La Nuova Sardegna

L’Ats taglia i posti letto insorge il Nord dell’isola

di Giovanni Bua
L’Ats taglia i posti letto insorge il Nord dell’isola

I sindaci e il Pd di Sassari, Alghero e Ozieri: l’assessore ritiri subito la delibera 

04 agosto 2018
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SASSARI. Una bozza di delibera galeotta, che circola da giorni nelle stanze dei primari e degli amministratori del Sassarese. Che prevede la “ripartizione tendenziale” dei posti letto nelle strutture ospedaliere dell’Isola, tratteggiando quello che per il capo di sopra sarebbe un vero bagno di sangue. Le segreterie Dem di tutti i livelli che, dopo il fuoco di fila delle opposizioni che va avanti da giorni, decidono che è il momento di battere un colpo, insieme ai sindaci di Sassari, Ozieri, Alghero, principali bersagli delle forbici regionali. L’assessore alla Sanità Arru che ribadisce: «Mi spiace per la scarsa fiducia. La delibera, che applica la riforma della rete ospedaliera, è stata bloccata proprio per permettere la discussione. E la bozza di cui si parla è una divisione “tendenziale” assolutamente aggiustabile e aperta al confronto. Rimanendo chiaramente fermi sullo spirito della riforma, e senza perdere di vista la capacità organizzativa nell’uso dei posti letto, che è più importante del loro semplice numero». Rassicurazioni ribadite, poche ore prima, dal presidente della Regione Francesco Pigliaru, a Sassari per firmare il protocollo di intesa sulla Cittadella Giudiziaria nell’ex carcere di San Sebastiano.

La “bozza” verrà cambiata, sostiene insomma con forza la Regione, e nessun blitz agostano è in programma. Ma le promesse sembrano non bastare più, anche perché la tabella dei numeri gira impazzita tra corsie e corridoi. E recita: 28 posti in meno in chirurgia generale, 20 letti in meno in medicina e 26 in meno di lungodegenza solo a Sassari, cui si aggiungono i tagli ad Alghero ed a Ozieri. E ancora 50 posti di lungodegenza tra Sassari e Olbia (neanche uno all’ospedale di Sassari) contro i 133 di Cagliari i 34 dell’Ogliastra e i 22 del Sulcis. Per non parlare dei 9 posti letto a Sassari per la gastroentorologia contro i 12 del Mater Olbia e i 46 di Cagliari o il declassamento della patologia chirurgica. Un conto astronomico, che Sassari non è disposta a pagare. Puntando il dito a volte contro il Mater Olbia, altre volte, insieme ad Olbia, contro il “ricco” Cagliaritano.

«Lealtà con la giunta non può significare nascondere le preoccupazioni o far finta che vada tutto bene, la riforma del sistema sanitario non poteva essere rinviata, ma la sua gestione richiede correttezza e mantenimento degli impegni: non si cancellano servizi prima che siano pronti quelli sostitutivi e i sacrifici vanno suddivisi tra territori – tuona in una lettera aperta indirizzata a Pigliaru e Arru il segretario provinciale Dem Gianpiero Cordedda insieme ai segretari cittadini di Sassari Gianni Carbini, di Alghero Mario Salis e di Ozieri Giuseppina Sanna –. Siamo consapevoli che la delibera prevede un periodo di 3 anni entro i quali raggiungere i risultati, ma il dato finale porta ad una riduzione che penalizza l’assistenza sanitaria del Nord Sardegna con tagli pesanti dei posti letto di medicina, chirurgia e lungodegenza al Santissima Annunziata, a d Alghero e Ozieri. Preoccupa che Ats continui a comportarsi come se gli ospedali di eccellenza non siano dei veri Hub ma dei competitori».

«Sorprende che anziché dare attuazione alla riforma della rete ospedaliera, approvata ormai da circa un anno – attaccano i sindaci di Sassari, Alghero e Ozieri, Nicola Sanna, Mario Bruno e Marco Murgia – si cerchi di imporne un’altra a colpi di delibere di giunta. Una mannaia sulla sanità pubblica del nord Sardegna che cancellerebbe la riforma indebolendo o chiudendo in maniera surrettizia gli ospedali che invece vengono tutelati dalla riforma dello scorso anno. Ci si concentri sul riordino del sistema sanitario territoriale in modo da poter compensare con i servizi adeguati l’eventuale riorganizzazione di posti letto ospedalieri. Si ritiri una proposta altamente lesiva nei confronti dell’intero nord Sardegna fortemente penalizzato dal taglio dei posti letto pubblici a favore di quelli privati».

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