La Nuova Sardegna

Produttività nelle imprese l’isola in coda alla classifica

Produttività nelle imprese l’isola in coda alla classifica

I dati Istat sui capoluoghi di provincia: si salva Cagliari ma è solo 49esima Il segretario: la colpa non è dei lavoratori ma delle infrastrutture inadeguate

15 settembre 2018
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SASSARI. La Sardegna ha un forte problema di produttività. I dati Istat sul valore aggiunto delle imprese fotografano una situazione preoccupante, soprattutto se paragonata al resto d’Italia. Per rendersene conto bastano due dati. Il primo è quello che raffronta la produttività degli addetti delle imprese manifatturiere e dei servizi di Cagliari e di Iglesias: i lavoratori di Cagliari producono 14mila euro di valore aggiunto in più rispetto a quelli di Iglesias. Il secondo riguarda la sfida tra sardi e milanesi, vinta da questi ultimi con 44mila euro di valore aggiunto prodotto in più.

«Non è colpa dei lavoratori ma della situazione nella quale operano le nostre realtà: ormai le produzioni sono quasi scomparse», è il commento amaro di Stefano Mameli, segretario regionale di Confartigianato Imprese.

A guidare la classifica della produttività in Sardegna è Cagliari: qui ogni dipendente delle aziende manifatturiere, delle costruzioni e dei servizi, produce in media 41.082 euro di valore aggiunto. È Iglesias, invece, la città con l’indice di produttività più basso dell’isola: appena 26.653 euro per dipendente. Una differenza tra i due centri di ben 14.429 euro.

I dati dell’Istat – che si riferiscono al 2015 – sono stati rielaborati dall’Osservatorio per le Pmi di Confartigianato Imprese Sardegna. Se il responso di Cagliari in testa alla classifica sarda è quasi una conferma, così come quello del secondo posto per Sassari (35.382 ogni addetto), a sorpresa il terzo gradino del podio viene occupato da Oristano che, con 34.367 per dipendente, ruba il posto d’onore a Olbia con 34.254. Ultime posizioni regionali – e tra le peggiori in Italia – per Carbonia (30.684), Tempio (30.574), Lanusei (29.621) e Iglesias (26.653).

A livello nazionale, su 116 capoluoghi di provincia ed ex provincia esaminati, Milano è prima per produttività nel totale dei settori, con un valore aggiunto per addetto pari a 70.547 euro. A ruota seguono Bolzano (68.902 euro), Siena (60.133 euro), Brindisi – primo capoluogo del Mezzogiorno – con 58.160 euro, Roma con 57.054 euro, Monza con 56.620 euro, Parma con 54.299, Bologna con 53.788 euro.

Cagliari si classifica al 49esimo posto nella classifica nazionale, Sassari all’83esimo, Oristano all’89esimo, Olbia al 92esimo, Tortolì al 98esimo, Nuoro al 100esimo, Villacidro al 102esimo, Sanluri al 105esimo, Carbonia al 108esimo, Tempio al 109esimo, Lanusei al 111esimo e Iglesias al 115esimo ( penultimo posto nella classifica nazionale).

Dall’analisi emerge come anche in Sardegna, così come nel resto d’Italia, il valore aggiunto dei servizi sia di molto superiore rispetto a quello prodotto dalla manifattura e dalle costruzioni. A Cagliari, ad esempio, nel settore dei servizi si arriva a 1miliardo e 799 milioni di euro contro i quasi 444 milioni della manifattura. Stesso discorso per Sassari (736 milioni dei servizi a fronte dei 320 milioni della manifattura) e per Olbia (435 milioni dei servizi contro i 160 milioni della manifattura).

«Ovviamente la classifica non giudica la voglia e la capacità di lavorare dei dipendenti – spiega Mameli – ma valuta le condizioni in cui operano le aziende». «La produttività di una impresa – ricorda Mameli – dipende soprattutto dalle condizioni in cui essa riesce a operare. Ed è risaputo che le aziende sarde riescano a produrre meno delle altre realtà di altre province». Le cause? «Territori con infrastrutture e servizi inadeguati, dipendenti non sufficientemente formati, e un basso, anzi bassissimo, indice di competitività a causa dalla scarsa propensione all’innovazione di macchinari e tecnologie». (g.z.)



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