La Nuova Sardegna

Badesi, lui: «Mi avete sparato», i carabinieri: «Mente»

Tiziana Simula
Badesi, lui: «Mi avete sparato», i carabinieri: «Mente»

Un 36enne accusa i militari di averlo ferito durante un inseguimento

12 settembre 2018
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BADESI. Suonava la chitarra seduto su una panchina poco distante da casa sua, in via Mare, a Badesi, il cane corso al suo fianco, col guinzaglio e senza museruola. Poi, il battibecco con la cugina che stava per entrare nel negozio di famiglia: spaventata, la ragazza, chiama i carabinieri a cui riferisce di essere stata aggredita verbalmente dal parente. I militari di Trinità D’Agultu arrivano sul posto, chiedono all’uomo i documenti per identificarlo, ma lui reagisce, li minaccia e si allontana correndo verso casa sua, inseguito dai militari che gli intimano di fermarsi. Lui va avanti, la chitarra in una mano, il molosso dall’altra. Cosa sia successo dopo, resta da chiarire.

Così sostiene la famiglia di Domenico Sanna, 36 anni, residente a Badesi, una laurea in ingegneria elettronica, già noto alle forze dell’ordine. Perché l’uomo – finito agli arresti domiciliari per ingiuria e resistenza a pubblico ufficiale – ha due ferite sul braccio destro, simili a due fori, e una al labbro.

Per i carabinieri se le sarebbe fatte cadendo per strada dopo che uno di loro ha sparato un colpo di pistola in aria per spaventare il molosso lasciato libero dal padrone. L’arrestato, invece, sostiene di essere stato colpito dai proiettili sparati dal militare.

«Vogliamo sia fatta chiarezza su quanto accaduto», dice la mamma di Domenico Sanna attraverso il suo legale, l’avvocato Luca Tamponi. Il difensore ha dato incarico a un medico legale per accertare l’eventuale compatibilità delle ferite riportate dall’uomo con quelle provocate dal proiettile.

Il fatto è accaduto poco prima delle 13 del 4 settembre scorso.

La ricostruzione agli atti fatta dai carabinieri racconta che Domenico Sanna, alla vista dei militari intervenuti su richiesta della cugina, avrebbe cominciato a minacciarli. «Cosa volete da me, se vi avvicinate vi faccio sbranare dal cane...» avrebbe detto, andando velocemente verso casa.

I carabinieri gli dicono di fermarsi ma lui si mette a correre e dopo un po’, secondo la versione dei militari, si ferma, molla il guinzaglio e aizza il cane contro di loro.

Vista la mole dell’animale e temendo di essere aggredito, uno dei militari spara in aria. Sanna, stando alla versione degli uomini dell’Arma, sentendo lo sparo si spaventa e cade. Ferendosi.

Diversa la versione dell’arrestato. Che nega di aver minacciato la cugina e i carabinieri e di aver aizzato il cane. «Il fatto è accaduto quando il mio cliente era già a casa sua, nel viottolo sterrato del cortile – spiega il difensore –. All’alt dei militari, lui ha sollevato le braccia mollando da una parte la chitarra e dall’altra il guinzaglio del cane. Nega di averlo aizzato contro di loro. Vede, di lato, che uno dei carabinieri impugna la pistola. Poi, ha perso i sensi. E quando si è ripreso era in un bagno di sangue. La famiglia vuole capire cos’è accaduto realmente, perché quelle ferite al braccio e al labbro non sembrano compatibili con una caduta in strada».

Ai medici del pronto soccorso dell’ospedale di Tempio, Domenico Sanna ha riferito di essere stato colpito da uno sparo esploso da un carabiniere durante un inseguimento.

I medici gli hanno assegnato dieci giorni di cure.

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