La Nuova Sardegna

Un settembre da record grazie agli stranieri

di Silvia Sanna
Un settembre da record grazie agli stranieri

Ottime previsioni per la prima quindicina del mese: la stagione si allunga

18 agosto 2018
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SASSARI. Prima la buona notizia, attesa perché inseguita da tempo: la stagione si allunga, l’estate non fa più rima solo con luglio e agosto ma si distende nei mesi spalla, primavera e autunno. Grazie agli stranieri, soprattutto. Tedeschi, austriaci, svizzeri e olandesi dalla pelle chiara che non amano le temperature bollenti e le spiagge affollate. Sono loro che riempiranno l’isola nella prima quindicina di settembre – periodo nel quale è atteso un affollamento simil agostano – e sempre loro si vedranno in giro tra la fine di settembre e ottobre, quando le luci degli hotel inizieranno a spegnersi. La classica stagione viaggia verso i titoli di coda ma il clima estivo, grazie ai turisti, ci accompagnerà sino all’autunno. E il bilancio delle presenze, tra alti e bassi, alla fine è positivo. «O meglio – dice il presidente regionale di Federalberghi Paolo Manca – si andrà in pareggio rispetto all’anno scorso, quello dei record». Il fatturato degli alberghi, invece, segnerà almeno un paio di punti in meno: colpa di un mese di luglio in cui gli hotel hanno mostrato meno appeal a favore di un altro tipo di vacanza probabilmente meno dispensiosa.

Più stranieri meno italiani. Entrambi hanno fatto la differenza, in maniera diversa. I primi sono aumentati, soprattutto a maggio-giugno e, si annuncia, a settembre. I secondi sono calati a luglio, o meglio hanno soggiornato in un altro tipo di strutture ricettive come i bed & breakfast. Gli arrivi negli aeroporti confermano che non c’è stato calo delle presenze, ma nelle strutture alberghiere luglio è stata una delusione. Dice Paolo Manca: «Per quanto riguarda il segmento hotel, una certa fascia di turisti italiani ha fatto altra scelta rispetto alla Sardegna. Soprattutto il sud dell’isola ha subito il contraccolpo: meno turisti e soggiorni più brevi in hotel. Si tratta di quella fascia di clientela molto attento ai prezzi che ha scelto di risparmiare puntando sul Nord Africa, in ripresa dopo l’allarme terrorismo degli ultimi anni, o sulle Baleari. Di recente l’offerta turistica isolana, approfittando del quadro geopolitico favorevole, ha cercato di adeguare il servizio offerto a tutte le tasche. Ma è chiaro che la Sardegna sotto un certo livello non può scendere, sarebbe una scelta sbagliata. La vera sfida – continua Manca – è catturare fasce di clientela sensibili non solo al prezzo ma alla qualità. Perché se offriamo le stesse cose della Grecia e del Nord Africa non riusciamo a fare il salto. Per mantenere quote di mercato occorre mantenere la qualità. Questo significa giustificare gli sbalzi di prezzo: se a maggio pago una stanza in hotel 50 euro e in agosto 300, è chiaro che in alta stagione deve esserci un servizio altamente superiore. Oppure, per aumentare il prezzo a maggio, bisogna riuscire ad aggiungere all’offerta balneare – in quel periodo non appetibile per tutti – qualcosa di diverso. Lo dimostra il fatto che le strutture ricettive che non hanno il prodotto mare al centro dell’offerta, hanno prezzi molto più alti rispetto agli hotel sulla costa perché offrono un prodotto perfetto non solo in alta stagione».

Previsioni. Sino a metà settembre si viaggerà con numeri molto positivi grazie alle prenotazioni da parte di tedeschi, austriaci, francesi e inglesi «pochi gli spagnoli che come gli italiano vanno in vacanza a luglio e agosto». Dal 15 settembre ci sono molti vuoti che non si sa se saranno riempiti, «ma gli hotel resteranno tutti aperti». Poi sino alla fine di ottobre si procederà con il fisiologico calo di presenze, «circa il 20% in meno a settimana». Poi stop, anche per colpa dei trasporti. Per chi lavora in prevalenza con gli stranieri i trasporti aerei sono cruciali. E in un’isola che punta ad allungare l’estate nei mesi autunnali è un problema lo stop ai collegamenti. «A ottobre da molti Paesi è possibile prenotare solo il volo d’andata, il ritorno invece non c’è», dice Paolo Manca. Per gli italiani resta la nave. A settembre i prezzi dei traghetti sono leggermente calati, anche se la famiglia canonica di 4 persone (2 adulti e 2 bambini) non spende quasi mai meno di 400 euro. Con alcune compagnie l’importo lievita sino a 600. Non esattamente un costo da bassa stagione.

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