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l’esortazione 

«Sassari, svegliati» come 17 anni fa L’ex sindaco Campus: patto con Olbia

«Sassari, svegliati» come 17 anni fa L’ex sindaco Campus: patto con Olbia

SASSARI. «Sassari, svegliati», fu l’esortazione che 17 anni fa Beppe Pisanu fece alla sua città. Da allora, però, sostiene l’ex ministro, nulla è cambiato e la città continua a trovarsi impantanata...

20 agosto 2018
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SASSARI. «Sassari, svegliati», fu l’esortazione che 17 anni fa Beppe Pisanu fece alla sua città. Da allora, però, sostiene l’ex ministro, nulla è cambiato e la città continua a trovarsi impantanata in una crisi senza fine. «Pisanu è una personalità politica di rilievo nazionale e se oggi la situazione è questa la responsabilità va anche cercata in quella politica di allora che non è stata capace di creare giovani gruppi dirigenti che potessero sopravvivere al cambiamento dei tempi». Nicola Sanna, sindaco di Sassari, fa un’analisi sociologica della crisi di Sassari. «Ma non solo, è un cambiamento che riguarda tutti. 17 anni fa eravamo alla vigilia della crisi drammatica del modello di sviluppo della generazione di Pisanu. Una generazione che si era formata nel dopoguerra, un’epoca in cui tutti avevano dato il proprio contributo per formare le classi dirigenti. Oggi manca la consapevolezza che quel mondo è cambiato. Rispetto a quei tempi oggi c’è un individualismo troppo forte, nessuno si pone il problema di trovare un punto di contatto con l’altro. Chi svolge un ruolo deve essere consapevole che deve guidare il Paese, la Regione e nel nostro caso la città. Oggi mi trovo di fronte a questo vuoto di consapevolezza». Sanna invita la politica a prendere esempio dai grandi vecchi. «Segni, Cossiga, lo stesso Pisanu sono stati chiamati a svolgere ruoli importanti a livello nazionale anche perché uomini di mediazione. Questa mediazione dovremmo saperla usare anche a casa nostra. Dobbiamo imparare a essere più uniti, a fare sistema. Mi vengono in mente proprio i Giovani turchi di cui faceva parte Pisanu: non c’era un unico leader, era un collettivo di persone che aveva condiviso un progetto. Anche se quanto è successo alla mia persona in questi anni è l’emblema di come un parte del gruppo dirigente di questa città, anche del mio partito, debba fare proprio uno sforzo in questa direzione».

Quando Beppe Pisanu invitò Sassari a svegliarsi il sindaco Nanni Campus, centrodestra. «Non tutta Sassari è rimasta indietro – dice l’ex primo cittadino ed ex senatore –. Se la politica ha perso spessore, alcuni settori si sono rafforzati. Penso all’università che in questi anni ha scalato posizioni raggiungendo livelli di assoluto prestigio. Mi sarebbe piaciuto dire lo stesso sulla sanità, ma non posso». Campus ricorda comunque che da quegli anni qualcosa è cambiato. «Cito i parcheggi perché in qualche modo hanno cambiato anche la mentalità dei sassaresi. È stato tolto quell’alibi che la città non poteva competere con Predda Niedda perché non aveva i parcheggi. A distanza di anni possiamo dire che i parcheggi non solo funzionano ma hanno fatto crescere la città». L’ex sindaco concorda, però, sul fatto che fuori dall’hinterland la città abbia perso il peso di un tempo. «Me ne assumo anche io la responsabilità: non siamo riusciti a recuperare quella posizione politica che avevamo un tempo. Il buco esiste, ma non può essere solo sassarese. Oggi è più che mai necessario fare sistema in tutti i settori. E non parlo solo dell’area metropolitana di Sassari, occorre andare oltre e ragionare in termini di Nord Sardegna. Sassari e Olbia devono riuscire a superare le divisioni preconcette che esistono e fare sistema. Ci sono tre porti, due aeroporti, università, sanità. Olbia è indubbiamente in una fase di espansione continua a cui ha corrisposto una decrescita di Sassari, ma credo abbia ancora bisogno di Sassari. Fare cartello può essere la sfida del futuro, limitarsi all’area metropolitana è troppo poco per contrastare lo strapotere politico di Cagliari. Se Sassari e Olbia decidono di muoversi insieme invece possiamo creare seri problemi a chi pensa che la Sardegna si fermi al massimo a Oristano». (al.pi.)



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