La Nuova Sardegna

Carne e latte fanno bene alla salute

Giuseppe Pulina
Carne e latte fanno bene alla salute

Per decenni gli alimenti di origine animale sono stati accusati di essere i principali nemici del cuore, gli studi hanno dimostrato che non è così

16 settembre 2018
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Per decenni carne e latte, sono stati accusati di essere i principali nemici della salute, in particolare del cuore, a causa del loro contenuto in grassi saturi. La Società Europea di Cardiologia, nell'annuale congresso tenuto recentemente a Monaco di Baviera, ha definitivamente spazzato via ogni dubbio dichiarando, per bocca del senior author dello studio Pure (Prospective ureban rural epidemiological) presentato all'assise che ha riguardato 218.000 pazienti provenienti da 50 paesi diversi, che "i risultati ottenuti mostrano che latticini e carne sono benèfici per la salute del cuore e per la longevità, al contrario di quanto sostenuto oggi dai consigli dietetici".

Alle stesse conclusioni era pervenuto uno studio Pure relativo a 18 Paesi pubblicato lo scorso novembre su The Lancet (Dehghan et al., The Lancet, 390: 2050-62) di cui avevamo parlato su questa rubrica il 27 settembre 2017.Come mai medici e nutrizionisti abbiano preso un abbaglio del genere per decenni è presto detto. Nel 1953 un medico statunitense, Ancel Keys, visitò l'Italia meridionale e, constatando le migliori condizioni cardiache dei nostri connazionali di allora, tornò negli Stati Uniti con la convinzione che ciò fosse addebitabile al minor consumo di grassi saturi da formaggio e carne. Pubblicò nel 1953 uno studio (J. Mount. Sinai Hosp. 20, 118-139) in cui verificò una relazione positiva in sei Paesi fra mortalità per infarto cardiovascolare e consumo di grassi saturi da prodotti animali, con i Paesi mediterranei nell'area delle migliori condizioni, coniando così il concetto di "dieta mediterranea".

I dati pubblicati, subito contestati da altri ricercatori (Yerushalmy e Hilleboe N Y State J Med. 1957, 57(14):2343-54), erano pesantemente incompleti perché se Keys avesse utilizzato le informazioni relative a 22 Paesi disponibili allora non avrebbe trovato alcuna correlazione. Il parto della cosiddetta "dieta mediterranea" è perciò viziato da inaccuratezza scientifica. Da allora, per oltre 70 anni, la relazione fra grassi animali e malattie cardiache è diventata il mantra cui si sono attenuti strettamente medici e dietologi, sotto l'egida delle raccomandazioni nutrizionali di comitati nazionali. Gli alimenti di origine animale furono successivamente anche accusati di provocare sindrome metabolica, obesità, ipertensione e cancro. Tuttavia, recenti studi (Lee et al., British J. Nutrition, 2018, 373-84) che scandagliano la letteratura disponibile, dimostrano che il consumo di latte e latticini è associato a un minor rischio di contrarre la sindrome metabolica e i suoi componenti, mentre già dal 2010 Adele e colleghi (Nutrition, 26: 915-24) avevano inoppugnabilmente dimostrato che l'aumento del consumo dei carboidrati e la riduzione di quello di grassi (prevalentemente di origine animale) dei cittadini statunitensi, in risposta alle linee guida nazionali che propugnavano il consumo di alimenti low o no-fat, erano la causa delle dilagante epidemia di obesità che da metà degli anni '90 sta devastando il Paese e che è diventata il principale effetto di malnutrizione a livello planetario.

Per altro verso, un recente articolo pubblicato on line il 23 agosto su The Lancet da un gruppo di oltre 600 autori (The GBD Alchool Collaborators) sancisce che "il consumo di alcool è il principale fattore di rischio di contrazione di malattie globali che causano sostanziali perdite sul piano sanitario. Tutte le cause di mortalità, specialmente il cancro, incrementano con l'aumento dei consumi di alcool e non esistono livelli di consumo che minimizzino il rischio". Concludendo, disarticoliamo la piramide della cosiddetta "dieta mediterranea", consumiamo tranquillamente (e responsabilmente) prodotti e grassi animali e pesce, con frutta, molta verdura e legumi; limitiamo, invece, il consumo di cerali e abbattiamo quello di dolci e zuccheri e di alcool. A pensarci bene è la dieta dei centenari sardi studiata da decenni da Luca Deiana.

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