La Nuova Sardegna

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Bombe all’Arabia sit in dei pacifisti davanti all’ambasciata

CAGLIARI. «Fermare il traffico di armamenti dalla Sardegna verso l'Arabia Saudita». Con questo slogan si è svolto un sit-in a Roma, davanti all'ambasciata dell'Arabia Saudita. Al sit-in ha...

20 settembre 2018
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CAGLIARI. «Fermare il traffico di armamenti dalla Sardegna verso l'Arabia Saudita». Con questo slogan si è svolto un sit-in a Roma, davanti all'ambasciata dell'Arabia Saudita. Al sit-in ha partecipato anche l'eurodeputata M5s Giulia Moi. »In Sardegna – spiegano i partecipanti all’iniziativa organizzata da Sardegna Pulita, Cobas, Cagliari Social Forum – a Domusnovas, la società tedesca Rwm produce bombe che vengono poi sganciate nello Yemen e stanno causando il massacro di miglia di bambini e persone innocenti». Per il presidente di 'Sardegna Pulita Angelo Cremone, «non è dignitoso che dei lavoratori sardi siano costretti a fabbricare bombe che l'Arabia Saudita usa per sterminare la popolazione yemenita. Il governo italiano applichi la legge 185/90 e dichiari l'embargo sugli armamenti verso l'Arabia, come già deliberato dal Parlamento Ue». Nei giorni scorsi la ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, aveva inviato al ministero degli Esteri «una richiesta di chiarimenti» sottolineando, laddove si configurasse una violazione della legge 185, «di interrompere subito l'export e far decadere immediatamente i contratti in essere. Contratti firmati e portati avanti dal precedente governo». Ma via Twitter il viceministro leghista Guglielmo Picchi ha risposto. «Il processo autorizzativo italiano per l'export di materiali di difesa con l'Arabia Saudita coinvolge pienamente il ministero della Difesa. Se cambia l'indirizzo politico, il governo sia consapevole di ogni conseguenza negativa occupazionale e commerciale».

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