sotto choc
L’amico del cuore: un ragazzo unico stava per sposare la fidanzata Laura
PUTIFIGARI. In questo momento della sua vita il progetto più importante, quello che lo rendeva felice e determinato, era il futuro da costruire con Laura. Un progetto di famiglia. Per questo aveva...
31 luglio 2018
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PUTIFIGARI. In questo momento della sua vita il progetto più importante, quello che lo rendeva felice e determinato, era il futuro da costruire con Laura. Un progetto di famiglia. Per questo aveva deciso di sposarla e per questo aveva chiesto a uno dei suoi più cari amici, Dario, di fargli da testimone. «Sì, me lo aveva detto poco tempo fa. Era felice, in Laura aveva trovato uno stimolo importante, erano fatti l’uno per l’altra, si davano forza a vicenda e Fabrizio aveva tanta voglia di costruire una famiglia con lei».
Dario ha saputo della morte dell’amico ad Amsterdam, dove vive da un po’ di tempo. Ha pianto, ha versato tantissime lacrime e al telefono riusciva a malapena a parlare: «Era un ragazzo incredibilmente generoso, solare, con la battuta sempre pronta. Aveva le sue passioni, tra tutte l’equitazione era quella più grande. È stato anche vice campione italiano di endurance, un bravissimo fantino». E la moto? «La moto la stava scoprendo da poco e la Ducati in particolare è un premio che si è voluto concedere». Fabrizio era molto legato alla famiglia, aveva una sorella e un fratello più piccolo. «Era anche un grande sportivo, non aveva chissà quale passione per una squadra in particolare, però era un bravissimo portiere di calcetto». Gli piaceva fare attività fisica e tenersi in forma ma ciò che lo rendeva così bello agli occhi di chi lo conosceva era soprattutto la sua incredibile semplicità: «Lui si divertiva e faceva divertire gli altri con le piccole cose, come una cena tra amici. Nulla di più».
Due chiacchiere, tante risate e Fabrizio era felice. «Il vuoto che lascia è incolmabile – dice un altro – non sarà facile andare avanti senza di lui, non potevamo aspettarci una cosa simile, non doveva succedere e le lacrime non si fermano». (na.co.)
Dario ha saputo della morte dell’amico ad Amsterdam, dove vive da un po’ di tempo. Ha pianto, ha versato tantissime lacrime e al telefono riusciva a malapena a parlare: «Era un ragazzo incredibilmente generoso, solare, con la battuta sempre pronta. Aveva le sue passioni, tra tutte l’equitazione era quella più grande. È stato anche vice campione italiano di endurance, un bravissimo fantino». E la moto? «La moto la stava scoprendo da poco e la Ducati in particolare è un premio che si è voluto concedere». Fabrizio era molto legato alla famiglia, aveva una sorella e un fratello più piccolo. «Era anche un grande sportivo, non aveva chissà quale passione per una squadra in particolare, però era un bravissimo portiere di calcetto». Gli piaceva fare attività fisica e tenersi in forma ma ciò che lo rendeva così bello agli occhi di chi lo conosceva era soprattutto la sua incredibile semplicità: «Lui si divertiva e faceva divertire gli altri con le piccole cose, come una cena tra amici. Nulla di più».
Due chiacchiere, tante risate e Fabrizio era felice. «Il vuoto che lascia è incolmabile – dice un altro – non sarà facile andare avanti senza di lui, non potevamo aspettarci una cosa simile, non doveva succedere e le lacrime non si fermano». (na.co.)
