La Nuova Sardegna

Insularità, anche gli emigrati a caccia di firme

Stefano Ambu
Insularità, anche gli emigrati a caccia di firme

Il comitato ha raggiunto quota 50mila ma vuole andare oltre per mettersi al sicuro da contestazioni

25 agosto 2018
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CAGLIARI. Cinquantamila firme raccolte per far entrare il principio dell'insularità nella Costituzione in un discorso allargato alla Sicilia e a tutte le altre isole. Il comitato promotore che dallo scorso aprile ha presidiato piazze e strade dice in realtà "quasi 50mila" perché vuole alzare la soglia un po' più su per premunirsi contro eventuali sorprese e contestazioni: c'è tempo sino al 7 ottobre. Ma praticamente è fatta. E un contributo importante è arrivato anche da chi non abita nell'isola: i circoli sardi di emigrati della Fasi- lo ha detto ieri facendo il punto della situazione la presidente della Serafina Maxia- hanno trasformato la questione sarda in un tema nazionale. Convincendo anche i "continentali" non emigrati a firmare per la proposta di legge. Perché? Perché la Sardegna è dei sardi ma anche di chi non è sardo. E il primo passaggio, come ha sottolineato il delegato Fasi per i trasporti Tonino Mulas, deve essere quello di calmierare i prezzi per tutti. Come dire: anche per chi nella carta di identità ha Biella, Varese o Savona e non Cagliari, Berchidda, Laconi o Sassari come luogo di residenza.

«Anche il ponte Morandi – dice Serafina Maxia – era un importante collegamento utilizzato da migliaia di emigrati sardi: il suo crollo rappresenta un ulteriore ostacolo. Ma il problema dell'insularità si trascina da anni e non si risolve. Per questo abbiamo deciso di lavorare con chi affronta questo tema e ha voglia di trovare una soluzione. Con la firma possiamo esercitare un nostro potere e diritto facendo conoscere questo problema anche ai "continentali": gli spieghiamo che non chiediamo un privilegio, ma un diritto. In questa campagna portiamo le firme non solo degli emigrati, ma anche di tante persone che hanno abbracciato questa causa». Morale della favola: dal resto d'Italia sono arrivate circa 6mila sottoscrizioni. Il grosso, naturalmente, è arrivato dalla Sardegna. Con Roberto Frongia, il presidente del comitato, che ha ribadito la strategia di portare la questione ai massimi livelli istituzionali con la richiesta di un incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Chi più indicato di lui? È siciliano, ha trascorso le vacanze in Sardegna. Per giunta in un'isola, La Maddalena, dell'isola. «Durante la sua permanenza nella nostra regione – aggiunge Frongia – ha speso parole importanti per la Sardegna». Pari opportunità da rispettare, secondo i promotori dell'iniziativa. Un movimento trasversale che coinvolge diverse forze politiche: presenti tra gli altri diversi esponenti dei Riformatori, il consigliere regionale di Fi Edoardo Tocco e l'ex senatore Luciano Uras. «Decisivi – dice Maria Antonietta Mongiu, coordinatrice del comitato scientifico – il ruolo dei volontari e la grande coesione dimostrata». Maxia ha sottolineato il problema della continuità territoriale assente oltre Milano e Roma. «Unitisi vince: dobbiamo essere compatti con il Governo». Ora comincia l'ultima corsa. Poi tappa decisiva in Parlamento.

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