La Nuova Sardegna

Rete ospedaliera bocciata la Regione: pronti al ricorso

di Luca Rojch
Rete ospedaliera bocciata la Regione: pronti al ricorso

Il ministero della Salute: «La riforma non è coerente con i parametri di legge» Solinas, Psd’Az: hanno nascosto la notizia. Arru: lui sta col governo e contro l’isola

13 settembre 2018
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CAGLIARI. Il ministero lancia un siluro sulla rete ospedaliera, ma per paradosso dà ragione alla Regione. Per il governo la riforma fatta dalla Regione che salverebbe i piccoli ospedali e buona parte della rete non può essere approvata. Sulla carta a rischiare sono gli ospedali di Iglesias, Guspini, Isili, Muravera, Bosa, La Maddalena, Tempio, Ozieri, Ghilarza, e Lanusei. Secondo i parametri del Ministero non avrebbero i numeri per esistere, ma la giunta e il consiglio ne hanno sempre difeso il ruolo strategico per il territorio.

L’assessore Arru è pronto alla guerra contro la decisione del ministero. Ma per ora fa il pieno di critiche. Perché a dare notizia della bocciatura è il senatore del Psd’Az-Lega Christian Solinas, che parla in modo aperto di fallimento della giunta Pigliaru. «La riforma della rete ospedaliera approvata dal Consiglio regionale il 25 ottobre non è coerente con il modello definito dal decreto ministeriale 70 del 2015 sulla definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi sull'assistenza ospedaliera. È il contenuto del parere espresso dal tavolo di monitoraggio del Ministero della Salute e trasmesso al direttore generale dell'Assessorato regionale via Pec il 7 settembre. Il documento è da giorni nella disponibilità dell'assessorato, ma ne viene tenuto segreto il contenuto, senza riferirlo al Consiglio. Soprattuttoperché l’aula dovrà entro il 30 ottobre apportare le integrazioni e le richieste correzioni al piano di riordino della rete ospedaliera isolana».

Il fatto. Il ministero della Sanità doveva dare il suo parere sul riordino della rete ospedaliera e lo doveva fare attraverso un tavolo di monitoraggio che doveva analizzare le carte nella loro totalità. Da sempre l’assessore Arru messo in evidenza che le concessioni fatte a molti ospedali, soprattutto quelli più piccoli, avrebbero potuto mettere a rischio la riforma. Il Dm 70, che dettava le regole per tarare il servizio, tot abitanti per tot reparti e tot ospedali, era diventato una sorta di tormentone che Arru continuava a ripetere. E il ministero si è rifatto proprio a quello. «Il modello organizzativo non è coerente con quello definito dal Dm 70/2015».

La critica. Solinas va all’attacco. «Il documento formula una serie di rilievi su alcune incongruenze nella programmazione dei posti letto, ma soprattutto sulle reti tempo-dipendenti come quella traumatologica e sulla eccessiva frammentarietà nell'ambito delle reti di specialità. A oggi, nelle more dell'approvazione definitiva del ministero, la sedicente riforma della rete ospedaliera getta nel caos la sanità sarda. Non avrebbe potuto né dovuto produrre effetti perché tecnicamente la sua efficacia dovrebbe essere sospensivamente condizionata al via libera ministeriale». Solinas mette in dubbio la validità di tutti gli atti fatti dalla giunta, dalle Asl e dall’Ats. «Questa Giunta e la sua maggioranza non sono partiti dalla centralità del paziente e della sua salute per definire un sistema sanitario che parta dal territorio per arrivare agli ospedali in un'ottica di servizi realmente efficienti ed efficaci».

La replica. Secca arriva la replica della Regione. «Solinas cerca di mischiare le carte, soffermandosi sul fatto che avrei nascosto il parere del Ministero della Salute e non, invece, sul parere stesso, che di fatto porterebbe alla chiusura dei nostri ospedali – dice l’assessore regionale Luigi Arru –. Siamo pronti a confermare e difendere quanto contenuto nella Rete voluta dalla giunta, dalla maggioranza e dal Consiglio regionale. Non abbiamo stravolto il Dm 70, ma abbiamo utilizzato le prerogative che ci assegna per salvare ospedali difficilmente raggiungibili a causa dei collegamenti stradali e delle infrastrutture. Il senatore su questo non interviene, però, di fatto sposando la linea del Ministero, e quindi del Governo, che porterebbe alla chiusura dei nostri ospedali. Il tutto alla faccia dell'Autonomia, rivendicata in Sardegna, dimenticata all'ombra della Lega. Noi difenderemo la nostra proposta e ci aspettiamo che la battaglia vada oltre l'appartenenza partitica, e veda mobilitati il Consiglio regionale, le amministrazioni comunali, i cittadini. Magari cosi capiremo anche da che parte sta il senatore Solinas, se con i Sardi o con chi vuole togliere loro servizi». Allarmato anche il gruppo Sdp in consiglio, Luca Pizzuto, Daniele Cocco, Eugenio Lai, Paolo Zedda e l’assessore Giuseppe Dessena. «La notizia della bocciatura della riforma della sanità mette in chiaro le intenzioni del governo nazionale rispetto alla sanità dell’isola. La riforma fatta dal Consiglio Regionale salvaguardava l’esistenza di tutti gli ospedali e la sopravvivenza dei servizi sanitari dei territori.

La richiesta del governo di applicare il Decreto Ministeriale 70 attua la condizione di un pesante ridimensionamento dei servizi sanitari offerti nei territori, e la chiusura, nel giro di poche settimane, di molti ospedali . Questo è un atto gravissimo contro la sovranità del Parlamento Sardo, che ha cercato invece di salvaguardare il possibile e l’esistente al massimo».

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