La Nuova Sardegna

Legge elettorale, pronto un nuovo ricorso

Legge elettorale, pronto un nuovo ricorso

I Comitati per la democrazia costituzionale contestano l’esagerato premio di maggioranza

02 luglio 2018
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CAGLIARI. La legge elettorale della Sardegna, quella con cui a marzo gli elettori sceglieranno il nuovo Consiglio regionale, è di nuovo sotto tiro. I Comitati per la democrazia costituzionale sono pronti a presentare un nuovo ricorso. Stavolta non più davanti al Tar e al Consiglio di Stato, si rivolgeranno al giudice ordinario. Ad aprire questa strada è stata la Corte costituzionale, che nel discutere la legge elettorale dell’Umbria ha deciso che la competenza è dei Tribunali. «Sarà tutto molto più veloce», è il commento dell’avvocato e professore di diritto pubblico Felice Besostri, salito tempo fa agli onori della cronaca politica per aver ottenuto che il vecchio Porcellum fosse dichiarato incostituzionale. «Il Consiglio regionale – dice – aveva l’occasione per rimettere in carreggiata la legge elettorale. Non l’ha fatto, e noi ricorreremo». Soprattutto – secondo i Comitati – su questo punto: la contraddizione fra un sistema di matrice proporzionale che però prevede un premio di maggioranza». Besostri tra l’altro è impegnato anche nella sua sfida al Rosatellum, il sistema con cui i 4 marzo sono state elette le Camere: «In questa settimana – dice – il mio ricorso sarà discusso dalla Corte Costituzionale. Se sarà dichiarato ammissibile, verrà discusso nel merito». In documento approvato nelle ultime assemblee, i Comitati scrivono: «È da anni che contrastiamo una legge elettorale sarda che non rispetta i principi di rappresentanza e soprattutto per un premio di maggioranza scandaloso e, allo stesso tempo, impone soglie di sbarramento (10 per cento per le coalizione, 5 perle singole liste) che escludono dal Consiglio regionale percentuali elevate di rappresentanti dei cittadini sardi, com’è accaduto nel 2014». Per poi entrare nel merito anche delle elezioni politiche: «La crescita della precarietà del lavoro e dell’impoverimento di fasce sociali sempre più ampie ha provocato un profondo malessere in molti cittadini. La loro reazione – prosegue il documento – è stato conseguente: hanno abbandonato le forze politiche considerate un tempo loro alleate e indirizzato il loro sostegno verso altre formazioni». Secondo i Comitati «non si spiega diversamente come formazioni politiche relativamente nuove, il Movimento 5 stelle, o comunque non del tutto collaudate, la Lega, abbiano registrato un consenso elettorale persino al di sopra delle loro aspettative». Comunque, è la conclusione del documento, «oggi valori come accoglienza e solidarietà, già di per sé difficili perché si affermino, hanno subito pesanti contraccolpi, mentre vanno riaffermati con forza».

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