La Nuova Sardegna

SASSARI. I sindaci sardi si fidano del premier ma non si illudono. Le rassicurazioni di Conte sul via libera ai fondi per le periferie, bloccati fino al 2020 con il via libera al decreto Milleproroghe, hanno portato a una distensione nei rapporti tra Comuni e governo, ma per siglare la pace definitiva i sindaci aspettano che l’impegno del presidente del Consiglio diventi realtà. «Il 19 settembre c'è il direttivo Anci, ma se qui non si batte chiodo siamo pronti a consegnare le fasce al presidente della Repubblica – tuona Nicola Sanna, sindaco di Sassari –. Certo il vertice a Palazzo Chigi rappresenta un passaggio molto positivo, finalmente il premier si è reso conto dell'errore compiuto e si è aperta una breccia di volontà politica. Tuttavia, sarebbe stato meglio se il passo indietro fosse stato fatto adesso, perché questo avrebbe messo in sicurezza procedimenti già avviati». Iter che riguardano i progetti a cui sono destinati i 16 milioni previsti dal bando periferie per Sassari. «Complessivamente sono 22, di cui 14 già operativi – dice Sanna –. Gli interventi riguardano la riqualificazione di Latte Dolce, Santa Maria di Pisa, Sassari 2 e Baddimanna. Nel caso di Nuoro, l'altro comune sardo a rischio scippo insieme a Tempio e Carbonia, i milioni a disposizione sono 18. E il sindaco Andrea Soddu fa sapere che se l'accordo del governo con l'Anci sarà rispettato «non solo le nostre periferie avranno le risorse che gli spettano, ma questo vorrà dire anche che la battaglia unitaria intrapresa dai sindaci ha dato i suoi frutti. Per Nuoro queste risorse sono ossigeno puro e consentiranno di dare valore e dignità alle nostre zone più disagiate». Tra gli interventi in programma, impianti sportivi, piste ciclabili e dotazione della città di un parco cittadino dal carcere di Badu 'e Carros sino alla Solitudine passando attraverso l'Artiglieria per raggiungere il Mulino Gallisay.