La Nuova Sardegna

Per la prima volta una donna a capo del Reparto celere

Per la prima volta una donna a capo del Reparto celere

Cammi, in divisa da 28 anni, lavora alla questura di Cagliari «Non mi sono mai sentita discriminata per il mio sesso»

30 luglio 2018
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SASSARI. Adriana Cammi è la prima donna in Italia a guidare un Reparto mobile della polizia, la vecchia celere, luogo maschile per eccellenza. L’ha nominata la scorsa settimana il capo della polizia Gabrielli: Adriana Cammi, che indossa la divisa da 28 anni, dirigerà il Reparto mobile della Questura di Cagliari. Una nomina inaspettata perché, anche se ormai le donne dirigenti sono tante negli uffici della polizia – a partire da Bibiana Pala, capo della Squadra mobile di sassari – non c’era ancora nessuna donna in Italia a comandare un Reparto mobile.

Adriana Cammi è riuscita a sfondare il famoso soffitto di cristallo. In polizia da 28 anni, è arrivata a Cagliari nel 1996. «Per me è un onore e un onere che un po’ mi spaventa, ho una bella responsabilità nei confronti delle colleghe essendo la prima in questo ruolo anche se ormai sono tante le donne in posti di potere nella polizia», ha detto la dirigente. Che ha ricordato come fino a poco tempo fa le donne fossero escluse dal reparto mobile. «Dall’agente al dirigente dovevano essere solo uomini». Poi le cose sono cambiate. «Dal 2008 ci sono anche corsi per chi tuetla l’ordine pubblico, per imparare a gestire le situazioni più difficili e drammatiche con psicologia ed equilibrio. Il reparto mobile non è infatti solo forza, ma è intelligenza, strategia e organizzazione», ha sottolineato la poliziotta. Che non ha alcuna paura dei suoi colleghi maschi. «Non ricordo di aver mai avuto problemi con i colleghi maschi per il fatto di essere donna negli anni in cui ho diretto i vari uffici: da quando lavoravo in strada con gli agenti delle volanti, dalla gestione dell’ordine pubblico all’ufficio minori. Con i ragazzi del Reparto mobile poi c’è stima, rispetto. Sono 150, ci conosciamo, no, non credo proprio che sarà complicato. Da noi contano il merito, le capacità. Io non mi sono mai sentita discriminata per il mio sesso, al massimo ho pensato di non essere abbastanza esperta all’inizio».

Adriana Cammi è stata brava anche nel conciliare il suo lavoro con la famiglia. Ha due figli ormai grandi, uno appena laureato, l’altra liceale. «Sono come tante donne che ogni giorno si trovano a dover far quadrare i conti, le responsabilità familiari con un lavoro intenso e coinvolgente. Io non ho mai avuto problemi, ho lavorato alle volanti fino al settimo mese di gravidanza».

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