La Nuova Sardegna

Riforma ospedaliera in Sardegna: duello ministra-Regione

di Umberto Aime
Riforma ospedaliera in Sardegna: duello ministra-Regione

La Grillo: mai detto che chiuderò le strutture. Arru: apprezziamo la novità

16 settembre 2018
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CAGLIARI. «Eccesso di offerta» ed «eccesso di frammentazione». Sono queste, in estrema sintesi, le contestazioni mosse dai tecnici del ministero della salute alla riorganizzazione della rete ospedaliera approvata a ottobre dal Consiglio regionale.

L’attacco. Peròper la ministra della salute Giulia Grillo quel parere è stato letto malissimo in Sardegna e interpretato ancora peggio dalla Regione. «All’interno della relazione _ ha scritto su Facebook _ non c’è nessuna richiesta di chiudere gli ospedali, né tanto meno tagliare i servizi. La realtà è che i tecnici hanno sollecitato solo la rimodulazione di alcune specialità proprio per garantire ai sardi che la nuova rete ospedaliera tuteli al meglio la loro salute e dunque quanto richiesto è funzionale a migliorare la qualità dei servizi». Per poi entrare nel merito dell’autonomia della Sardegna che sarebbe stata violata con quella bocciatura ministeriale. «So bene – ha aggiunto Giulia Grillo – che ci sono norme dedicate alla salvaguardia delle Regioni a statuto speciale che si applicano dunque anche alla Sardegna, ma nel momento in cui la Regione ha trasmesso i documenti al tavolo nazionale è ovvio che ha chiesto al ministero di valutare la coerenza fra questi atti e il decreto ministeriale sulla riorganizzazione della Rete. È dunque paradossale contestarne ora gli esiti, benché si tratti solo di aggiustamenti tecnici, che serviranno prima di tutto a migliorare l'assistenza sanitaria, peraltro tenendo o conto delle peculiarità geografiche della Sardegna». Quindi, è la conclusione, nessuna richiesta di chiudere questo o quell’ospedale.

Il contrattacco. La replica della Regione è stata immediata: «Rispediamo al mittente (cioè alla ministra) le accuse di falsità sull’interpretazione della relazione, e siamo certi di aver letto correttamente quel parere», ha scritto in un comunicato l’assessore alla sanità Luigi Arru. «In ogni caso – è un altro passaggio – prendiamo atto delle nuove dichiarazioni della ministra, che superano le prescrizioni eccessivamente restrittive indicate finora dalla direzione generale del ministero. Oggi la ministra ci riconosce l’esigenza di adattare i criteri nazionali alle particolari condizioni demografiche e geografiche della Sardegna, cosa di cui invece non c’è certo traccia nell’istruttoria del ministero – ricorda Arru – che ha inteso invece applicare in modo letterale e rigido i parametri ministeriali alla nostra Regione. Fino a chiederci di rivedere tutti gli aspetti che prevedono invece il potenziamento dei servizi ospedalieri nelle aree disagiate e la realizzazione di un nodo potenziato nell’ospedale di Nuoro». Per poi aggiungere: «Entro ottobre presenteremo le nostre osservazioni a quel parere» e subito dopo ricordare che «a suo tempo la trasmissione della rete ospedaliera al ministero era stata concordata con lo stesso ministero e risponde a quanto previsto, anche per le Regioni autonome, per accedere ai finanziamenti destinati all’ammodernamento degli ospedali. E per la Sardegna sono 250 i milioni in gioco».

Nel confronto a distanza fra il Governo e la Regione si è inserito Mario Puddu, il candidato-presidente dei 5 stelle per le Regionali. «Con il suo comunicato – ha scritto – la ministra ha smascherato l’inganno. Chi accusava il Governo di voler mortificare l’autonomia (il riferimento è alla giunta regionale) è in realtà colui che questa autonomia ha rinunciato a esercitarla».

Le contestazioni . Stando alla relazione dei tecnici ministeriali, la Rete ospedaliera sarda «non è coerente» – testuale – con il Decreto del 2015, l’ormai famoso Dm70, in sei punti: dalla dotazione dei posti letto alla mappatura delle strutture, dalla rete per l’emergenza-urgenza all’organizzazione di quella destinata a far fronte alle patologie tempo-dipendenti, come l’ictus, l’infarto, i traumi e infine i punti nascita. Secondo la relazione «la rete proposta non è neanche allineata con i criteri stabiliti nel 2015 per classificare gli ospedali». Ma se la Sardegna avesse applicato alla lettera quei criteri, e non l’ha fatto, non solo avrebbero chiuso gli ospedali di La Maddalena, Isili, Sorgono, Muravera, Bosa e Ghilarza. Ci sarebbe stato anche un ridimensionamento complessivo dell’offerta sanitaria, con un accentramento ancora più netto verso i grandi ospedali di Sassari e Cagliari.

I casi concreti. Secondo la relazione tecnica, fra le diverse tabelle presentate dalla Regione esiste un «disallineamento fra i posti letto per acuti e post acuti in due diverse mappature». La differenza è minima (4.801 contro 4.819 in un caso, 989 contro 971 nell’altro), ma per la commissione è un’incongruenza che va sanata. Poi sarebbero fuori standard alcune discipline come medicina, generale, ginecologia e ostetricia, chirurgia generale, chirurgia maxillo facciale, ortopedia e neurochirurgia. In altre parole, a detta dei tecnici romani, «sono sovradimensionate rispetto alle esigenze territoriali». Ancora: è citato il caso dei posti letto multidisciplinari, medicina generale e chirurgia insieme, negli ospedali di zona disagiata, mentre il decreto prevede che «in quelle strutture le sale operatorie siano azzerate». La Sardegna si è opposta alla chiusura generalizzata, lasciandole invece aperte, o almeno dovrebbe essere così sulla carta, a La Maddalena, Isili, Ghilarza, Bosa e in altri piccoli ospedali. C’è poi il caso della Nostra Signora della Mercede di Lanusei, che in base alla Rete bocciata è un ospedale di primo livello rinforzato, ma per il ministero è «una classificazione non prevista». Così come, sempre secondo la relazione, al San Francesco di Nuoro non dovrebbe essere assegnata la neurochirurgia e ad Ozieri la neurologia, perché «quei reparti non rientrano nei criteri ministeriali». Infine, i punti nascita. Per i tecnici, quelli sotto i mille parti l’anno vanno chiusi immediatamente. Ma la Sardegna ha detto no anche a questo ultimatum.

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