La Nuova Sardegna

I Riformatori: lo scippo delle accise deve finire

Riparte la vertenza: alla Sardegna spettano tutti i 3 miliardi d’imposte sulla produzione della Saras

15 agosto 2018
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CAGLIARI. Tre miliardi di accise (sono le imposte di fabbricazione che pesano su benzina e diesel) negati alla Sardegna, nonostante i carburanti siano prodotti dalla raffineria Saras di Sarroch. Negati da uno Stato, è la denuncia dei Riformatori, che «nelle casse della Regione trasferisce appena una minima parte, 450 milioni non di più, calcolata solo sulla quantità di carburanti consumata dai sardi e non su quella che invece è prodotta nello stabilimento della famiglia Moratti». Gli altri due miliardi e mezzo chi li incassa? «Li incassano invece le regioni in cui benzina e diesel sono stoccati nei depositi costieri della Liguria e della Toscana. In altre parole, la Sardegna ha sulle spalle tutto il peso di una delle raffinerie più grandi d’Europa, ma riceve un indennizzo bassissimo». A denunciare ancora una volta lo scippo sono stati come sempre i Riformatori, che della rivendicazione sulle accise hanno fatto un loro cavallo di battaglia sin dal 2014 e ora ritornano alla carica. «Abbiamo inviato una lettera al governo Conte – ha detto il coordinatore regionale Pietrino Fois – perché finalmente ci sia riconosciuto il diritto di incassare i nove decimi dell’imposta di fabbricazione sui prodotti petroliferi così come previsto dallo Statuto». Però è un diritto purtroppo poi ridimensionato da un decreto legislativo del 2016, saltato fuori dal cilindro del Governo di allora dopo la chiusura della Vertenza entrate con la giunta Pigliaru. «In cambio di gran poco – è la denuncia del capogruppo in Consiglio regionale Attilio Dedoni – chi governa ancora la Regione ha subito in silenzio quello che di fatto è stato un furto con destrezza, arrivando anche a ritirare i ricorsi presentati a suo tempo dal centrodestra». Che, sempre attraverso i Riformatori, s’è rivolto anche la Corte europea di giustizia per «riottenere il maltolto», la decisione non c’è stata ancora, ma – secondo la ricostruzione del gruppo referendario – «in parte la Corte costituzionale aveva dato già ragione alla Sardegna con una sentenza su un caso simile legato però alla Sicilia. Solo che poi la Regione non s’è costituita in giudizio, il ricorso non è andato avanti e abbiamo perso anche quell’occasione». Franco Meloni e Sergio Pisano del Centro studi hanno ricordato: «Nel 2014, nell’ultima finanziaria del centrodestra, forzammo la mano inserendo un primo miliardo di accise e allora tutto il Consiglio votò a favore, compreso il centrosinistra. Poi, con Pigliaru, è arrivato ben altro ordine di scuderia e il centrosinistra ha fatto dietrofront, procurando un danno enorme alla Sardegna». Per l’ex deputato Pierpaolo Vargiu, «la rivendicazione delle accise, insieme al riconoscimento dell’insularità in Costituzione, sarà uno dei temi che i partiti dovranno condividere se vogliono allearsi con noi alle prossime Regionali».

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