La Nuova Sardegna

«Approvare subito la legge urbanistica ma il Ppr non si tocca»

di Alessandro Pirina
«Approvare subito la legge urbanistica ma il Ppr non si tocca»

Scanu: «Non sono assolutamente accettabili deroghe  altrimenti è meglio restare senza nessuna riforma»

06 luglio 2018
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. L’isola non può fare a meno di una legge urbanistica. Ma non una legge qualunque. La riforma non deve modificare una virgola di quella che è la bibbia che detta le regole sul cemento in Sardegna, il Piano paesaggistico regionale. In caso contrario, meglio restare senza la riforma. A sostenere questa posizione è la presidente del Fai, Monica Scanu, che non dice no alla proposta di legge, ma chiede un nuovo testo, scevro di quegli articoli e allegati su cui l’urbanistica targata Erriu si è impantanata negli ultimi mesi. «La Sardegna ha bisogno di una legge urbanistica, e anche in tempi brevi – sottolinea Scanu –. Ma il testo che è stato formulato dalla giunta ha dei difetti, dei punti abbastanza critici che, non solo secondo noi ma per tutte le associazioni ambientali, devono essere per forza cancellati».

Sia il presidente Pigliaru che l’assessore Erriu si sono detti pronti ad apportare le modifiche richieste...

«Verissimo, ma è arrivato il momento di presentare un nuovo testo senza quegli articoli contestati. Penso al 43 che prevede deroghe al Ppr, o all’Allegato 4 e all’articolo 31 che prevedono incrementi volumetrici. Noi abbiamo partecipato alla audizioni della commissione e abbiamo ribadito la nostra posizione, come hanno fatto tutte le altre associazioni. Ma ancora oggi sul sito della Regione c’è l’unica proposta di legge finora presentata. È necessario intervenire con un nuovo testo».

In caso contrario il Fai sostiene sia meglio cestinare la riforma.

«Per noi la legge urbanistica è importante ma deve essere fatta in un certo modo. Altrimenti viene il sospetto che non sia finalizzata a uno sviluppo sostenibile della Sardegna. Noi non possiamo accettare deroghe al Ppr, una normativa di livello più alto che ai suoi tempi fu fatta molto bene da Soru. Purtroppo quello che non ha avuto buon esito sono stati gli strumenti attuativi ed è su quello che bisogna lavorare. Anche per la difficoltà dei Comuni, soprattutto quelli più piccoli, di realizzare i Puc».

Sembra che l’urbanistica riguardi solo le zone costiere...

«Purtroppo questo è un limite del dibattito. Il discorso è molto più ampio. L’urbanistica è una bellissima disciplina, è un sistema di norme che deve regolamentare sia il territorio che i centri urbani più grandi. Purtroppo è diffusa la tendenza a costruire ex novo, mentre io sono una sostenitrice del recupero dell’esistente, della rigenerazione urbana, dei restauro del patrimonio immobiliare che già esiste».

La valorizzazione dell’esistente - parliamo di luoghi di cultura - è uno degli obiettivi del Fai.

«Il Fai, che io guido da febbraio, è una associazione che fa un lavoro molto serio, perché riesce ad arrivare dove non arriva lo Stato. Il Fai fa tantissimo in termini di sensibilizzazione e promozione. Penso a iniziative come le Giornate del Fai o ai Luoghi del cuore, che riguarda siti in decadenza che hanno necessità di una ristrutturazione e vengono votati dal pubblico per poter accedere ai finanziamenti, dandogli la possibilità di cambiare il loro destino».

Il suo rapporto con la fondatrice del Fai, Giulia Maria Crespi.

«Quando sono stata nominata mi ha scritto una lettera, dove ha detto di sentirsi un po’ sarda. Io ho sempre avuto una grande ammirazione nei suoi confronti, sia come fondatrice del Fai che come donna che ha guidato il gruppo editoriale del Corriere della Sera. Mi auguro di incontrarla presto in Sardegna».

Ha avuto modo di incontrare il nuovo ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli?

«Ancora no, ma lo conosco bene perché ho lavorato con lui alla Domus academy di Milano. È un economista molto preparato, il cui punto di vista non potrà che fare bene alla nostra Italia».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
L’intervista in tv

Alessandra Todde: «L’Italia non è il paese della felicità che racconta la premier Giorgia Meloni»

Le nostre iniziative