La Nuova Sardegna

Il presidente di Confindustria: "Turismo e agroindustria per rilanciare l'isola"

Luca Rojch
Vincenzo Boccia
Vincenzo Boccia

La ricetta di Vincenzo Boccia: la Sardegna deve attrarre turisti ed esportare i suoi prodotti

20 settembre 2018
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SASSARI. Il futuro della Sardegna lo vede dominato da turismo e agroindustria. Ma anche dall’hi-tech e dalle grandi industrie tradizionali. Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia dimostra di conoscere nel profondo il tessuto economico dell’isola. Punti deboli ed eccellenze. E traccia con precisione la rotta che dovrebbe seguire l’imprenditoria sarda per ripartire con energia dopo la grande crisi che ha messo zucchero nel motore produttivo. Boccia parte dai temi nazionali e con coraggio parla, anche in modo critico, delle scelte del nuovo governo.

Presidente Boccia, flat tax, pensioni quota 100, reddito di cittadinanza. Cosa pensa di questi provvedimenti?

«Che devono fare i conti con i vincoli di bilancio che sia il ministro dell’Economia Tria che i due vicepremier Salvini e Di Maio hanno detto ultimamente di voler rispettare. La legge di bilancio sarà il primo grande banco di prova di questo governo. La nostra aspettativa e che ci sia attenzione anche alla crescita economica e all’occupazione che sono nell’interesse del Paese».

In Sardegna la ripresa è più lenta di altre realtà economicamente deboli. Quali sono le cause?

«È presto detto: un apparato produttivo strutturalmente limitato, l’assenza di mercati di prossimità, le diseconomie nei trasporti e nell’energia, le gravi carenze infrastrutturali (viabilità, ferrovie, acqua, etc.), la ridotta consistenza e la costante diminuzione demografica con l’invecchiamento della popolazione, la dispersione scolastica e la partenza dei giovani migliori, i ritardi amministrativi... Allo stesso tempo, però, dobbiamo cogliere positivamente gli sforzi che si stanno compiendo nei campi dell’innovazione e dell’internazionalizzazione».

C’è ancora spazio per la grande industria in Sardegna?

«Un’economia equilibrata è fatta di piccole medie e grandi imprese in una logica dinamica per la quale le piccole diventano medie, le medie grandi e le grandi grandissime e naturalmente aperte al confronto internazionale. La Sardegna ha la fortuna di avere ancora importanti imprese industriali che, oltre a rappresentare un importante valore in termini economici, sociali, occupazionali e di innovazione, generano un reddito irrinunciabile per la regione. Prossima al rientro tra le regioni in ritardo di sviluppo, la Sardegna deve dimostrarsi capace di difendere il suo apparato produttivo e attrarre investimenti industriali e manifatturieri».

Qual è la ricetta di Confindustria per far ripartire l’economia nell’isola?

«Spingere sulle sue vocazioni importanti e potenti come il turismo, l’agroindustria, i servizi innovativi e la valorizzazione ambientale: la Sardegna non può e non deve prescindere da una solida dimensione industriale e manifatturiera».

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