La Nuova Sardegna

Il tesoretto della Regione: immobili per un miliardo di euro

Il tesoretto della Regione: immobili per un miliardo di euro

È proprietaria di 12.682 strutture: edifici, alberghi, ex-carceri e anche discoteche. L’assessore Erriu: vogliamo promuovere la riconversione di questo patrimonio

10 agosto 2018
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CAGLIARI. Quanto vale il patrimonio immobiliare della Regione? La Corte dei conti, l’anno scorso, ha preteso una stima. Così, nel bilancio, è comparsa questa cifra: 872 milioni e 154mila euro, più altri 263 milioni e mezzo di terreni. Per poi scoprire, anche grazie a quell’elenco, che la Regione è proprietaria di discoteche, ad Arzachena, chiese, a Santa Maria La Palma, campi sportivi un po’ dovunque, ex carceri, all’Asinara e Castiadas, oltre all’Arsenale di La Maddalena, più diversi alberghi e molte case cantoniere. È stato un passo avanti importante stimare il valore reale, tra l’altro sottostimato, perché prima di allora un vero censimento economico mai era stato fatto. Per l’assessore Cristiano Erriu però quello è stato solo un punto, ma per mettere ordine un po’ dappertutto serviva una ben altro. «Mercoledì – dice – la Giunta ha approvato infatti un disegno di legge che raccoglie in un solo contenitore tutte le norme sulla gestione degli immobili e quindi andando oltre la legge del 1995, con cui finora è stato possibile solo gestire le alienazioni e la cessione di beni in favore degli enti locali». È vero che, in questi anni, più volte la Regione ha pubblicati bandi per vendere qualche importante «bene di famiglia». Alcuni sono andati in porto, come la cessione dell’Azienda Sbs Arborea alle Bonifiche ferraresi, o dell’autoparco cagliaritano dell’ex Ersat, pagato cinque milioni da una catena di supermercati. Ma altre volte le gare sono andate deserte. Secondo Erriu, «ora vogliamo promuovere invece anche il recupero e la riconversione di questo patrimonio pubblico, andando finalmente al di là della vendita in sè, finora l’unica strada possibile, oltre alle concessioni utilizzate ad esempio per i fari». Oggi la Regione vorrebbe un rilancio economico e sociale delle sue proprietà, assegnandole alle imprese, meglio se costituite da giovani, o alle associazioni che si occupano di inclusione sociale e no profit. Dunque, appartamenti, capannoni e terreni non dovranno essere solo un costo, la Regione ogni anno paga una montagna di Ici, e ha in carico le manutenzioni e la custodia, ma «essere finalmente un valore aggiunto». A questo punta il disegno di legge.

Il focus. Complessivamente la Regione è proprietaria di 12.682 immobili del valore complessivo di un miliardo e 135 milioni. Di questi, 3.831 sono fabbricati e 8.851 terreni. Ed ecco alcuni esempi: la chiesa di Santa Maria La Palma, l’hotel Bellavista di Fertilia, il Forte Cappellini ad Arzachena, le proprietà dell’ex Esit, dell’ex Ersat e delle vecchie Ferrovie della Sardegna, poi assorbite dall’Arst, ma anche gli immobili delle ex società minerarie. Nell’elenco ci sono anche strutture che sono testimonianze importanti del passato e dall’altro valore paesaggistico, mentre quello economico è di fatto è ancora solo sulla carta. Gli esempi non mancato: dall’ex fortezze militari di La Maddalena alla Manifattura tabacchi di Cagliari, dalle ex carceri di Castiadas e dell’Asinara fino alla colonia penale di Tramariglio. Quando il disegno di legge sarà approvato dal Consiglio, la Regione potrà scegliere fra le concessioni per la valorizzazione della durata massima di 50 anni, o a titolo gratuito per il rilancio dell'offerta turistica, oppure a canone agevolato per 30 anni. Ma prima di tutto dovrà fare un censimento ancora più dettagliato.

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