La Nuova Sardegna

Fischi, ma senza rabbia per il sindaco Sanna all’uscita dal Palazzo

di Luigi Soriga
Fischi, ma senza rabbia per il sindaco Sanna all’uscita dal Palazzo

Tradizione rispettata con l’atteso verdetto dei sassaresi Il primo cittadino incassa con stile e augura “arrivederci”

15 agosto 2018
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SASSARI. C’è un sottile venatura di malinconia nei pensieri del sindaco. Dice: «Questa sarà la mia ultima Faradda: del primo mandato, naturalmente». E un sorriso a trentadue denti illumina questa discesa targata 2018.

Non sarà certamente un acquazzone di fischi ad adombrare il suo innato ottimismo. Ormai Nicola Sanna, alla sua quinta Faradda, è diventato cintura nera di Frusciometro. Nemmeno la parete ovattata di una discoteca ha una simile capacità di assorbimento di decibel. Perciò quando davanti al Palazzo di Città scivola ondeggiante il candeliere dei Sarti, il sindaco è il ritratto del buon umore. Stringe mani, sorride, elargisce medaglie, stampa baci e abbracci ai gremianti e al capicandelieri. Addirittura qualche minuto primo ha sfilato in versione direttore di coreografie, guidando con lo scettro in mano il cero dei viandanti. E non sfigurando affatto, spalla a spalla con il capocandeliere, dimostrando di avere una certa dimestichezza con i passi: un originale mix tra il candeliere style e il chachacha.

Poi alle 22 il gonfalone con i gremianti varca il portone, e nel budello del Corso davanti al Palazzo di Città si apparecchiano velocemente le sonorità della democrazia diretta. «Fuori!!! Fuori!!!» rimbomba nella strada, e i primi fischi fanno presagire il temporale.

In effetti il primo antipasto acustico il sindaco l’aveva assaggiato all’inizio della festa, proprio in piazza Castello alla partenza del primo cero. Come la banda musicale aveva abbozzato la prima nota, una cascata di fischi aveva inondato la sinfonia. Così, giusto per mettere subito in chiaro le cose. Eppure, alle 22,30, davanti a Palazzo di Città, l’aria è tutt’altro che elettrica, non si percepisce l’alta tensione degli anni precedenti, quel cortocircuito fatto di rabbia, rancore, e voglia di linciaggio sonoro. C’è più un’atmosfera di presa in giro, di goliardia, di “cionfra”. Le grida non sono intrise di politica, con un gruppetto di giovani che attende il sindaco al grido di «Nicolino in bicicletta», alternato a un più vulgato «Chi non salta Nicolino è...è».

E alla fine aveva ragione lui, e il suo indomabile ottimismo. Il “frusciometro” (ovvero il misuratore sassarese dell’indice di gradimento di un primo cittadino) rispetto ai picchi del 2015 o anche dell’anno scorso, è solo un delicato solletico alle orecchie. Il disappunto aleggia in diversi tratti del percorso, ma moderato, con addirittura diverse alternanze di applausi, abbracci e selfie soprattutto nella parte bassa del Corso.

Nicola Sanna, che in questi anni dentro le mura di Palazzo Ducale ha visto cose che noi umani non possiamo nemmeno immaginare, si lascia colare addosso i fischi con disinvoltura, come lacrime sotto la pioggia. Qualcuno lo chiama affettuosamente “Nicolino sempre in piedi”, e anche questa volta archivia la prova del frusciometro alla sua maniera: con un arrivederci al 2019.

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