La Nuova Sardegna

Air Italy, tensione alta Rigotti: pronti a lasciare

Air Italy, tensione alta Rigotti: pronti a lasciare

Ministri assenti all’incontro al Mise. La Regione: non si depotenzi la base di Olbia I sindacati verso lo sciopero. L’azienda promette nuove assunzioni in tempi brevi

01 agosto 2018
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OLBIA. La vertenza Air Italy rischia già lo stallo. Per ora il tavolo al Mise è stato rimandato a settembre. Dopo la pausa estiva. Ma i toni diventano sempre più duri. Il vice presidente di Air Italy Marco Rigotti è intervenuto come rappresentante degli azionisti, dichiarando che, «se l’Azienda sarà costretta a operare in un ambiente ostile, il progetto Air Italy – già di per sé molto sfidante e caratterizzato da un enorme impegno finanziario – verrà abbandonato». Una posizione di fuoco che ha allarmato la Regione e i sindacati. Ma c’è un altro aspetto che non si trova nei comunicati, ma è forse più preoccupante delle parole di Rigotti. Al tavolo c’erano il governatore Francesco Pigliaru, l’assessore ai Trasporti Carlo Careddu, i vertici nazionali del settore trasporti dei sindacati, a latitare era il governo. Nessun ministro, né sottosegretario. A rappresentare il governo c’erano il vice-capo di gabinetto Girgis Sorial, responsabile Unità di crisi, e il direttore Giampietro Castano. Forse un po’ poco per la vertenza che riguarda 51 lavoratori che da Olbia sono stati spostati a Malpensa.

L’azienda. Air Italy fa capire di avere una strategia definita. Spiega che a essere trasferito è solo il 16 per cento del persona di terra. «Il Chief Operating Officer di Air Italy, Neil Mills, ha spiegato come la scelta di accentrare le funzioni a Malpensa sia stata assunta al termine di un processo di analisi ed è legata al ruolo di hub di Malpensa. Mills ha confermato che non saranno spostate altre funzioni da Olbia». Rigotti ha cercato di rilanciare. Ha confermato il piano industriale che prevede una crescita del personale di volo. E ha annunciato l’assunzione di 10 persone per l’attività di Maintenance.

La Regione. Mantiene la guardia altissima la Regione. Pigliaru attacca: «Abbiamo chiesto che in un’azienda che ha un ambizioso piano di crescita, si garantisca la crescita della base sarda. La sua centralità, riconosciuta da tutti ma finora solo a parole. Chiediamo che la Sardegna sia protagonista di quella crescita. Le condizioni ci sono tutte, ogni altra prospettiva non positiva sarebbe non solo inaccettabile ma anche del tutto ingiustificata. Non vogliamo pensare che il governo sottovaluti questa vertenza». L’assessore Careddu: «Come promesso dal Ministro Toninelli insistiamo perché il Governo sostenga le richieste avanzate dalla Regione e dalle parti sociali per avere i dettagli di un piano industriale che garantisca crescita occupazionale e nuovi traffici aerei per la Sardegna. Vogliamo sperare che il lungo rinvio che il direttore del tavolo ministeriale ha accordato venga utilizzato dai ministri per interloquire con l'azienda insieme alla Regione. Pronti a collaborare con il Governo nell'interesse dell'Isola al di là delle diverse appartenenze politiche e partitiche».

I sindacati. L’allarme maggiore è dei sindacati.«L'azienda ritiri i 51 trasferimenti e promuova un vero piano industriale di sviluppo». È la posizione dei sindacati confederali espressa nel vertice su Air Italy. «È stato un incontro interlocutorio», hanno dichiarato al termine del confronto il segretario Confederale della Cisl, Andrea Cuccello, responsabile del settore trasporti, ed il segretario della Cisl Sarda, Gavino Carta. «Non vorremmo che la riduzione della forza lavoro sarda del 16% fosse propedeutica nel corso del tempo ad ampliare la platea dei trasferimenti». Il segretario generale di Uiltrasporti Sardegna, William Zonca, parla di «strafottenza inaccettabile. Air Italy sta portando avanti le sue scelte in maniera unilaterale senza guardare in faccia nessuno», e annuncia che «la rottura del sistema consolidato delle relazioni sindacali porterà a nuove azioni di sciopero». Intenzione confermata da Arnaldo Boeddu, segretario regionale di Cisl Trasporti: «La Filt insieme alla Uil alla Cisl andranno avanti con la proclamazione di un primo sciopero. Sindacati, Regione e azienda sono presenti alla riunione ai massimi livelli. Il Governo invece partecipa con il solo vice capo di gabinetto del ministro Di Maio: questa è l'attenzione che il governo ci riserva». Documento di fuoco anche delle segreterie territoriali di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl, TA, Anpav. «Le organizzazioni sindacali firmatarie dell'accordo del 2016, auspicavano la presenza dei Ministri competenti a un incontro al quale erano presenti i massimi esponenti della Regione e i vertici aziendali al completo. Non contestiamo il piano di sviluppo su Malpensa, ma sono inaccettabili i 51 trasferimenti. Oltre ai trasferimenti del personale di terra previsti da ottobre, sono in corso quelli di 25 tecnici di linea e di altri 15 tecnici reintegrati dal giudice a cui potrebbero aggiungersi a ottobre anche i trasferimenti di 40 assistenti di volo. Se non è questo uno svuotamento della base di Olbia». (l.roj)

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