La Nuova Sardegna

l’inchiesta a cagliari 

Sul sequestro la decisione al gip La difesa: «Quel reato non c’è»

Sul sequestro la decisione al gip La difesa: «Quel reato non c’è»

CAGLIARI. Pierluigi Caria aveva fatto il biglietto per Roma, partenza il 15 settembre, destinazione finale la Siria. Il sequestro del passaporto deciso dal sostituto procuratore della Ddat Danilo...

19 settembre 2018
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CAGLIARI. Pierluigi Caria aveva fatto il biglietto per Roma, partenza il 15 settembre, destinazione finale la Siria. Il sequestro del passaporto deciso dal sostituto procuratore della Ddat Danilo Tronci ha impedito che si realizzasse «la sua intenzione - è scritto nel provvedimento - di ricongiungersi all’organizzazione terroristica, portando così a conseguenze ulteriori l’attività criminosa». Ora il procedimento penale andrà avanti: il gip di Cagliari Lucia Perra ha dieci giorni di tempo per convalidare il sequestro del documento e dell’altro materiale trovato dalla Digos di Nuoro nell’abitazione della Caletta, la difesa potrà in seguito ricorrere al riesame. Identica, per quanto decisamente meno critica, la situazione di Antonello Pabis, leader dell’Asce e attivista per i diritti umani, indagato per favoreggiamento personale.

La battaglia giudiziaria però è appena cominciata. Gianfranco Sollai, difensore di Caria, affila le armi e si prepara al confronto. Per adesso nega la fondatezza dell’accusa: «Partendo dall’articolo 270 bis, che punisce chi costituisce, organizza, promuove e o partecipa ad associazioni che si propongono il compimento di atti di violenza con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico, riteniamo che il delitto contestato al caria è insussistente, in quanto YPG e IFB, associazioni alle quali ha partecipato il Caria non perseguono attività volte a terrorizzare persone o popoli, non perseguono, né hanno realizzato condotte di eversione di un ordine democratico, che non c’è». Per Sollai «le due organizzazioni nascono in Siria in difesa del popolo curdo, contro il quale l’Isis ha infierito con ferocia e con le armi nei confronti del popolo inerme. YPG e IFB con l’esercito siriano hanno liberato Raqqa, pertanto non è condivisibile la tesi del pm sulla sussistenza del reato contestato, non sussiste alcuna riconducilita’ delle associazioni YPG e IFB al PKK, ma - continua - certamente contatti, in Siria, determinati dalla situazione bellica e terroristica dell’Isis, nei confronti del popolo curdo e non solo, ove anche PKK agisce per perseguire obbiettivi democrativi e di autodifesa». Conclude il legale: «Conoscendo chi opera presso la procura di Cagliari sono convinto che abbia aperto il procedimento penale per dovere d’ufficio, tant’è vero che non ha ritenuto di applicare alcuna misura particolarmente afflittiva. Sono certo che la ragionevolezza e saggezza prevarrà». (m.l)

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