La Nuova Sardegna

«Pronti per guidare l’isola, il Movimento 5 Stelle può vincere da solo»

di Luca Rojch
Mario Puddu, ex sindaco di Assemini e probabile candidato governatore
Mario Puddu, ex sindaco di Assemini e probabile candidato governatore

Mario Puddu, ex sindaco di Assemini e probabile candidato governatore, pensa alle Regionali. «Noi siamo diversi dalla Lega e dal Psd’Az. I sardi hanno già bocciato Pigliaru»

27 giugno 2018
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SASSARI. Lui è il paziente zero. Il primo ex sindaco a 5 Stelle dell’isola. Mario Puddu, lanciatissimo candidato governatore, anche se lui non lo dice, passa il testimone alla guida di Assemini. Alla sindaca M5s Sabrina Licheri.

Seduto fuori dal suo Comune guarda nostalgico i dipendenti che portano via gli scatoloni da quella che per 5 anni è stata la sua casa. Felice, perché è uno dei pochi comuni, forse l’unico in Italia, in cui i 5 Stelle si sono confermati. Questo basta per regalare il sorriso a Puddu. E un po’ ha ragione. Dopo il boom delle Politiche i 5 Stelle si preparano all’assalto del Palazzo della Regione.

Come giudica il risultato delle Amministrative in Sardegna?
«Per noi è stato buono. Siamo arrivati al ballottaggio nei Comuni in cui esistevano degli schieramenti politici distinguibili. Ad Assemini abbiamo vinto. Ma anche su Iglesias non dobbiamo lamentarci. Il candidato del centrosinistra era sostenuto da una coalizione trasversale che vedeva schierati anche politici locali che non si possono ascrivere di certo al centrosinistra. Noi con le nostre forze ce la siamo giocata anche là. Ad Assemini potevamo vincere anche al primo turno, sono davvero contento del risultato finale. Certo ogni elezione locale è a sé stante, ma abbiamo avuto ottimi riscontri a Decimomannu, a Macomer, e anche una lista di ispirazione 5 Stelle a Oliena ha fatto un ottimo risultato».

Ma Assemini è un simbolo per voi.
«In un certo senso è la promozione del modello 5 Stelle, del nostro modo di governare. Dopo cinque anni un asseminese su due ha votato per noi. E abbiamo superato anche il possibile handicap del fatto che il nostro candidato non fosse il sindaco uscente».

Vi preparate per le Regionali?
«Sì, certo. Ci stiamo muovendo per le Regionali. Ci sono tavoli tecnici e tematici. Come sempre partiamo dal programma. I nostri attivisti si muovono da tempo. Credo che i sardi non siano contenti della giunta Pigliaru e delle scelte del centrosinistra. Il Pd continua a collezionare insuccessi. Noi ci saremo con i nostri candidati e il nostro programma, alternativo a centrosinistra e centrodestra».

Sarete uniti? Ci sono divisioni al vostro interno?
«C’è dialogo. Ci sono punti di vista, ma non spaccature. Esiste una linea, poi certo ogni realtà locale che si va ad amministrare ha le sue caratteristiche. Faccio l’esempio di Carbonia. È impossibile pensare che l’industria possa essere cancellata in toto in un territorio come il Sulcis. È giusto che si pensi a un’industria diversa e compatibile con l’ambiente. Dobbiamo rinnovare e offrire lavoro, non cancellare i presidi».

Come sceglierete il candidato governatore. Farete le Regionarie?
«Credo di sì. Abbiamo fatto così in Sicilia e lo ripeteremo anche in Sardegna».

Quanti saranno i candidati, e lei ci sarà?
«Non so quanti saranno, e non escludo di candidarmi anche io, ma è ancora presto».

Lei non è più coordinatore dei 5 Stelle in Sardegna. È una scelta?
«Ora chiarisco una volta per tutte. In questo momento io sono un semplice attivista dei 5 Stelle. Ho fatto il coordinatore del Movimento per le Politiche. Ma era un incarico a tempo. E avevamo deciso così dall’inizio».

Ma è possibile ipotizzare un’alleanza con la Lega e col Psd’Az per le Regionali in Sardegna?
«Con tutta la prudenza del caso credo sia difficile. Basta pensare che un Ministro della Lega (Gian Marco Centinaio ndr) è venuto ad Assemini a fare campagna elettorale contro la candidata sindaca del Movimento 5 stelle. Mi auguro che Salvini rispetti il contratto che ha firmato con i 5 Stelle, ma non dimentico le sue parole. Io, per esempio, non avrei mai consegnato la bandiera della Sardegna a Salvini come hanno fatto quelli del Psd’Az. Spero che Salvini moderi i termini con cui espone le sue idee. Posso concordare su alcuni principi, ma non sui modi. Era giusto farsi sentire con l’Europa. Chi prima di lui ha gestito le cose lo ha fatto in modo del tutto inadeguato. E personalmente non vedo di buon occhio l’alleanza tra Lega e Psd’Az».

Non mi sembra molto in sintonia con la Lega.
«Ripeto, su alcuni temi Salvini ha ragione, ma sui modi spesso è indifendibile. Condanno le sue parole sui Rom. L’ho fatto anche in campagna elettorale. Personalmente preferisco perdere qualche voto che la dignità. Non rinnego le idee in cui credo».

Come vede le prime mosse del governo?
«I provvedimenti di Fico e Di Maio fanno già la differenza. Si lavora su mali storici, questioni storicamente irrisolte. Noi urliamo meno della Lega, preferiamo attuare il programma. E sono sicuro che Di Maio ci darà grandi risultati. Ha tra le mani il ministero più importante. Quello del Lavoro. Che è la prima emergenza. Ma anche gli altri ministri a 5 Stelle sono di grande qualità».

Le piace il ministro sardo Savona?
«Non lo conoscevo tantissimo, ma mi sembra avere un grande spessore. Serio e impegnato ad attuare il programma. Siamo in ottime mani. E poi con lui si dialoga bene. Abbiamo il presidente della commissione sardo, è Ettore Licheri. Abbiamo già messo i paletti fondamentali. Zona franca e continuità territoriale aerea».

Queste elezioni hanno rilanciato il centrodestra. Lo teme?
«Non sono mai stato un elettore di destra. E se anche mi avesse fatto paura la risposta l’ho avuta ad Assemini. Da soli abbiamo sconfitto il centrodestra. E credo che accadrà anche alle Regionali».

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