? In questo caso l’unica possibilità è il riciclo classico, ma è già un bel risultato incrementare la pratica.
In passato quella del vuoto era una consuetudine: si lasciava un deposito di poche lire al negoziante per riottenere la cauzione alla riconsegna delle bottiglie, una volta utilizzate. A partire dagli anni '60 però le bottiglie riutilizzabili sono state via via sostituite dal cosiddetto “vuoto a perdere”, cioè l’usa e getta. Quella del vuoto a rendere è una pratica, che Ichnusa afferma di aver sempre adoperato e di voler ora incrementare in maniera decisa: in questo modo, le bottiglie returnable vengono riutilizzate anche per 20 anni. Secondo una ricerca Doxa, realizzata su un panel di 400 sardi, il 98% giudica in maniera positiva l'iniziativa e il 93,5% pensa di supportare la campagna chiedendo, al bar o al ristorante, proprio l'Ichnusa tappo verde, perché ritiene giusto preservare l'ambiente e le bellezze della Sardegna. (a.palm.)
Ichnusa punta sul settore Ho-re-ca (alberghi, bar e ristoranti) dove tramite accordi con i gestori è possibile organizzare il rientro alla casa madre delle confezioni di vetro, che potranno essere utilizzate più e più volte, con un risparmio non indifferente sul piano della sostenibilità ambientale: minore spreco di energia e meno emissioni di Co2. È stata così creata una versione con il tappo verde con la scritta «Vuoto a buon rendere. Ichnusa per la Sardegna», che servirà a dare forza al progetto. E per il consumatore che acquista nella grande distribuzione o nel negozio di alimentari? In questo caso l’unica possibilità è il riciclo classico, ma è già un bel risultato incrementare la pratica.
In passato quella del vuoto era una consuetudine: si lasciava un deposito di poche lire al negoziante per riottenere la cauzione alla riconsegna delle bottiglie, una volta utilizzate. A partire dagli anni '60 però le bottiglie riutilizzabili sono state via via sostituite dal cosiddetto “vuoto a perdere”, cioè l’usa e getta. Quella del vuoto a rendere è una pratica, che Ichnusa afferma di aver sempre adoperato e di voler ora incrementare in maniera decisa: in questo modo, le bottiglie returnable vengono riutilizzate anche per 20 anni. Secondo una ricerca Doxa, realizzata su un panel di 400 sardi, il 98% giudica in maniera positiva l'iniziativa e il 93,5% pensa di supportare la campagna chiedendo, al bar o al ristorante, proprio l'Ichnusa tappo verde, perché ritiene giusto preservare l'ambiente e le bellezze della Sardegna. (a.palm.)
