La Nuova Sardegna

Spiagge da difendere: le ordinanze anti-cafoni

di Claudio Zoccheddu
Spiagge da difendere: le ordinanze anti-cafoni

Da Cuglieri a Stintino: sindaci in prima linea per tutelare l’ambiente

25 luglio 2018
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SASSARI. Nell’antologia dei tipi da spiaggia i più fastidiosi sono quelli che non rispettano le regole più elementari, quelle dettate dall’educazione. Figuriamoci quelle imposte da ordinanza e divieti. Per controbattere all’esercito di cafoni che invade le spiagge dell’isola, spesso, vengono fuori contromisure stravaganti come quella adottata dal sindaco di Cuglieri che, per evitare di vedere la spiaggetta di s’Archittu sommersa dai rifiuti è andato alla base del problema vietando cibi e bevande, oltre alle sigarette. Una scelta che ha fatto scalpore e che sarà complicato far rispettare anche perché l’ordinanza impedirebbe ai bagnanti anche di dissetarsi. Difficile, insomma, ma non è il primo caso di divieti che potrebbero sembrare strampalati.

Le ordinanze. Far capire a un turista il divieto di utilizzare l’asciugamano in spiaggia poteva sembrare complicato. E invece, a Stintino ci sono riusciti. Il motivo è nobile: salvare la sabbia della Pelosa. La difesa dell’ambiente ha fatto centro e quasi tutti secondo in spiaggia con la stuoia e l’asciugamano, si lavano i piedi prima di andar via e, soprattutto, non fumano in spiaggia se non nelle aree in cui è consentito dove in poco tempo sono state raccolte 20mila cicche che diversamente sarebbero rimaste sulla sabbia, anche se magari non tutte. Il primo caso di divieto di fumo in spiaggia, però, non è quello della Pelosa. Nel 2006 il sindaco di Cabras, che all’epoca era il sardista Efisio Trincas, aveva deciso di vietare le sigarette nella spiaggia di Is Aruttas. Una novità dato che, dodici anni fa, le uniche spiagge in cui era vietato fumare erano in Australia (due) e in California (una). Sempre dal Sinis, questa non per tutelare la salute pubblica ma quella dell’ambiente, il sindaco dei divieti aveva provato a imporre quello delle scarpe da ginnastica in spiaggia a favore delle infradito. Motivo: evitare che i granelli di quarzo delle spiagge del Sinis finissero dentro le scarpe e venissero trasportate altrove.

Poi non se ne fece nulla ma il dress code per la spiagge del Sinis stimolò perlomeno una riflessione sulla tutela ambientale. Un po’ come i blitz della Guardia Costieria stanno insegnando ai bagnanti che per occupare uno spazio in spiaggia non è consentito piazzare l’ombrellone dalla notte prima. Ma non è l’unica norma che pochi conoscono. Ad esempio, nelle spiagge della Sardegna è vitato qualsiasi tipo di attività sportiva o gioco, se non in aree delimitate. Anche la musica dovrebbe essere un tabù, esattamente come la presenza degli animali che, però, hanno libero accesso alle spiagge tra le 20 e le 8 del mattino. Una possibilità ignorata da molti possessori di animali domestici.

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