La Nuova Sardegna

Pigliaru a Savona: serve il tuo sostegno nei rapporti con la Ue

di Umberto Aime
Pigliaru a Savona: serve il tuo sostegno nei rapporti con la Ue

Il governatore ha incontrato il ministro per gli Affari europei. Sul tavolo la continuità territoriale e la questione insularità

27 giugno 2018
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CAGLIARI. All’inizio dell’avventura gialloverde, a Palazzo Chigi, la scelta del presidente della Repubblica di non dare il via libera alla nomina dell’euroscettico Paolo Savona al ministero all’economia, fu condivisa con un post dal governatore Francesco Pigliaru. In quei giorni, molto caldi soprattutto a Roma, i rapporti fra chi oggi ha la delega del governo Conte per gli Affari europei, Savona, e il presidente della Regione furono abbastanza complicati. Acqua passata, il neo ministro e Pigliaru si sono impegnati insieme a cancellare la recente ruggine. Bene, e ieri c’è stato l’incontro. Il loro è stato un vertice ufficiale, nella stanza più luminosa del ministero, e che i rispettivi portavoce hanno cronometrato in «una cinquantina di minuti», e sottolineato «cordiale e costruttivo».

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I due sardi, Savona è cagliaritano, tra l’altro di recente ha ritrasferito la residenza da Roma alla sua città natale, e Pigliaru, sassarese, hanno parlato a lungo della Terra che hanno in comune. Prima di tutto l’argomento è stato questo: qual è oggi la qualità delle relazioni fra la Sardegna e l’Europa? Non eccezionali, ha fatto sapere il governatore. Ad esempio a Bruxelles è ancora bloccato da mesi il nuovo schema della continuità territoriale aerea, è quella da Alghero, Cagliari e Olbia per Roma e Milano. La storia è arcinota e sta facendo dannare la Regione: i commissari europei continuano ad aver perplessità sul numero di voli e frequenze, dopo aver sollecitato, tempo prima, anche la cancellazione nel prossimo bando della tariffa unica residenti&turisti per otto mesi l’anno.

Nonostante, l’assessore ai trasporti Carlo Careddu, con diversi dossier, abbia replicato subito alle contestazioni di Bruxelles, l’Europa ancora non si è espressa. Anzi, continuano a esserci diversi problemi. Per questo Pigliaru ha chiesto al ministro «un sostegno reale»: la matassa dovrà essere sbrogliata in fretta, o altrimenti ci sarà il rischio di una proroga della vecchia Ct1, che si sa non è certo il meglio dell’efficienza. Di fronte alla richiesta del governatore, Savona avrebbe dato la disponibilità a capire come possono essere smussati, in tempi rapidi, gli spigoli che ancora ci sono.

Dalla continuità territoriale alla Vertenza insularità il passo è stato breve. Anche questa è una vecchia storia: la Sardegna aspetta da anni che il governo italiano inoltri a Bruxelles poche ma decisive righe. Queste: dev’esserci riconosciuto lo status di regione ultraperiferica d’Europa e quindi «contare su quei benefici – come ad esempio maglie molto più larghe nell’utilizzo dei fondi europei – oggi concessi solo a poche isole, Guadalupa, Guyana francese, Riunion, Martinica, Saint-Martin, Azzorre, Madeira e Canarie». In questi anni, i governi di centrosinistra si sono fermati alle promesse, riuscirà stavolta nel miracolo quello costruito a tavolino dalla Lega e dai Cinque stelle? Com’è ovvio che fosse, Pigliaru ha ripresentato la richiesta al ministro Savona, ricordando tra l’altro che «da tempo esiste un fronte unico fra Sardegna, Corsica e Baleari per far pressione sui rispetti governali nazionali e sull’Europa».

Savona ha preso un bel po’ di appunti e inserito anche questo argomento nell’agenda che porterà con sè nella sua prima missione a Bruxellex. Fra gli appunti, dovrà trovare spazio anche la campagna della Regione per debellare la Peste suina africana. La Sardegna, come si sa, è a buon punto e, dopo aver isolato i focolai in alcune aree ben precise dell’Ogliastra, ora vorrebbe che l’Europa cominciasse a pensare su come e quando revocare il divieto di esportare le carni suine. Anche su questo ci sono stati i primi contatti fra la Regione e Bruxelles, sostenuti, come ha ricordato Pigliaru, dagli ottimi risultati raggiunti con «l’abbattimento costante dei maiali infetti». La Regione ora ha bisogno di una mano, anche dal governo Conte, per vincere la guerra.
 

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