La Nuova Sardegna

Tre sfidanti per Puddu nella corsa a governatore

di Umberto Aime
Tre sfidanti per Puddu nella corsa a governatore

L’ex sindaco di Assemini non è l’unico candidato dei 5 stelle a guidare la Regione Gli avversari: una dirigente regionale, una dipendente pubblica e un ricercatore

02 agosto 2018
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CAGLIARI. Quattro candidati per la presidenza della Regione, due uomini e due donne, e poi altri 350, o forse 400, in corsa come consiglieri. Gli iscritti del Movimento 5 stelle si sono scatenati nelle loro primarie online in vista della elezioni del 2019. Alle 10 lo Staff della Piattaforma Rousseau ha schiacciato lo start è sono partite le Regionarie in Sardegna. Alle 19 ha detto stop e fra una o due settimane si saprà chi avrà vinto nella battaglia interna delle preferenze, o perso. A quel punto chi avrà avuto la meglio farà parte della pattuglia ufficiale formata dai 60 candidati «pentastellati». Anzi, meglio: 59, che saranno divisi secondo la ripartizione dei seggi in ciascuno degli otto collegi, più il presidente in pectore.

I quattro presidenti. Il coordinatore regionale Mario Puddu, la cui candidatura era scontata, alla fine tre avversari li ha trovati. Sembrava destinato a una corsa solitaria e invece a rovinargli la possibile marcia trionfale si sono messi l’algherese Maria Rita Monagheddu, 56 anni, dirigente dell’assessorato regionale al lavoro, Anna Sulis, cagliaritana, 56 anni, dipendente dell’Agenzia del lavoro e il ricercatore universitario Luca Piras, 51 anni, anche lui residente a Cagliari. Il più noto del quartetto è di sicuro Puddu: primo sindaco del Movimento in Sardegna, ad Assemini nel 2013, riconosciuto e popolarecatalizzatore dei grillini nell’isola, fedelissimo di Luigi Di Maio. Dovrebbe vincere e mani basse. Gli altri tre candidati sono invece tutti da scoprire e qualcosa di più è stato possibile saperlo attraverso le “dichiarazioni d’intenti” pubblicate su Rousseau.

Eccomi. Puddu ha scritto un po’ di tutto: «La mia candidatura nasce dall’amore totale e viscerale per la Sardegna unito all’entusiasmo del M5s. Il mio senso di appartenenza ai valori della nostra terra è da sempre manifesto, come lo dimostra la bandiera dei Quattro mori che io stesso ho portato nel mio ufficio comunale, come primo gesto da sindaco della città (Assemini) che ho avuto l'onore di amministrare. Non un atto strumentale o studiato però neppure casuale: semplicemente istintivo, che viene da dentro perché c’è e basta. Così come mai nessuno di noi si chiederà perché vogliamo bene a nostra madre». Per aggiungere: «La lingua sarda è tutt’altro che uno slogan folk bensì il vero e proprio fondamento della nostra identità». E ancora: «Sogno una Sardegna valorizzata per le sue bellezze ma spesso messe in ombra e svendute dalla classe politica. Voglio una Sardegna proiettata in una dimensione mediterranea, europea, internazionale». Per chiudere: «Voglio, fortemente voglio, una terra i cui abitanti siano rispettosi del territorio e del paesaggio: è il bene più nobile che abbiamo. Credo, infine, in un popolo unito e fiero: centus concas, cincus istellas».

Gli altri. Laconica fino alla didascalia è sta la dichiarazione d’intenti di Anna Sulis, «M’impegno a rispettare i principi del Movimento», ma subito dopo ha svelato alcune passioni: socia del Club Alpino e tre raccolte di poesie pubblicate. È lungo un romanzo il curriculum di Maria Rita Monagheddu, trenta righe fitte, mentre il programma di fatto è un riassunto: «Sono pronta a dare una mano per costituire e far funzionare una squadra che possa restituire speranza e dignità alla mia Regione, ai sardi, e ai nostri giovani. Nel momento in cui questo obiettivo sarà affidato a una persona più valida, ne sarò molto contenta. Se invece mi sarà affidato non lo porterò avanti da sola neanche per un minuto». E infine Luca Piras: «La nostra regione è stata retrocessa dall’Europa ed è stato il risultato delle attuali e fallimentari politiche, incapaci di guardare al futuro. In caso di elezione m’ impegno ad assumere solo decisioni nell'esclusivo interesse dei cittadini. Trasparenza e responsabilità sono pilastri inscindibili. È possibile coniugare sviluppo economico ed equità sociale». Fra questi candidati gli iscritti hanno scelto il loro possibile governatore.

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