La Nuova Sardegna

Pignorata l’indennità Fasolino, Fi: «Pagherò»

di Silvia Sanna
Pignorata l’indennità Fasolino, Fi: «Pagherò»

Il consigliere regionale e sindaco di Golfo Aranci ha un debito di 425mila euro

21 luglio 2018
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SASSARI. Nella lettera datata 30 aprile, l’Agenzia delle Entrate imponeva un ultimatum, invitandolo a versare entro 5 giorni l’importo dovuto. Un debito a molti zeri, accumulato dal 2009: il totale sfiora i 425mila euro. In caso contrario, l’ente di riscossione avrebbe provveduto all’esecuzione forzata. Giuseppe Fasolino, consigliere regionale di Forza Italia e sindaco di Golfo Aranci al secondo mandato, non ha risposto all’appello perentorio. A quel punto l’Agenzia delle Entrate – così come annunciato – è passata ai fatti: parte dell’indennità mensile che Fasolino percepisce come consigliere regionale, circa 6mila euro netti, è stata sottoposta a pignoramento. Una procedura prevista dalla legge, che l’esponente di spicco degli azzurri aveva già subito nel 2009, un anno dopo l’elezione a sindaco del centro gallurese. Fasolino ha presentato ricorso al Tribunale di Tempio.

Il debito. L’elenco di tributi non versati è lungo e articolato: i primi importi risalgono al 2009, gli ultimi evidenziati dall’ente di riscossione, sono datati 2017. Si va dalle mancate dichiarazioni dei redditi all’Irpef non versata per le società commerciali di cui Fasolino era responsabile (attualmente gestisce un ristorante), sino ai bolli auto e alle multe per infrazioni del codice della strada. L’importo è lievitato di anno in anno sino a raggiungere il debito di 424.773,24 euro. Dopo il primo pignoramento dell’indennità percepita come sindaco, risalente al 2009, era stato concordato un piano di rateizzazione che evidentemente non è stato rispettato.

Pignoramento e ricorso. Giuseppe Fasolino si è reso conto a fine maggio che il suo stipendio da consigliere regionale era stato sottoposto a “dieta”. Ha chiesto spiegazioni agli uffici competenti e subito dopo ha scoperto che cosa era accaduto. Per questo, ritenendo di non aver ricevuto dall’Agenzia delle Entrate tempestiva comunicazione rispetto al provvedimento, a fine giugno ha deciso di rivolgersi all’avvocato per presentare ricorso al giudice dell’Esecuzione del Tribunale di Tempio: l’obiettivo è ottenere l’annullamento del pignoramento.

La normativa. Per recuperare i crediti gli enti di riscossione hanno varie possibilità: dalle più “miti” come il fermo amministrativo del veicolo fine alle azioni più “aggressive” come il pignoramento di un quinto dello stipendio o pensione se superiori alla cifra di 5mila euro al mese (un decimo per importi sino a 2.500 euro, un settimo per importi compresi tra 2.500 e 5mila euro). Se il debito iscritto a ruolo è superiore a 120mila euro, la legge consente l’iscrizione di ipoteca sui beni immobili del debitore con possibile esproprio dopo 6 mesi.

«Pagherò». Fa il mea culpa, ammette di avere sbagliato e assicura che estinguerà il debito sino all’ultimo centesimo. Giuseppe Fasolino però fa una distinzione netta tra il provvedimento disposto dall’Agenzia delle Entrate nei suoi confronti e la sua attività politica: «La prima è una vicenda assolutamente privata che nulla ha a che fare con il mio ruolo di sindaco e consigliere regionale». Poi spiega: «Sono un uomo come tanti, una persona che si sveglia la mattina con la responsabilità di andare a lavorare e di raggiungere gli obiettivi che si prefigge e per i quali ha sempre risposto puntualmente. Mi dispiace che qualcuno abbia voluto fare uscire la notizia, strumentalizzando il mio debito e violando la mia privacy: uno sconfinamento che mi fa ancor più comprendere il disagio e la pochezza di chi ha come obiettivo quello di diffondere informazioni private, pur di arrecare un danno alla mia immagine pubblica». Sulla sua situazione debitoria l’esponente azzurro aggiunge: «Contrarre un debito con l’Agenzia delle Entrate è, purtroppo, una situazione molto frequente di questi tempi; anche io, alla stregua di molti imprenditori e di tantissime famiglie, ho contratto un debito, gravato da oneri che ne hanno reso complessa la gestione, proprio in virtù della rigidità del sistema, che ad ogni minimo errore o dimenticanza, vessa il contribuente. Ma poiché è un debito lo pagherò nella forma e nei modi che vengono imposti». E poi conclude: «Rimane il profondo sconforto per coloro che, non trovando leve politiche, vivono alla ricerca di episodi privati nel tentativo di screditare un uomo e la sua dignità. Mi rincresce per loro e per il tempo che potrebbero investire in maniera più utile per la comunità. Io andrò avanti, sempre a testa alta».



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