La Nuova Sardegna

Autorità portuale, Deiana: «Scali sardi in crescita»

di Luca Rojch
Autorità portuale, Deiana: «Scali sardi in crescita»

Il presidente: lavoriamo per creare un sistema unico e arrivano i risultati I porti isolani, con oltre quattro milioni, primi per numero di passeggeri

03 settembre 2018
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SASSARI. Da oltre un anno è il signore dei mari. Ma Massimo Deiana non ha nessuna nostalgia del suo ruolo di assessore regionale ai Trasporti. Quella era un’altra vita, anche se in qualche modo ai trasporti è rimasto legato. Deiana è il presidente dell’Autorità portuale della Sardegna. «E da quando lo sono diventato ho lavorato senza sosta per costruirla e farla crescere – spiega –. Perché la parola chiave su cui abbiamo lavorato è sistema. Quando sono arrivato c’erano due autorità non comunicanti, nord e sud, con modalità gestionali del tutto differenti. Ora siamo un sistema. Da poco sono stati aggiunti tre porti non secondari: Oristano, Portovesme e Arbatax. Siamo arrivati a otto porti».

Lo schema. Il sistema portuale ora conta otto scali. «A giorni verrà inserito anche Arbatax – continua Deiana –. Si aggiunge a Oristano, che ha grandi potenzialità di crescita per le sue aree, e Portovesme, che potrebbe avere un boom se le grandi industrie del Sulcis riprenderanno a pieni giri». Gli altri scali sono Olbia, Porto Torres, Golfo Aranci, Santa Teresa e Cagliari. «Abbiamo lavorato da un punto di vista filosofico come sistema. Per avere più forza. E abbiamo puntato nel potenziare proprio gli scali che in passato erano stati più trascurati, come Porto Torres».

La stagione. Deiana non ha tra le mani i dati completi della stagione. «Ma posso dire che il traffico passeggeri è cresciuto – spiega –. Con i suoi oltre 4 milioni di passeggeri il sistema portuale sardo è primo per traffico di passeggeri. Olbia da solo ne fa più di 3 milioni, ma tutti gli altri scali crescono, in particolare Porto Torres. In crescita anche il settore delle crociere. Un dato molto importante, perché da quest’anno sono ritornate le mete del nord Africa che mancavano negli anni scorsi. Ma abbiamo lavorato bene e ora la Sardegna è ricercata nella rete crocieristica. La chiave è stata anche lavorare come sistema. Abbiamo presentato la Sardegna come un’unica destinazione nei maggiori meeting in cui si promuovono le crociere. Il nostro slogan era “Seven gate for a paradise”, sette ingressi per il paradiso». Dati positivi anche dagli altri settori. «Cresce in linea con il nazionale il traffico ro-ro, che dimostra di essere il più efficente per il trasporto di corto raggio. Segna il passo per ragioni di contingenza e congiuntura internazionale il traffico contenitori. I porti sardi continuano a essere primo sistema portuale per il traffico passeggeri. Insieme fanno oltre i 4 milioni. Siamo il terzo o quarto sistema portuale per le merci se si calcolano le rinfuse petrolifere. Le prospettive sono buone e le infrastrutture accettabili».

I lavori. L’Autorità portuale unica ha anche in programma lavori per milioni di euro, destinati a fare crescere i porti sardi. «Porto Torres stanno per partire i lavori per far arrivare il fondale a 11 metri di profondità. Questo consentirà alle navi più grandi, come quelle da crociera, di attraccare. Ma verrà allungata la diga antemurale di 800 metri. Pronti anche gli appalti per l’illuminazione, la gara per il mercato ittico e per il travel lift. Fino a oggi Porto Torres è stato trattato come il figlio di un dio minore». Ma sono previsti interventi anche negli altri scali. «A Olbia ci sarà l’escavo della canaletta per l’approfondimento dei fondali. In un mondo perfetto vorrei la canaletta doppia con il fondale da 11 metri perché il porto scoppia. Ma a Olbia è giusto che convivano le diverse vocazioni, dalla mitilicoltura al diportismo, alla cantieristica».

Il caro traghetti. Deiana evita di entrare nella questione caro traghetti. Gli aspetti politici restano fuori. Ma qualche risposta da esperto la dà. «Per capire se il prezzo è congruo basta prendere come riferimento il costo di produzione e quello di vendita. Un paio di Hogan hanno un costo di produzione nettamente inferiore ai 300 euro che si pagano al negozio. Eppure si continua ad acquistarle. Non è normale pagare una pizza 30 euro in estate. Ma la gente lo fa. I prezzi dei traghetti sono troppo alti? Ma perché continuano a viaggiare tutti a pieno carico e nel periodo in cui i prezzi sono maggiori. E come se non bastasse il numero dei passeggeri è più che raddoppiato negli ultimi 5 anni. Gli armatori sono imprenditori e cercano di aumentare i propri introiti nei periodi di maggiore richiesta. Fino a quando le regole di ingaggio sono queste non credo ci saranno mutamenti nelle politiche tariffarie». Deiana spiega anche perché non esiste il low cost tra le navi. «Il motivo è semplice. Un aereo può fare anche 12 tratte al giorno, una nave al massimo due. E i costi di gestione, carburante, equipaggio e sicurezza sono sempre gli stessi. Qualcosa potrebbe cambiare con la nuova convenzione del 2020. Ma si dovrebbe applicare un modello simile a quella degli aerei. Deve essere la Regione a decidere con lo Stato di quali servizi ha bisogno e con quali frequenze e tariffe. L’attuale convenzione è fuori dal tempo. Non è mai stata trattata dalla Regione. In realtà era la vecchia convenzione fatta con Tirrenia nel 1998, quando la compagnia era pubblica».

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