La Nuova Sardegna

L’isola piange Muledda, sardista di sinistra

L’isola piange Muledda, sardista di sinistra

Assessore Pci nella giunta Melis, aveva fondato i Rossomori. Pigliaru: perdiamo un politico di razza

03 luglio 2018
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CAGLIARI. Se n’è andato Gesuino Muledda, dal Pci ai Rossomori, passando per il Pds e il Psd’Az. Un sardista comunista. Nato il 27 marzo 1942 a Oniferi ha vissuto principalmente tra l’Ogliastra e Cagliari, dove arriva nel 1974 come consigliere regionale del Pci. Vi rimarrà fino al 1994. Negli anni Ottanta è assessore all’Urbanistica prima e all’Agricoltura poi nella giunta di sinistra guidata dal leader sardista Mario Melis. Rimarrà in Consiglio regionale fino al 1994. Nel 1997 è stato per qualche tempo consigliere politico del Nuovo Movimento fondato da Nichi Grauso per poi passare al Psd’Az. Che lascerà nel 2009, quando i sardisti stringeranno l’accordo con il centrodestra. Muledda fonda i Rossomori, di cui era ancora adesso presidente, che si schierano col centrosinistra, salvo poi negli ultimi tempi unirsi alle forze indipendentiste nel Progetto Autodeterminatzione con cui si sono presentati alle politiche. Muledda, ammalato da tanto tempo, è morto ieri mattina al Policlinico di Monserrato a Cagliari.

«La Sardegna perde un politico di razza, un protagonista appassionato di tante battaglie, con principi forti e grande talento – ha dichiarato il governatore Francesco Pigliaru –. Ci mancherà la schiettezza dell'uomo e la capacità del politico e della persona colta di leggere la nostra realtà». «Gesuino ha dedicato la sua vita alla politica aderendo al patrimonio valoriale della sinistra – si legge nella nota del gruppo consiliare Articolo 1 Sdp – vogliamo ricordarlo per la sua passione e la sua tenacia nel portare avanti lotte e temi condivisi». «Con Gesuino la Sardegna perde un uomo che ha vissuto l’impegno politico con passione e che ha dedicato tutta la sua vita al servizio della sua terra», ha scritto su Facebook l’ex senatore Pd Silvio Lai. «Ho conosciuto Gesuino qualche tempo fa, quando ci sedemmo a un tavolo per decidere che cosa si potesse fare, insieme, per salvare questa nostra terra benedetta – lo ha ricordato il leader di Liberu, Pierfranco Devias –. Ho avuto la netta impressione che lui fosse in realtà sempre animato da grandi ideali e sempre guidato dalla speranza di un mondo migliore».

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