La Nuova Sardegna

Pigliaru e M5s: serve subito l’intervento del governo

di Alessandro Pirina
Pigliaru e M5s: serve subito l’intervento del governo

Si punta a far rispettare il divieto di vendita a Stati in guerra Puddu: molti posti di lavoro in ballo, muoversi con prudenza

09 luglio 2018
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SASSARI. Il futuro della fabbrica delle bombe è appeso al via libera del Comune di Iglesias. Senza la concessione edilizia la Rwm è pronta a lasciare la Sardegna. Così ha dichiarato l’amministratore delegato Fabio Sgarzi. Una sorta di ultimatum che rischia di deprimere ulteriormente il già depresso Sulcis. A Domusnovas sono circa 350 i posti di lavoro della Rwm, che con l’ampliamento potrebbero salire a 500. Ma l’ostacolo al raddoppio della fabbrica non è solo il nulla osta del Comune di Iglesias. L’incognita sul futuro è data dalla destinazione delle bombe. Perché è cosa risaputa, lo ha ammesso lo stesso ad, che prendono la strada della Arabia Saudita, che le userebbe nella guerra contro lo Yemen. «Vendiamo i nostri prodotti ma non abbiamo voce in capitolo sul loro successivo utilizzo», ha dichiarato Sgarzi. Ma su questo aspetto vuole vederci chiaro - e non da oggi - la politica isolana. A partire dalla Regione, che in questi mesi ha portato avanti diverse interlocuzioni per capire quale strada intraprendere. E sembra che il governatore Francesco Pigliaru sia intenzionato a chiedere al governo Conte di fare rispettare la risoluzione europea che vieta la vendita di armamenti a Stati belligeranti accusati dall’Onu di violazioni di diritti umani. Qual è appunto l’Arabia Saudita. Una posizione non dissimile da quella del Comune di Iglesias. Il nuovo sindaco Mauro Usai non la pensa diversamente dal predecessore Emilio Gariazzo, che in più di una occasione aveva espresso perplessità più che sull’ampliamento dello stabilimento sulla produzione della fabbrica e si era detto favorevole a una riconversione industriale. Cosa che invece viene ritenuta non fattibile dall’amministratore Sgarzi.

La palla, dunque, passerà al governo Conte. Già nella passata legislatura alcuni parlamentari sardi - su tutti l’ex senatore del M5s Roberto Cotti e l’ex deputato di Unidos Mauro Pili - avevano fatto pressing sulla Difesa, ma la ministra Roberta Pinotti non aveva riscontrato alcuna irregolarità. Anche perché l’Italia, a differenza di altri Stati, non ha ancora recepito la risoluzione del Parlamento europeo. Cosa che però ora gli dovrebbe essere chiesta da Pigliaru. E non solo. Anche il Movimento 5 stelle sardo è pronto a fare rispettare la risoluzione. «La nostra posizione è nota – dichiara l’ex sindaco di Assemini, Mario Puddu, in pole per la candidatura alla carica di governatore –. Noi non siamo contro le industrie che hanno una produzione militare, ma non possiamo accettare che le commesse siano per uno Stato belligerante qual è l’Arabia Saudita. Questo è il problema vero da affrontare, e ne sto già discutendo con Luigi Di Maio per capire come muoversi. Ovviamente però questo non significa che vogliamo che Rwm vada via. Sono in ballo centinaia di posti di lavoro e altri ne potrebbero arrivare in un territorio in fortissima crisi. Per questo motivo ritengo sia necessario muoversi con prudenza». Dai 5 stelle si leva anche la voce del deputato Pino Cabras, tra i più attivi nel chiedere la riconversione dello stabilimento di Domusnovas. «Non solo la Rwm, in generale non possiamo essere dipendenti da una monocultura industriale». Anche Cabras, come Puddu, distingue tra l’aspetto produttivo e quello occupazionale. «Io non sono contrario alle produzioni militari, ma il problema si pone se la preponderanza delle commesse riguarda l’Arabia Saudita. È un aspetto molto controverso, anche perché è una situazione esposta a cambiamenti repentini che potrebbero ripercuotersi sugli stessi lavoratori. Di questo argomento investiremo il governo, che a differenza del precedente, non lo trascurerà. Ma ricordiamoci che noi facciamo la guerra alla guerra, non la guerra ai lavoratori».

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