La Nuova Sardegna

Caso Air Italy, Scanu attacca: «L'anomalia è Rigotti»

di Luca Rojch
Un aereo di Air Italy sulla pista di Olbia
Un aereo di Air Italy sulla pista di Olbia

Nel mirino dell’ex deputato del Pd finisce il vicepresidente della compagnia:  I rapporti col Qatar sono ottimi. Lui ha uno stile diverso, parla in modo arrogante 

05 agosto 2018
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SASSARI. Usa la clava per salvare delicati rapporti diplomatici. Gian piero Scanu, ex parlamentare Pd, ha un filo diretto con la galassia Qatar. Lui, un po’ il padre del Mater Olbia, ha da sempre un canale privilegiato con i piani alti dell’emirato che va a gas.

Sul caso Air Italy ha le idee chiarissime ed entra in modo netto. «In questa storia c’è una anomalia, si chiama Marco Rigotti». Il parlamentare punta il dito contro il vicepresidente di Air Italy. «Di fronte a questa anomalia dobbiamo fare due riflessioni. Dobbiamo espellerla soprattutto quando l’anomalia compromette un rapporto più vasto. Se non si fa chiarezza con Air Italy le tensioni su questo terreno possono nuocere al rapporto con altri ambiti di intervento col Qatar. Non ci può essere un Qatar buono rappresentato da Qatar foundation e un Qatar cattivo che è rappresentato da Air Italy. Infatti non è così».

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Secondo Scanu le tensioni sul caso dei 51 trasferimenti da Olbia a Malpensa dei dipendenti di Air Italy potrebbero deteriorare anche gli altri rapporti che la Sardegna ha con il ricchissimo emirato che nell’isola possiede anche la Costa Smeralda e il Mater Olbia.

Ma il suo è un discorso più generale. «Per due volte Akbar Al Baker, il Ceo di Qatar airways, lasciò il tavolo in cui si trattava il salvataggio di Meridiana. E per due volte gli interventi del ministro Graziano Delrio e del premier Paolo Gentiloni impedirono la rottura. Entrambi fecero leva sull’emiro perché si chiudesse l’accordo. E in tutti e due i casi si fece notare come il Qatar avesse altri investimenti in Sardegna e avesse un programma di sviluppo. Che in parte si basava anche sul Mater. Si deve comprendere che non è solo un ospedale, ma anche un sistema economico che porta sviluppo a tutta la Sardegna. Un altro aspetto che si deve tenere presente è l’intervista fatta dalla Nuova all’ambasciatore del Qatar in Italia. E proprio in quell’occasione fece capire che il Qatar aveva una visione sistematica e organica dei suoi investimenti e che puntava sull’isola».

Il nodo. Scanu non nasconde il fatto che la gli attriti su Air Italy abbiano un effetto domino su tutti i rapporti con il Qatar. «La mia preoccupazione è che il comportamento maldestro della managment di Air Italy possa compromettere le relazioni politico istituzionali che si hanno col Qatar. Visto anche che l’Italia in questi ultimi mesi sembra non offrire più quel rating di affidabilità cercato dagli investitori stranieri. Come paese viviamo un momento di non splendore. Noi come il resto di Italia abbiamo bisogno di imprenditori affidabili. Ho sempre avuto ottimi rapporti con i manager del Qatar ai più alti livelli. E anche con l’ambasciatore. Ho avuto interlocuzioni di totale correttezza istituzionale. Per questo dico che l’atteggiamento dei manager di Air Italy la considero una anomalia. Una anomalia che va cancellata. La sua mancata espulsione potrebbe compromettere i rapporti con il Qatar. In particolare in ambiti diversi da quelli di Air Italy. Non ci può essere un Qatar buono, come la Qatar foundation, e uno cattivo, come Air Italy. Il Qatar è uno solo. E la conferma di quello che dico è l’apertura mostrata da Mark Robin Boraman, il nuovo manager alla guida di Maintenance. Che ha mostrato una vera apertura e una voglia di dialogo con i dipendenti e le istituzioni».

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Poi l’affondo. «Non voglio politicizzare questa vertenza, ma l’assenza del governo all’incontro al Mise su Air Italy è clamorosa. Ora i ministri Di Maio e Toninelli dovranno mettersi in gioco. Non si può accettare che mandino un vice capo gabinetto a un incontro istituzionale in cui ci sono il presidente della Regione, l’assessore ai Trasporti, i vertici do Air Italy e quelli sindacali. Non vorrei che il governo abbia scelto di abbandonare la Regione in questa partita. E magari lo abbia fatto anche per altri motivi».

Non concorrenza. «Nessuno mette in dubbio l’importanza dell’Hub di Malpensa, che deve restare centrale nello sviluppo di Air Italy– continua Scanu –. Ma il cuore e la testa della azienda devono restare a Olbia. Condivido la battaglia che in questi anni ha fatto l’assessore Carlo Careddu. Olbia deve restare centrale, come è stato declinato nel piano industriale. Il potenziamento di Malpensa deve essere parallelo a quello di Olbia. Come era nello spirito degli accordi. E non posso che elogiare anche l’atteggiamento del governatore Pigliaru e dei sindacati che hanno sempre evitato la contrapposizione tra Olbia e Milano, ma hanno chiesto un approfondimento. La vera anomalia si chiama Marco Rigotti. Il Qatar non ha mai parlato in modo arrogante come fa Rigotti tradendo un sistema di relazioni che il principe (Karim Aga Khan) ha imposto di fatto sin dall’inizio. Tutte le relazioni si sono svolte sempre nel massimo rispetto della Sardegna. Trattare con il principe significava trattare con trasparenza. E il principe, numeri alla mano, ci ha rimesso milioni di euro. Il suo errore è non avere messo alla guida della compagnia aerea le persone giuste. Un errore pagato dal principe con i suoi soldi. Questo stile è stato tenuto dal Qatar. Per questo dovrebbe prendere le distanze da Rigotti e dai sui sodali di oltremare. Vorrei che si privilegiassero soluzioni di comune interesse. Si devono salvaguardare i posti di lavoro e difendere la centralità di Olbia, che non significa solo mantenere la sede legale».

Attenzione antilega. Scanu lancia l’allarme anche sulle pressioni che arrivano dal nord e spingono Malpensa. «Certe tentazioni nordiste e lombarde le ho notate anche nel precedente governo. E a maggior ragione le temo in questo. Ma sono certo che gli ottimi Pigliaru e Careddu sapranno vigilare anche su questo aspetto».
 

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