La Nuova Sardegna

La sfida di Sella&Mosca: «L’isola si apre al mondo»

Giovanni Bua
Francesca Moretti
Francesca Moretti

La titolare dell’azienda di Alghero: abbiamo riportato la produzione in Sardegna .Più qualità, il mercato non si riduce all’Italia: puntiamo a un livello internazionale

20 settembre 2018
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ALGHERO. Le giornate da bambina, a giocare tra viti e cantine a Erbusco, miscroscopico paesino nel cuore della Franciacorta, quel lembo di colline che abbracciano il lago di Iseo diventate, anche grazie alla sua famiglia, sinonimo delle “bollicine” di qualità nel mondo. Le vacanze in famiglia in Costa Smeralda, a respirare per la prima volta quegli odori che non dimenticherà più. L’amore per la terra radicato, profondo. Ereditato da papà Vittorio. Che alla fine degli anni ’70 investì i suoi primi guadagni di imprenditore edile per comprare una collina tra Brescia e Bergamo e iniziare a produrre qualche bottiglia da bere con gli amici, come la sua famiglia, franciacortina da cinquecento anni, aveva sempre fatto. «Era talmente buono che iniziarono a chiederlo tutti. E alla fine decise di mettere in piedi una piccola azienda».

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L’azienda. Azienda che negli anni è diventata il quarto più grande proprietario di vigneti d’Italia, soprattutto grazie all’acquisizione, nel dicembre 2016, dei 541 ettari di Sella & Mosca. E che lei, Francesca Moretti, 43 anni, guida con passione e competenza, e la stessa visionaria determinazione del padre, presidente del gruppo e ancora attivissimo e presente in ogni decisione. «È sempre due passi avanti – racconta Francesca –. E mentre noi ci stiamo strutturando al meglio per “digerire” il passaggio da piccola a media azienda, lui sta già progettando come andare avanti ancora».

Il cartello. La stessa energia che lo ha portato, meno di due anni fa, a staccare il cartello vendesi dai cancelli del gioiello fondato nel 1899 dall'ingegnere Sella e dall'avvocato Mosca, una delle tenute più vaste di tutta Europa (541 ettari vitati), e famoso per il suo Marchese di Villamarina, l’Anghelu Ruju e il Cannonau Terre Rare, il Vermentino di Gallura e, soprattutto, il Torbato. Un’operazione da 62 milioni, in partnership con Simest e il fondo Nuo Capital della famiglia Cheng Pao di Hong Kong, con cui Terra Moretti ha rilevato dalla Campari anche la senese Teruzzi & Puthod.

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La terra. «Mio padre conosceva Alghero, e Sella & Mosca – racconta –. E la qualità dei suoi vini. Ma ad averlo conquistato è stata l’incredibile estensione delle vigne, uno dei più grandi appezzamenti a corpo unico d’Europa. Perché noi non compriamo uva e bottiglie, noi coltiviamo la terra. E curiamo le piante ogni giorno, potando, zappando, e non con le sole macchine. Io tratto la vite come una persona. In Franciacorta lo abbiamo sempre fatto, con una costante attenzione al biologico, in Sella & Mosca miglioriamo ogni vendemmia. Questo comporta enorme impegno e maggiori costi, ma alla lunga paga. E comunque mio nonno diceva che la terra bisogna lasciarla sempre migliore di come la si è trovata».

La riga. Questo vuol dire anche tirare una riga sulla gestione precedente. Basta vino “industriale”, basta grande distribuzione, dove nel 2016 trovava spazio il 90% delle bottiglie, meno etichette e attenzione maniacale per tutte le fasi della produzione.

«La qualità media dei vini, e soprattutto la loro potenzialità spesso inespressa, è superiore alle migliori aspettative – sottolinea Francesca Moretti –. Conoscevamo le eccellenze, e siamo riusciti ad individuarne altre, per produzioni da 20-30mila bottiglie l’anno di altissima qualità che partiranno già quest’anno. Ma siamo convinti che etichette come Terre Bianche, per citarne una, meritino maggiore considerazione».

Bollicine. Ma il vero atout che Moretti vuole calare sul tavolo è quello della rinascita del Torbato Brut, di cui Sella & Mosca è il più grande produttore mondiale. E in cui la famiglia, che su come trasformare in oro le “bollicine” ha molto da insegnare, ha deciso di puntare forte. «Tanto per iniziare riportando la produzione in Sardegna. E non in Piemonte come era prima – spiega l’imprenditrice bresciana –. Abbiamo comprato tutti i macchinari necessari. E metteremo sul mercato una linea Docg, che prima ci era preclusa. In Franciacorta il nostro spumante è il frutto della valorizzazione del territorio, Franciacorta e basta, uva e lavorazione Chardonnay, metodo classico, a prezzo alto, da promuovere e far conoscere sempre di più. Completamente diverso dal prosecco che viene venduto anche a due euro. Il Torbato deve essere così. E conquistare il mondo».

Far East. Perché se c’è una cosa su cui Terra Moretti ha una marcia in più è proprio l’apertura internazionale. Già forti in Stati Uniti, Giappone e con gli occhi puntati al Far East, soprattutto quella Cina entrata “in famiglia” proprio con l’acquisizione da Campari dell’azienda algherese. «Non è pensabile che il mercato di una realtà del livello di Sella & Mosca si riduca alla Sardegna o all’Italia. Noi investiamo continuamente sullo sviluppo all'estero: deve arrivare al 40% dei ricavi. E portare il brand Sardegna nel mondo».

Cuore sardo. Sguardo lontano ma, a scanso di equivoci, un cuore che rimarrà sempre sardo. «Siamo venuti cui con entusiasmo e rispetto – spiega l’imprenditrice bresciana –. Conquistati dai vostri odori, colori, sapori, che si riflettono in un prodotto che da lì trae la sua unicità. Sella & Mosca è talmente radicata da non lasciare spazio a dubbi. Ed è abbastanza grande da dettare una linea, da indicare la strada. Al territorio, all’Isola. Che speriamo siano in molti a seguire».

Cinque stelle. Non solo vino insomma. Anche perché Francesca Moretti, laurea in Agraria a Milano, specializzazione di viticoltura ed enologia, e anni passati tra Borgogna e Bordeaux (il padre è un caro amico degli Hugel dell’Alsazia, produttori di vino dal 1600), California e Toscana, ha un modello chiaro in testa: «In ogni luogo dove si produce vino d’eccellenza tutto ruota intorno a quello. Hotel a 5 stelle, ristorazione di livello, accoglienza al top. Il bello è contagioso, ma per arrivare al massimo ogni dettaglio deve essere curato, tutti devono marciare nella stessa direzione».

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Affari di famiglia. Un ulteriore step per cui potrebbe dare una mano il core business della famiglia «La nostra attività nasce come impresa di costruzioni – racconta Francesca Moretti –. E l’holding di Terra Moretti è importante per le sinergie che si sviluppano tra il lavoro del vino e, ad esempio, l’Albereta di Erbusco e l’Andana a Castiglione della Pescaia, due alberghi di lusso che vanno molto bene e che hanno avuto l’imprinting di due chef d’eccezione, Alain Ducasse e Gualtiero Marchesi. Per ora ad Alghero abbiamo aumentato l’ospitalità nella nostra sede, ristrutturando le stanze e passando da 8 a 20. E abbiamo avviato le pratiche per organizzare una ristorazione all’altezza. Ma non poniamo limiti a futuri sviluppi».

Donna di vino. Terra e viti, fatica e sogni, identità e mondo. Parole d’ordine di una “donna di vino”: «Che ogni giorno che passa si innamora sempre di più della Sardegna – chiude Francesca MOretti –. Questa estate sono venuta con mio marito (Mirco, che all’inizio dell’anno ha lasciato la società francese Air Liquide, dove curava il commerciale estero, ed è entrato in azienda) e i miei figli (Alice di otto anni e Lorenzo di sei) a fare le vacanze ad Alghero. Io, nonostante debba girare tantissimo per lavoro, ci vengo almeno una volta al mese. E la mia testa è sempre tra quelle vigne, fiere e robuste come il popolo che le ha coltivate passando attraverso tre secoli di storia. E, come questa meravigliosa Isola, con un radioso futuro che le attende».

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