La Nuova Sardegna

Esordio della segreteria dem 

Cani: primi paletti per far partire il Pd

Cani: primi paletti per far partire il Pd

Il segretario: «Prevale il dialogo e andiamo alla ricerca dell’unità»

21 agosto 2018
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SASSARI. Il battesimo della segreteria del Pd guida da Emanuele Cani diventa una sorta di piattaforma da cui elaborare un programma di rinascita dei Dem. Il nuovo segretario ha intuito la sofferenza del suo partito. E la sua elezione fino a ora non è bastata a ricucire lo strappo tra le diverse anime dei Democratici. E in queste settimane Cani ha lavorato soprattutto su questo aspetto. «Questa prima riunione è stata molto positiva – dice Cani –. Abbiamo discusso delle priorità del partito, e su cosa dovremo fare nelle prossime settimane. Siamo partiti dalla valutazione del lavoro fatto. La prima decisione è stata la immediata convocazione della direzione regionale del partito. Che avverrà in tempi brevissimi. Là ci sarà una discussione sul merito dei temi che abbiamo affrontato in questa prima segreteria». Ma nell’incontro si è discusso anche di temi organizzativi. Si cerca di trovare un maggiore coinvolgimento dei mondo dei Dem con il partito. «Pensiamo a una conferenza programmatica che sia un momento di coinvolgimento del partito sui grandi temi che riguardano al Sardegna. E questo confronto dovrà avvenire a tutti i livelli del partito. Si è parlato anche della possibilità di creare una festa democratica regionale che sia anche un momento di confronto e di dibattito». Cani parla anche della lettera inviata al Pd dal presidente di Cp Luciano Uras. «C’è l’apertura alla base di una discussione che a me pare intelligente e interessante. Il Pd è pronto a confrontarsi e a sviluppare una discussione proprio su quelle basi». Cani parla anche delle contrapposizioni interne al Pd. «In queste settimane ho parlato molto con gli iscritti e da tutte le parti ho visto che c’è la volontà di superare le contrapposizione anche mantenendo posizioni differenti. Sono sicuro che prevarrà il senso di responsabilità per evitare che la Sardegna finisca nelle mani di chi non ha le capacità di guidarla».

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