La Nuova Sardegna

Sui vaccini ancora troppa confusione

Eugenia Tognotti
Sui vaccini ancora troppa confusione

Da un lato il ripensamento incoraggiante sull'ammissione a scuola dei bambini non vaccinati, dall'altro la proroga fino al 10 marzo della validità dell'autocertificazione

09 settembre 2018
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È difficile trovare nella storia della vaccinazione, e perfino al tempo dell' introduzione, nel 1888, dell'obbligatorietà di quella contro il vaiolo, "madre di tutte le vaccinazioni", la confusione, per non dire il caos, che regna in questi giorni, con famiglie, scuole, Asl, costrette ad un continuo slalom tra emendamenti presentati, ritirati, aggiornati. Centotrenta anni fa, genitori, medici, autorità scolastiche si muovevano nei sentieri tracciati dalla legge, (accolta, anche allora, non senza contrasti).

Nessuno «poteva essere ammesso agli asili infantili, alle pubbliche scuole, né ricevuto nei collegi, Conservatori, nè in qualsiasi altro stabilimento d'educazione e d'istruzione, sia governativo, sia provinciale o comunale, se non portando l'attestato di vaccinazione...». Certo erano tempi, quelli, in cui malattie come il vaiolo, il morbillo, la febbre tifoide, la difterite, la pertosse, la scarlattina, erano una minaccia costante, cosa che, più tardi, indurrà anche gli antivaccinisti più riottosi ad accettare la pratica di profilassi, avendo sotto gli occhi i rischi delle tante infezioni che facevano strage di bambini con rapidità e ferocia, facendo impennare i tassi della mortalità neonatale e infantile.La "questione" vaccini aperta oggi, nel dibattito pubblico e nelle preoccupazioni della comunità scientifica e di tanta parte della società, impone qualche riflessione, al di là delle divergenze sul tema, tra le diverse anime della Lega e del Movimento 5 Stelle, già emerse durante la campagna elettorale.

Ad imporsi, infatti, sono vecchi e nuovi irrazionalismi antiscientifici di tanti esponenti della maggioranza (e non sarà necessario passare in rassegna le teorie complottiste sulle scie chimiche, sul virus "inventato" dell'Aids, sul finto sbarco sulla luna, sui microchip, i congegni sottocutanei per controllare le persone e così via). Qualche giorno fa, il clamoroso ritiro dell'emendamento che cancellava l'obbligo delle vaccinazioni per un anno ha fatto sperare in una svolta, tanto da spingere qualcuno a dire che la scienza aveva battuto la politica. Una semplificazione, certo, da addebitare, anche, ma non solo, ad alcuni "esternatori" dell'opposizione. Ad aver vinto, in realtà, a parte il settore meno ideologico e antiscienza della maggioranza, che esprime la stessa ministra della Salute, Giulia Grillo, era stato anche il buon senso, la ragione, o per dirla in altre parole, gli interessi della salute pubblica, le proteste delle famiglie di bambini immunodepressi e quindi vulnerabili. E, ancora, il mondo della scuola, l'associazione dei pediatri, gli infettivologi che si occupano delle malattie causate da agenti infettivi. Per non parlare degli immunologi che di quell'affascinante ramo della scienza medica - che ha per oggetto lo studio dei fenomeni attinenti all'immunità - sanno qualcosa di più della parlamentare pentastellata Paola Taverna, vicepresidente del Senato. La quale, in un intervento pubblico - ruspante, ipercalorico - aveva additato la strada dell'immunizzazione parentale, per così dire, ottenuta dal contatto di fratelli sorelle e cugini, accorsi all'uopo nella casa di chi era colpito da una malattia esantematica. «Così tutti avevano la patologia», è stata la sbrigativa conclusione.

Il ripensamento sull'ammissione negli asili e nelle scuole dell'infanzia dei bambini non vaccinati, che si annunciava gravida di conseguenze per la salute di quelli immunodepressi, è comunque incoraggiante e fa sperare in un superamento della diffidenza nei confronti della scienza. E non è forse un caso che, nelle stesse ore, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, abbia insistito, in un intervento pubblico, sulla necessità di superare «indifferenza o diffidenza verso le sue affermazioni e i suoi risultati». L'ultimo emendamento, che protrae fino al 10 marzo prossimo la validità dell'autocertificazione delle avvenute vaccinazioni, trova uno scenario ancora agitato e confuso. Non resta che attendere «l'intervento di sistema» sui vaccini, annunciato dal premier Giuseppe Conte. Sperando che non sia in arrivo un medioevo prossimo venturo.

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