La Nuova Sardegna

Il Tar boccia la Regione, niente caccia a settembre

di Mauro Lissia
Il Tar boccia la Regione, niente caccia a settembre

Accolto il ricorso degli ecologisti contro l’apertura a lepri, pernici e conigli. Il Grig: «Senza un censimento sulla consistenza, quelle specie non si toccano» 

02 settembre 2018
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CAGLIARI. Puntuale, come ogni anno, è arrivata la bocciatura del calendario venatorio varato dalla Regione: con un decreto presidenziale depositato ieri, il giudice Lucrezio Caro Monticelli ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Carlo Augusto Melis per Gruppo di intervento giuridico, Lega per l'Abolizione della Caccia, Lega anti vivisezione, Wwf e Lipu e ha sospeso in via cautelare il permesso di caccia alla lepre sarda, alla pernice sarda e al coniglio selvatico concesso con un decreto dell'assessore regionale all'ambiente senza che fosse stata verificata la reale consistenza delle rispettive popolazioni.

In altre parole la Regione - secondo le associazioni che si sono rivolte ai giudici amministrativi - avrebbe dato il via libera alle doppiette per il 30 settembre e il 7 ottobre senza sapere se le specie sotto tiro siano in fase di crescita o al contrario in diminuzione, una verifica indispensabile secondo le norme e opportuna in base al buonsenso. La battaglia giudiziaria non finisce qui: domani si farà l’udienza per la trattazione collegiale del ricorso, in cui la Regione cercherà di sostenere coi propri legali le proprie ragioni. Se i giudici seguiranno, come è scontato, la linea del presidente Monticelli e confermeranno la sospensione cautelare delle due giornate di attività venatoria i cacciatori sardi dovranno rassegnarsi a tenere le doppiette negli armadi, perché un’eventuale cambio di rotta nella decisione sul merito non potrà arrivare in tempo. Pernici, lepri e conigli selvatici sono salvi almeno in questa fase della stagione. Il decreto presidenziale ricalca alla lettera la decisione assunta dal Tar l’anno scorso sullo stesso tema, prima con un’ordinanza e poi con una sentenza.

Difficile a questo punto comprendere perché l’assessorato regionale all’Ambiente abbia tentato di forzare le norme anche quest’anno, senza che - stando alle associazioni ecologiste e anticaccia - la situazione sia cambiata. Secondo le associazioni il provvedimento impugnato prevede «un assurdo carniere potenziale complessivo di ben 71.974 lepri sarde e 143.948 pernici sarde per i 35.987 cacciatori autorizzati alla caccia in Sardegna secondo gli ultimi dati ufficiali disponibili (piano faunistico-venatorio della Sardegna in corso di approvazione) e la caccia a queste specie - come spiega il portavoce Stefano Deliperi - è stata autorizzata nonostante la consistenza delle rispettive popolazioni non siano puntualmente conosciute - è scritto in una nota - pur definite tendenti alla diminuzione dallo stesso piano faunistico-venatorio isolano».

Scrive ancora Deliperi che «con una nota del 13 luglio l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) ha fornito il parere di legge in merito alla proposta di calendario venatorio 2018-19 e ha chiesto la chiusura della caccia alle tre specie in assenza di censimenti relativi alle popolazioni esistenti nell'isola.
 

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