La Nuova Sardegna

Urbanistica, Pigliaru: la legge non sarà stravolta

di Umberto Aime

Il governatore: tutela dell’ambiente e sviluppo sostenibile sono le priorità L’assessore Erriu: colmata una lacuna lunga 29 anni, finalmente regole certe

09 agosto 2018
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CAGLIARI. La Legge urbanistica «è questa e non sarà stravolta dall’aula». I 90 articoli licenziati dalla commissione «resteranno come sono», per il governatore Francesco Pigliaru. Corvi, menagrami e possibili piantagrane è meglio tenerli alla larga subito, molto prima del dibattito, in Consiglio regionale, che comincerà fra un mese e mezzo. Il suo discorso è stato chiaro: «Non vedo perché – ha detto – dovrebbe accadere quel disastro che qualcuno ipotizza. Noi tutti finora abbiamo fatto un buon lavoro e qualunque passo indietro, di lato o fuga chissà dove sarebbe solo un clamoroso errore. Vanificherebbe mesi e mesi di dibattiti, confronti e correzioni che ci sono state quando abbiamo capito di avere a disposizione soluzioni migliori di quelle cui avevamo pensato all’inizio». Per arrivare a questa prima conclusione: «Alla Sardegna e a tutti i sardi consegniamo una buona legge in cui la priorità, come sempre abbiamo detto, è la tutela dell’ambiente ma con a fianco uno sviluppo sostenibile fondato sulla qualità delle scelte, senza nessun ulteriore consumo del territorio se non minimo». Sarà «solo dello 0,012 in più», secondo i calcoli della Regione, spalmati su 529 milioni metri quadri, è il perimetro delle coste sarde nella fascia dei 300 metri dal mare. «Cinquantaquattro milioni – ha sottolineato Pigliaru – sono quelli che finora sono stati utilizzati e quindi alla fine il nuovo potenziale consumo potrebbe essere intorno ai sessantamila metri quadri». Non lo dice, ma la sintesi del suo pensiero, non autorizzata, dovrebbe essere questa: un’inezia, appunto lo 0,012 per cento. Che può essere trasformato in metri cubi: non saranno più di 210mila se tutti i 140 alberghi sul mare, sono quelli che hanno ancora a disposizione un possibile bonus di cubature, dovessero presentare la richiesta di costruire centri benessere, piscine, are congressi o aumentare la grandezza delle stanze senza però fra crescere i posti letto. Nel giorno in cui la legge, riveduta e corretta in più parti, è stata presentata l’assessore all’urbanistica Cristiano Erriu ha detto: «È un testo moderno, al passo con i tempi e che colma un vuoto lungo ventinove anni, la precedente legge risale al 1989, quando ancora non si parlava certo di paesaggio e ambiente. Ora c’è la nuova che racchiude in sé regole certe per tutti: dai Comuni, ritornano ad avere un ruolo centrale e grazie ai Piani urbanistici decideranno il futuro del territorio, agli investitori. Quando gli articoli saranno approvati dal Consiglio regionale, e gli imprenditori avranno ben chiaro quelli che potranno o non dovranno fare senza più inseguire scappatoie e deroghe».

Il riassunto. Può sembrare impossibile quando si ha che fare con una materia così complessa come l’urbanistica. Ma forse la filosofia della legge è davvero quella scritta nei primi articoli «è improntata al rispetto dei principi di collaborazione istituzionale, sussidiarietà, adeguatezza, semplificazione, efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa» e sempre nel «rispetto inderogabile delle prescrizioni previste dal Piano paesaggistico regionale», è quello del 2006 e che continua a essere il vero testo sacro. Certo, non basteranno queste enunciazioni a sgomberare il campo dalle contestazioni arrivate e che continueranno ad arrivare dagli ambientalisti, ma il centrosinistra ha la convinzione di aver fatto un buon lavoro e «lo dimostreremo ancora in ogni occasione», ha concluso l’assessore Erriu.

Condivisione. Della partecipazione che c’è stata e «mai si dovrà fermare» ha parlato il presidente della commissione urbanistica Antonio Solinas del Pd «Con tutte le assemblee promosse nei territori credo che questa legge passerà alla storia come una delle più condivise», ha detto, per poi ricordare: «Abbiamo ascoltato tutti e abbiamo raccolto qualunque suggerimento necessario per rendere il testo non solo più snello, da 113 articoli siamo scesi a novanta, ma più preciso e rispondente non alle esigenze di questo o quello ma della Sardegna. Oggi abbiamo sul tavolo oltre un centinaio di pagine, tabelle comprese, destinate a tracciare la strada maestra. Sono questi gli articoli che, a settembre, saranno approvati dalla nostra maggioranza. Che si è dimostrata comunque compatta seppure nelle inevitabili differenze, ma alla fine, dopo averle limate, crediamo davvero di aver trovato il giusto equilibrio fra tutela dell’ambiente e apertura allo sviluppo anche nei territori rimasti finora ai margini del turismo».

La sostanza. Sui bonus volumetrici per gli alberghi, compresi quelli nei 300 metri dal mare, non c’è nulla di nuovo. I premi saranno del 25 per cento fino a un massimo di 1.500 metri cubi, non cumulabili con altri premi concessi in passato e i nuovi saranno calcolati sulle cubature iniziali non su quelle aumentate di volta in volta. Le nuove strutture dovranno essere costruite il più possibile lontano dai 300 metri e «avere un minimo impatto ambientale» che dovrà ottenere sempre un via libera preventivo. L’unica deroga sull’aumento dei posti letto è stata concessa ai piccoli alberghi oggi sotto quella quota. Sfruttando il bonus potranno raggiungerla e quindi ritorneranno a essere competitivi. Poi c’è il capitolo riservato ai Comuni, che come detto ritorneranno a essere protagonisti nel governo del territorio. Entro tre anni dovranno approvare il Piano urbanistico, meglio ancora se intercomunale, perché è attraverso questo strumento che decideranno dove e cosa potrà essere costruito, semmai dopo esserci confrontati in assemblee pubbliche con gli abitanti. Una volta individuate le aree, ogni Comune potrà mettere a bando i metri cubi e aspettare le risposte dal mercato degli investitori. Sia chiaro: mai ci potrà essere una nuova costruzione nei 300 metri dal mare, ma sempre fuori dalla fascia costiera. Da parte sua la Regione metterà a disposizione le risorse, coprendo fino al 90 per cento delle spese sostenute dai Comuni, e personale, i tecnici saranno un centinaio, per facilitare l’iter. A proposito: la Regione ha confermato di aver intavolato col ministero ai beni ambientali la co-pianificazione per estendere il Piano paesaggistico anche alle zone e l’operazione dovrebbe concludersi entro l’anno prossimo. Sempre per quanto riguarda i Comuni la tabella che ricalcolava i metri cubi ancora a disposizione è stata cancellata ed è ritornata in vigore quella prevista dal Piano paesaggistico. Poi per quanto riguarda le case in campagne gli agricoltori non professionisti potranno costruire punti d’appoggio fino a 30 metri quadri se la proprietà è sotto i 10 ettari, il doppio se oltre. Mentre gli agricoltori professionisti avranno come riferimento la tabella in cui sono elencate le diverse colture e il lotto minimo previsto parte dai due ettari in su.

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